corporate art awards

Più mecenati tra le imprese: a Ferragamo e Generali il premio Art bonus

di Antonello Cherchi

2' di lettura

L’Art bonus, la detrazione fiscale del 65% riconosciuta a cittadini e imprese che aiutano la cultura, ha superato la soglia dei 200 milioni di euro. In tre anni - l’incentivo ha debuttato nel 2014 - la risposta dei Mecenati è andata via via crescendo. Le imprese e le Fondazioni fanno la parte del leone, come dimostra anche il riconoscimento speciale assegnato a Ferragamo e Assicurazioni generali nell’ambito dei Corporate art awards, i premi per promuovere le eccellenze del mecanatismo. L’ appuntamento si è svolto a Roma, prima al ministero dei Beni culturali e poi al Quirinale, ed è stato inserito nell’ambito della settimana della cultura d’impresa promossa da Confindustria.

Il micromecenatismo
Ferragamo ha utilizzato l’Art bonus per restaurare la Fontana del Nettuno in piazza della Signoria a Firenze, mentre Assicurazioni generali per interventi sui Giardini reali di Venezia. Due tra i 1.323 progetti a favore della cultura attivati da 6.345 Mecenati grazie al nuovo incentivo fiscale, che ha introdotto anche nel nostro Paese il concetto di micromecenatismo, aprendo al contributo, oltre che delle aziende, dei privati cittadini.

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Differenze territoriali
Le regioni più generose sono state la Lombardia (72,8 milioni raccolti), il Veneto (30,3) e il Piemonte (28,1). Meno munifiche la Valle d’Aosta (500 euro), il Molise (600) e la Calabria (5.200). In Basilicata, poi, nessuno si è fatto avanti. «L’Art bonus - ha commentato il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini nel corso dei Corporate art awards - ha contribuito a far carriere la barriera ridicola e ideologica tra pubblico e privato. Purtroppo sulle donazioni c’è ancora un notevole divario territoriale, che va superato. Ci vuole tempo, siamo all’inizio del percorso. Resta il valore pedagogico dell’incentivo, che chiede a cittadini e imprese di restituire al Paese una parte di ciò che si è ricevuto».

Una nuova strategia culturale
«Se molto resta ancora da fare, soprattutto per incentivare una più estesa partecipazione - ha sottolineato Marcella Panucci, direttore generale di Confindustria -, si deve riconoscere la portata innovativa di questa leva fiscale, che consente di dare nuovo ossigeno alle risorse per la cultura. Allo stesso tempo, in una chiave interpretativa più civica, l’Art bonus si rivela uno strumento chiave per l’attuazione di una nuova strategia culturale che favorisca il riavvicinamento al patrimonio culturale, e quindi all’identità collettiva, da parte dei privati».

L’impegno delle imprese
«Le imprese hanno un ruolo pubblico con un forte impatto sulla società. Da qui - ha affermato Pina Amarelli, che fa parte del gruppo tecnico cultura e sviluppo di Confindustria - l’impegno sul versante della cultura, anche perché senza cultura non si fa impresa».

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