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Più formazione nelle scuole, la concia cambia pelle

Le imprese hanno sottoscritto un piano triennale di orientamento che parte dalle elementari per spiegare agli studenti come è cambiato il lavoro

di Valeria Zanetti

Export. Le aziende del distretto vendono oltreconfine in 125 Paesi, con Svizzera, Stati Uniti, Francia, Germania e Cina come principali mercati di sbocco

3' di lettura

Entrare nelle scuole, dalle primarie alle superiori, per avvicinare docenti, bambini e ragazzi, e quindi anche le loro famiglie, alla centenaria storia della concia e all’arte della lavorazione del pellame, allo sviluppo circolare e sostenibile della filiera produttiva, sfatando falsi preconcetti.

Il distretto veneto della pelle, con il cuore nella valle del Chiampo, nel Vicentino, e un’estensione che abbraccia anche alcuni Comuni del Veronese, ha sottoscritto un accordo con Unic, l’associazione delle concerie italiane per un piano triennale di orientamento scolastico. Serve, infatti, far conoscere bene la realtà delle imprese, come è cambiato il lavoro, che possibilità di occupazione offre il comparto. Insomma, occorre fare vivaio, fin dalle elementari per convincere gli studenti e le famiglie, che tanto peso hanno nelle scelte dei figli, che la strada del lavoro nelle aziende del cluster rappresenta una concreta opportunità.

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Quello veneto della pelle è il più importante distretto conciario italiano, in termini di livelli di produzione, in grado di servire i comparti dell'automotive e arredamento, oltre al mondo del fashion, con la calzatura e la pelletteria. Conta 602 aziende, che danno lavoro a 11.639 persone. Nei cinque Comuni di Arzignano, Chiampo, Montebello Vicentino, Zermeghedo e Montorso Vicentino si concentrano il 75% delle imprese. Riconosciuto dalla Regione nel 2014, è il primo polo italiano per l’industria conciaria, ma anche uno dei maggiori a livello europeo e mondiale. Il giro d’affari complessivo del cluster rappresenta il 58% del totale nazionale, il 38% dell’indotto europeo e il 13,5% del mondiale di settore, con un trend di costante crescita.

Le aziende del distretto vendono oltreconfine in 125 Paesi, con Svizzera, Stati Uniti, Francia, Germania e Cina come principali mercati di sbocco. Secondo la direzione Studi e ricerche di Intesa Sanpaolo, che monitora le performance dei cluster nordestini sui mercati esteri, l’anno scorso le imprese della concia hanno aumentato le esportazioni del 10% circa, per un valore di poco superiore ai 3miliardi e risultati particolarmente brillanti nel mercato degli Stati Uniti (+34,8%), della Repubblica di Corea (+59,3%) e della Cina (+16,5%), grazie alla diversificazione degli utilizzi dei pellami. Il mercato svizzero sta invece attraversando un momento di difficoltà: primo sbocco nel 2021 con circa l’11% delle esportazioni totali (ma in riduzione del 52% rispetto al 2020), ha acquistato per soli 70 milioni di euro (-75%).

La sfida più importante del cluster consiste nella svolta green. «Le imprese conciarie del territorio stanno investendo in una produzione di alta qualità sostenibile, circolare e con sprechi ridotti – commenta Cristina Balbo, direttrice regionale Veneto Ovest e Trentino Alto Adige Intesa Sanpaolo – L’istituto le accompagna nella transizione verde con plafond dedicati e finanziamenti premianti in base a obiettivi Esg. Abbiamo già erogato al territorio oltre 460 milioni per investimenti sostenibili».

Attorno al business della concia, nel tempo, si sono sviluppati alcuni settori fondamentali per la crescita e la competitività del distretto stesso: dalla costruzione di macchinari per la lavorazione delle pelli, alla chimica conciaria, fino all’ultimo segmento, dimensionalmente inferiore ma centrale nell’ottica dell’economia circolare, del recupero degli scarti di lavorazione.

L’interesse delle imprese e dell’intero territorio è quindi di dare continuità a questa attività a partire dalla manodopera. «L’orientamento nelle scuole è centrale per il nostro distretto, impegnato a far crescere la reputazione del settore e ad attrarre nuovi talenti», afferma Matteo Macilotti, direttore del distretto. Il progetto con Unic, che contempla corsi per docenti, laboratori per bambini di quarta, quinta elementare e scuole medie e giornate di formazione e orientamento per ragazzi di quarta e quinta superiore, coinvolgerà diversi istituti comprensivi della provincia vicentina e non solo, grazie anche a collaborazioni operative concordate per la realizzazione delle attività didattiche. Confartigianato Vicenza ha permesso l’immediata partenza delle iniziative nelle scuole primarie, attraverso il progetto Vicenza Academy, dedicato alla didattica orientata e al learning-by-doing. Selezionato inoltre uno dei migliori player italiani per l’erogazione delle attività didattiche e delle esperienze formative: Pleiadi ScienceFarmer, che gestisce il Children's Museum di Verona ed è presente nelle scuole di tutta Italia, con iniziative di divulgazione scientifica. Molte le scuole che hanno già aderito e in queste settimane stanno ospitando gli esperti e i laboratori sulla pelle.

la scheda

La produzione
Quello veneto della pelle è il più importante distretto conciario italiano in grado di servire i comparti dell’automotive e arredamento, oltre al mondo del fashion. Conta 602 aziende, che danno lavoro a 11.639 persone. Nei cinque Comuni di Arzignano, Chiampo, Montebello Vicentino, Zermeghedo e Montorso Vicentino si concentrano il 75% delle imprese
Giro d'affari
Il giro d'affari complessivo del cluster rappresenta il 58% del totale nazionale, il 38% dell'indotto europeo e il 13,5% del mondiale di settore, con un trend di costante crescita

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