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Più AI per le imprese: Microsoft “sblocca” ChatGPT per i clienti Azure

Da Davos la Casa di Redmond non annuncia acquisizioni ma allarga l’accesso a ChatGpt ai clienti del suo cloud Azure

di Gianni Rusconi

(AFP)

2' di lettura

Se Google ha approfittato del World Economic Forum di Davos per rafforzare il proprio imprinting strategico in materia di AI, la grande rivale Microsoft ha usato anch'essa i canali digitali (il blog ufficiale dedicato alla sua piattaforma cloud e un tweet molto esplicito a firma del Ceo Satya Nadella) per parlare di prodotto e annunciare la disponibilità del servizio Azure OpenAI. L'obiettivo? Consentire a un maggior numero di aziende (di piccole e grandi dimensioni) e di sviluppatori di accedere a modelli di intelligenza artificiale di grandi dimensioni - tra cui GPT-3.5, Codex e Dall-E 2 - che la società di Redmond definisce senza mezzi termini “i più avanzati al mondo”.
Si tratta, in poche parole, di ulteriore passo in avanti della casa di Redmond verso quella che sembra essere la naturale evoluzione di un percorso iniziato poco più di due anni fa siglando un accordo di esclusiva con OpenAi per lo sfruttamento di GPT-3, e cioè l'accesso a ChatGpt, che dovrebbe essere “sbloccato” in tempi brevi.

Da Bing a Office: ecco dove troverà applicazione il super chatbot

Non è ancora del tutto chiaro quanto e come effettivamente voglia investire Microsoft in OpenAI (sul piatto delle trattative ci sarebbero addirittura altri 10 miliardi di dollari dopo l'assegno da un miliardo staccato nel 2019a favore della società fondata da Elon Musk, Sam Altman, Elon Musk e Peter Thiel) ma è certa almeno una cosa. Alle aziende clienti di Azure viene garantita la possibilità di utilizzare un pool di tecnologie (inclusa per ChatGpt) per migliorare sensibilmente lo sviluppo delle applicazioni in cloud e fornire risposte “naturali” che non sembrano provenire da un bot. Se poi, come recitano alcuni rumors, Microsoft procederà effettivamente con l'integrazione delle tecnologie alla base del super chatbot all'interno del motore di ricerca Bing, con l'idea di sfidare e sopravanzare Google quanto a capacità di restituire agli utenti i risultati di una ricerca in maniera più discorsiva e amichevole, è tutto da capire. Anche in questo caso c'è però un secondo livello di sviluppo a cui stanno lavorando gli ingegneri di Redmond, ed è l’impiego delle intelligenze generative di OpenAI anche all’interno degli strumenti di Office. Allo studio ci sarebbe infatti una versione di Word con funzionalità di completamento automatico delle parole, una versione di Outlook in cui ChatGpt potrebbe suggerire risposte perfettamente articolate e coerenti a una email e novità sarebbero in fase di sviluppo anche per PowerPoint. Ed è probabilmente proprio su questo fronte, quello dei tool per la produttività personale, che si giocherà la grande battaglia fra le due Big Tech per dominare nei prossimi anni il palcoscenico dell'intelligenza artificiale.

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