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Più investimenti in montagna per rilanciare tutto l’anno il turismo in quota

Un convegno organizzato da Confindustria Belluno Dolomiti, Confindustria Alberghi, Luiss sono state evidenziate le potenzialità offerte dall’arco alpino

di Enrico Netti

(Rechitan Sorin - stock.adobe.com)

3' di lettura

Il modello Cortina a cui ispirarsi o da replicare, dipende dai casi, per fare crescere gli investimenti alberghieri in montagna. La perla delle Dolomiti è al centro di una serie di progetti per la riqualificazione o l’apertura di nuovi hotel varati da operatori del mondo alberghiero e investitori specializzati. È l’effetto Olimpiadi al centro dell’incontro organizzato da Confindustria Belluno Dolomiti, Confindustria Alberghi, Luiss Business School in collaborazione con Cushman & Wakefield e LBS Alumni. I lavori sono stati aperti da Lorraine Berton, presidente di Confindustria Belluno Dolomiti e Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi. Il filo conduttore è la ricerca, l’attrazione di nuovi investimenti per amplificare l’interesse turistico verso le destinazioni alpine dove le bellezze naturali del territorio si amalgano con le specialità e le tradizioni del made in Italy, Pensando inoltre a una sorta di destagionalizzazione perché nell’incontro è stato più volte ripetuto che la montagna non è più solo neve ma una destinazione da vivere a 360 gradi in tutti i mesi dell’anno. Oltre al territorio ci sono l’enogastronomia senza dimenticare l’artigianato e la manifattura locale. La quota di mercato dell’ospitalità sul totale degli investimenti immobiliari in Italia è cresciuta nell’ultimo decennio dal 10 al 15% a conferma del forte interesse degli investitori per il settore alberghiero. Nel 2022 sono stati investiti in Italia 1,5 miliardi di euro, di cui i due terzi capitali esteri, nell’acquisto di 56 tra hotel e resort per complessive 5.800 camere. Questi i valori emersi durante la tavola rotonda in cui si è evidenziato come altri paesi d’Europa i numeri siano nettamente superiori. Nella sua analisi Alessandro Belli, Head of Hospitality Italy Cushman & Wakefield, presidente di Alumni Luiss Business School e Adjunct Professor Luiss Business School, evidenzia i numeri registrati lo scorso anno da alcuni competitor. La Francia, per esempio, ha visto investimenti per 3,1 miliardi in 115 immobili per complessive 10mila camere, in Spagna 3 miliardi di euro con 105 asset e 15mila camere transate e pure la Germania riesce a fare meglio dell’Italia.

A penalizzare la Penisola è l’eccessiva burocrazia e la scarsità di informazioni, molto spesso poco chiare e trasparenti, sulle opportunità di investimento. E questo nonostante il settore alberghiero italiano stia tornando rapidamente ai livelli pre pandemia per quanto riguarda l’occupancy e addirittura li abbia abbondantemente superati in termini di tariffa media giornaliera (ADR) e di fatturato per camera disponibile (RevPar). Sempre più impattante per il settore il rispetto dei criteri ESG sia per gli investitori, che per gli operatori che per i finanziatori: oggi si investe e si finanziano operazioni con elevato profilo di sostenibilità mentre le altre sono considerate fuori mercato. Forte l’interesse per la montagna, che ha grandissimo potenziale di crescita nel prossimo futuro: l’Italia è il primo paese europeo per superficie di comprensori sciistici e numero di stazioni ma anche in questo ambito c’è un’eccessiva frammentazione. Il numero di grandi stazioni sciistiche è nettamente più basso di quello di Francia e Austria.

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Le due tavole rotonde - moderate rispettivamente da Giorgio Palmucci, Vice Presidente Confindustria Alberghi e Past President Enit e Alessandro Belli, Head of Hospitality Italy Cushman & Wakefield, Presidente di Alumni Luiss Business School e Adjunct Professor Luiss Business School - sono intervenuti Arnaldo Aiolfi, Amministratore delegato Italia e Direttore Progetti di Sviluppo Europa del Sud di Club Med; Valeria Ghezzi, Presidente ANEF; Franco Lentini, Hospitality Development Manager di Enrosadira e Advisor Coordinamento Turismo Confindustria Veneto; Angelo Wu, Vice President di INVEL Real Estate Partners; Graziano Debellini, Presidente TH Group; Erich Falkensteiner, Presidente FMTG - Falkensteiner Michaeler Tourism Group; Aldo Melpignano, Founder & CEO Egnazia Ospitalità Italiana e Emanuele Prataviera, Head of Real Estate Investments Finint SGR. In questi momenti di confronto le parole chiave sono state: sostenibilità, accessibilità, qualità del servizio, destagionalizzare, semplificazione, formazione, capitale umano, investimenti e turismo internazionale. In questa accezione le destinazioni montane hanno la potenzialità di accogliere, ospitare turisti tutto l’anno a patto che siano presenti, o che si investa, in impianti e strutture alberghiere per non perdere dell’effetto attrattivo che le montagne hanno. Tra i temi trattati a più riprese anche quello legato alla carenza del personale e la necessità di un intervento sul cuneo fiscale che nella pratica penalizzante le aziende italiane rispetto ai Paesi europei suoi competitor. Opinione comune il potenziale ancora inespresso delle tante destinazioni montane, soprattutto agli occhi della domanda internazionale e la relativa necessità di un impegno maggiore da destinare all’attività di comunicazione così da posizionare il brand montano italiano su target più elevati del mercato.

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