Più prenotazioni, meno cancellazioni e prezzi in rialzo: i trend di viaggio 2022
Lo rivela l’ultimo report Hotel Booking Trends di SiteMinder sulla base di oltre 100 milioni di operazioni online attraverso intermediari e siti web degli hotel
di Gianni Rusconi
I punti chiave
4' di lettura
Prenotazioni in forte crescita rispetto al 2021, maggiore intervallo di tempo tra il booking del soggiorno e l'effettivo arrivo presso la struttura prescelta, tassi di cancellazione in calo e tornati ai livelli pre-pandemia, aumento della tariffa giornaliera media: questi i dati salienti della nuova edizione del report “Hotel Booking Trends” realizzato dalla piattaforma di prenotazione alberghiere SiteMinder (sulla base di oltre 100 milioni di operazioni effettuate online attraverso intermediari e siti Web degli hotel) e focalizzato sui comportamenti dei viaggiatori negli ultimi dodici mesi.
Le tendenze più importanti
Mentre arrivano sempre più segnali di ripresa per il turismo in Italia nel 2023 (le ultime sono dell’istituto Demoskopika secondo cui a scegliere l’Italia per le vacanze sarebbero quasi 61 milioni di stranieri, poco meno della metà del dato complessivo degli arrivi previsti, generando ben 215 milioni di pernottamenti), il rapporto di SiteMinder conferma che le prenotazioni presso le strutture ricettive italiane sono tornate ai livelli pre-pandemia, pur in presenza di un incremento dei prezzi delle camere nelle principali destinazioni di viaggio
I numeri
Guardando ai principali dati relativi ai soggiorni trascorsi nel nostro Paese scopriamo nel dettaglio che nel 2022 viaggiatori e turisti hanno prenotato in media dieci giorni prima rispetto al 2021, passando da 19 a 29 giorni, mentre il tasso di cancellazioni si e attestato intorno al 20%, percentuale che ricalca in linea di massi il 19% del 2019. Il tempo trascorso tra la prenotazione e il check-in, in particolare, è stato più breve a gennaio (il mese con meno prenotazioni e arrivi in assoluto) e più lungo per i soggiorni di settembre mentre il calo della percentuale di annullamenti è particolarmente sensibile se raffrontato al 2020, quando tocco il 41%.
I prezzi e i canali più utilizzati
Un dato che sicuramente interessa i traveller più attenti alle tendenze è quello relativo ai prezzi degli alloggi. Ebbene, la tariffa giornaliera media è in continua crescita e il mese di settembre si piazza in cima alla classifica a quota 238 euro, il valore più alto registrato in tutto il 2022 a livello italiano e in salita del 156% rispetto al prezzo minimo medio di una camera degli ultimi quattro anni, partendo dai 93 euro di novembre 2020. Fra i canali utilizzati per andare in vacanza (sulla base dei ricavi lordi realizzati attraverso SiteMinder) Booking.com si conferma al primo posto fra le piattaforme di prenotazione che ha generato più ricavi nel 2022 per gli hotel in Italia, precedendo Gruppo Expedia e i portali ufficiali delle strutture ricettive. Non passa inosservato il fatto che Airbnb sia entrata nella top 10, guadagnando due posizioni rispetto all'anno scorso (grazie anche al canale hotel) e sopravanzando Lastminute.com, che si colloca in 11esima posizione. In linea generale emerge con evidenza il cambiamento del flusso turistico in Italia: i viaggiatori internazionali hanno superato il numero di turisti locali per la prima volta dal 2019 toccando il picco a dicembre, quando il 60% delle presenze in hotel proveniva dall'estero, contro il 48% di un anno prima.
L'effetto Cina e il “new normal” dei traveller
C'è una spiegazione logica al boom del turismo internazionale in Italia nel 2022, si legge ancora nel rapporto di SiteMinder, ed è la revoca delle restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina, il più grande mercato turistico a livello globale prima della pandemia. Nel 2019 i traveller del Paese asiatico spesero infatti circa 255 miliardi di dollari effettuando 155 milioni di viaggi fuori da confini nazionali e i segni evidenti di una ripresa parziale di questo immenso traffico arrivano dai dati più recenti della piattaforma, che ha registrato a febbraio 2023 un volume di prenotazioni “outbound” nette dei viaggiatori cinesi in aumento del 37% rispetto alla meta di dicembre scorso. La “febbre da viaggio” dei cinesi trova confermano un'altra tendenza che si è consolidata su scala globale nel corso dell'ultimo anno, e cioè la predisposizione a prenotare e a spendere di più rispetto al recente passato per alloggi e vacanze nonostante i rincari imposti dall'inflazione. Nella “nuova normalità” post pandemica, la stragrande maggioranza dei turisti italiani è per esempio disposta a spendere denaro aggiuntivo per gli extra durante le proprie vacanze mentre l'80% dei viaggiatori ha ribadito l'importanza di avere la flessibilità di modificare facilmente o cancellare liberamente la propria prenotazione.
Il confronto con il mondo
Le tendenze sulle prenotazioni registrate in Italia trovano in qualche modo corrispondenza sulle dinamiche mappate a livello globale, a cominciare dal maggior anticipo dei tempi di booking per l'hotel, confermato dall'aumento del 38% dell'intervallo medio fra prenotazione e arrivo in hotel sull'anno precedente (da 24 a 30 giorni). Sono scese del 17% rispetto all'anno precedente le cancellazioni, con una media che nel 2022 si è attestata al 20% (in linea con quella italiana) e le destinazioni con il tasso di annullamenti più alto e basso sono rispettivamente Irlanda (con il 26%) e Indonesia (10%). Nel 2022 i viaggiatori si sono dimostrati sempre più disponibili a prenotare direttamente gli hotel, nonostante le piattaforme di online travel agency abbiano recuperato terreno e Airbnb abbia aumentato in modo sostanziale il proprio peso nell'economia del booking (grazie all'apertura agli hotel e ad altre strutture ricettive) e nel complesso hanno prenotato di più rispetto all'anno precedente, nonostante la tariffa media giornaliera per la camera d'albergo sia aumentatadel 24% sul 2021, raggiungendo i 177 dollari.
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