Più investimenti pubblici nella road map dell’Ue per rilanciare la crescita
di Isabella Bufacchi
5' di lettura
Il futuro dell'Unione europea sta nella crescita: la crescita economica e la crescita della fiducia dei cittadini nelle istituzioni e nelle soluzioni europee. E per crescere di più, e rafforzare l'Unione, l'Europa deve agire su tutti i fronti, con urgenza, e contrastare le sfide che provengono dal suo interno, come l'emergenza immigrazione e la crescita del populismo anti-euro, e dall'esterno come Brexit, il terrorismo islamico e le politiche di rottura dell'amministrazione Trump.
Questo scatto in avanti è alla portata dell'Europa con una road map di interventi a breve, medio e lungo termine tra il 2017 e il 2022: è questa la proposta di Atlantic Council, l'influente think tank americano di geopolitica che oggi presenta un rapporto a Washington che IlSole24Ore è in grado di anticipare e che traccia una “Road map per la crescita europea” (Charting the future now, European economic growth and its importance to American prosperity).
LA ROAD MAP 2017-2022.
Gli interventi suggeriti nel rapporto sono molteplici: più investimenti pubblici una tantum con una flessibilità temporanea accordata agli stati più virtuosi, tra i quali l'Italia, per generare risorse extra di oltre 84 miliardi nel biennio 2017-2018; più capitale di rischio, private equity, venture capital ed eurobond mirati alla crescita e semplificazioni e agevolazioni per finanziare le PMI, l'innovazione, la ricerca e lo sviluppo; un budget europeo triplicato rispetto a quello attuale dell'1% del Pil europeo; una leadership politica più vigorosa che velocizzi la realizzazione del mercato dei capitali unico, dell'Unione dell'energia europea e la comunicazione digitale transfrontaliera; il ritorno immediato alla libera circolazione dei cittadini con il ripristino di Schengen e il rilancio degli accordi commerciali con gli Usa per tenere in vita il progetto di trattato per il commercio transatlantico TTIP. Non da ultimo, l'Europa deve abbandonare l'ipotesi delle due velocità per realizzare un'Unione a cerchi concentrici con un nucleo centrale di stati favorevoli all'unione fiscale e agli eurobond, tra i quali Germania, Francia e Italia.
L'Europa deve agire subito, è questo in essenza il messaggio del rapporto, perché le sfide che deve affrontare sono destabilizzanti e perché la tempistica è aiutata dai tassi bassi e dal QE che rende tutto più facile. La Ue e l'Eurozona in particolar modo devono rafforzare l'unione e la crescita utilizzando tutte le leve che sono già a disposizione, e che vanno ora potenziate ora accelerate, e creandone delle nuove. “Solo piu' crescita economica puo' essere una risposta ai populismi che circondano l'Europa. Questo documento mostra che un percorso e' a portata di mano se si agisce subito con azioni concrete a livello europeo”. ha detto Andrea Montanino, tra gli autori del rapporto e responsabile del programma di analisi economiche dell'Atlantic Council.
LE MISURE PIU' URGENTI del 2017
Il report individua fin da quest'anno alcuni interventi chiave. Il primo sollecitato è il ripristino di Schengen e della libera circolazione dei cittadini, rafforzando i controlli alle frontiere, distribuendo equamente i costi tra gli Stati partecipanti e migliorando l'integrazione degli immigrati. A questo proposito, il rapporto mette in chiaro che l'immigrazione clandestina per vie illegali è aumentata dai 107.000 nel 2013 a 1,8 milioni nel 2015. Ma suggerisce all'Europa di rassicurare i cittadini con un migliore controllo dei confini e delle frontiere, e di dare risposte concrete per evitare la crescita del populismo e dei partiti anti-euro. L'abolizione di Schengen non è la risposta e anzi la libera circolazione va reintrodotta e garantita.
Il rapporto è inoltre favorevole alla riapertura dei tavoli tecnici sul TTIP (Transatlantic Trade and Investment Partnership), un progetto che non va abbandonato, tenuto conto che neli Usa negli ultimi 60 anni hanno investito uno stock accumulato di oltre 2.500 miliardi di dollari di FDI in Europa contro i 75 miliardi in Cina nello stesso periodo. Il report sottolinea un trend: negli anni 60 gli Usa rappresentavano il 40% del Pil mondiale e avevano un ruolo di leadership indiscussa mentre adesso sono calati al 20% e quindi hanno bisogno di partners affidabili e grandi, come potrebbe essere la Ue. Anche con Brexit, l'Europa deve giocare bene le sue carte e portare avanti i negoziati con il Regno Unito valutandone l'impatto nel prossimo ventennio e riconoscendo la validità delle critiche. Il rapporto calcola che il peso del Pil della Ue sul Pil mondiale scenderà dal 22% al 18,1% con l'uscita del Regno Unito.
GLI INTERVENTI IN 24 MESI
La Road map consigliata da Atlantic Council si concentra poi su una serie di passi che andrebbero presi entro i prossimi due anni. Individuare progetti di sviluppo che possono essere chiusi entro 24 mesi: Forbes nel 2015 mise in evidenza che delle 100 società al mondo più innovative, solo 11 erano europee. L'Europa deve investire di più in ricerca e sviluppo e innovazione, deve abolire le barriere digitali, e portare a termine l'Unione dell'energia europea.
L'Europa deve risolvere il problema della carenza di adeguate risorse finanziarie per le PMI e per le start-ups. Gli investimenti in ricerca e sviluppo hanno un obiettivo in Europa del 3% del Pil ma la media europea è più vicina all'1,8% contro il 4,2% della Corea del Sud, il 3,5% del Giappone e il 2,8% degli Usa. Va creato velocemente il mercato dei capitali unico, perché le banche in Europa finanziano all'80% l'economia contro il 20% negli Usa. Bei ed EFSI (European Fund for Strategic investment) devono essere messi nelle condizioni di centrare velocemente gli obiettivi del Piano Juncker. L'Europa deve ridurre la regolamentazione e aumentare gli incentivi per potenziare il venture capital che (negli USA è 4,5 volte superiore all'Europa), il private equity (Usa 2,4 volte l'Europa) e il ricorso ai bond (Usa 1,4 volte l'Europa).
Uno dei fattori fondamentali per rafforzare la crescita è indicato dal rapporto nell'applicazione “intelligente” della regola sulla flessibilità del Patto di Stabilità e Crescita a favore di investimenti pubblici una tantum: nel 2017 e nel 2018 investimenti addizionali one-off dello 0,5% del Pil con una misura temporanea per i Paesi con deficit inferiore al 3% possono generare 84,3 miliardi di investimenti aggiuntivi, di cui 31,4 provenienti dalla Germania e 16,7 dall'Italia, ma zero da Francia e Spagna a causa dei loro deficit oltre il 3%.
“ Nei prossimi prossimi 24 mesi si puo' realizzare l'integrazione dei mercati dei capitali, dell'energia, dei servizi, e un mercato unico digitale. Questo non genera automaticamente crescita, ma crea le giuste condizioni. Spetta poi a singoli paesi fare i compiti a casa”, ha commentato Montanino.
COSA FARE ENTRO IL 2022
Il rapporto consiglia all'Europa di abbandonare l'ipotesi delle due velocità e di sviluppare una struttura a cerchi concentrici: il nucleo deve essere formato dai Paesi aderenti alla European Fiscal Authority. Il budget dell'Unione di questi paesi , per finanziare la spesa corrente, va portato al 3% del Pil (ora è all'1% contro il budget federale Usa che tocca il 22% del Pil). L'emissione di eurobond, quindi debito pubblico europeo, deve servire invece per finanziare gli investimenti per la crescita.
Il report è il frutto del lavoro di un gruppo composto, tra gli altri, da Jose' Barroso (ex presidente della Commissione europea), Gordon Bajnai (ex primo ministro ungherese, ora COO di Meridiam), tre ex ambasciatori americani presso la UE, tra cui Stu Eizenstat che e' stato il numero due di Larry Summers al ministero del Tesoro americano, Enrico Letta. Sono state coinvolte aziende come JP Morgan, UPS, Pirelli, Beretta, Moody's e ha partecipato alla stesura del documento la Banca Europea degli Investimenti.
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