Più social e più digitale: si rinnova il sistema della formazione italiana nel mondo
Concluse alla Farnesina le Giornate dedicate, con i ministri Tajani e Valditara. In un documento programmatico le linee guida per il futuro
di Manuela Perrone
I punti chiave
3' di lettura
Nuovi approcci di insegnamento, sprint all'apprendimento tra pari e intergenerazionale, gemellaggi elettronici e progetti congiunti tra scuole italiane all'estero e scuole sul territorio nazionale, programmi di educazione digitale, creazione di un sito dedicato con profili social che funga da piattaforma unica di coordinamento. Il sistema della formazione italiana nel mondo si rinnova e guarda al futuro, nella consapevolezza che educazione e istruzione sono strumenti di diplomazia culturale e soft power: rafforzano all'estero il valore (e i valori) dell'Italia.
Le Giornate della formazione italiana nel mondo
A fare il punto sullo stato dell'arte e sulle iniziative per dare slancio al sistema è stata la prima edizione delle Giornate della formazione italiana nel mondo, iniziativa del ministero degli Affari esteri che si è conclusa il 17 novembre alla Farnesina, con la partecipazione dei ministri degli Esteri, Antonio Tajani, e dell'Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara. Aperti dal Direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale, Pasquale Terracciano, i lavori hanno visto alternarsi le testimonianze di studenti, esperti, insegnanti, dirigenti scolastici e personale amministrativo. «Un momento cruciale di dibattito e celebrazione del modello educativo italiano», ha sottolineato Terracciano.
La rete conta oltre 300mila studenti
Il sistema della formazione italiana nel mondo, che conta complessivamente 302.799 studenti e 674 unità di personale scolastico, è una rete internazionale di istituzioni educative, gestita dalla Farnesina attraverso l'ufficio V della Direzione generale per la diplomazia pubblica e culturale. Al cuore del sistema ci sono le sette scuole italiane attive all'estero (Addis Abeba, Atene, Barcellona, Istanbul, Madrid, Parigi e Zurigo), a cui si aggiungono 42 scuole paritarie italiane all'estero (30 nell'emisfero boreale e 12 in quello australe), 92 sezioni italiane in scuole straniere, bilingui o internazionali (fondamentali per poter intervenire in aree rilevanti dove non sono presenti scuole statali né paritarie, come nei Balcani e in tutta l'Europa orientale), 10.979 corsi di lingua e cultura italiana, 130 lettorati d'italiano nelle Università straniere di 63 Paesi.
Inclusività e democrazia i valori base
Questa galassia strategica è disciplinata dal Dlgs 64/2017 che, sistematizzando la normativa di riferimento, ha fissato un macro-obiettivo per il sistema: favorire «la centralità del modello educativo e formativo della scuola italiana nella società della conoscenza in contesti multiculturali e pluralistici, fondato sui valori dell'inclusività, dell'interculturalità, della democrazia e della non discriminazione». Lo stesso decreto chiarisce che la rete ha come target fondamentale «la diffusione e la promozione della lingua e della cultura italiana all'estero in un sistema valoriale europeo e in una dimensione internazionale e persegue prioritariamente gli obiettivi formativi cui si ispira il sistema nazionale di istruzione e formazione».
Le linee guida per il futuro
Adesso l'intento è duplice: ampliare il sistema e modernizzarlo. Rispetto al primo punto, si partirà a breve con il riconoscimento dell'istituto scolastico inaugurato l'anno scorso a Tirana dalla Società Dante Alighieri, a cui seguiranno altre scuole a Cordoba, Santiago del Cile, San Paolo del Brasile. Quanto al secondo obiettivo, i quattro tavoli tecnici che si sono riuniti prima dell'evento conclusivo del 17 novembre si sono confrontati sugli snodi cruciali: metodologie didattiche innovative; digitalizzazione, interculturalità, inclusione e sostenibilità; scuola aperta e integrata, tra comunicazione e progettualità; il network del sistema (come fare rete?). Il documento finale parla chiaro: il futuro sta nelle tecnologie e nello scambio. La rete farà sempre più rete: all'interno e all'esterno, con le rappresentanze diplomatico-consolari, con gli istituti italiani di cultura (anch’essi in espansione), con i territori. Da qui l’idea di una piattaforma unica di coordinamento del sistema della formazione italiana nel mondo, che possa aggregare tutti i pubblici di riferimento, e di un forum internazionale degli studenti.
Una finestra della nostra eccellenza
Attraverso le scuole e la formazione «si rafforza la rete di amici dell’Italia nel mondo», ha osservato il ministro Tajani, anticipando che a fine anno nascerà un tavolo tecnico tra Affari esteri, Istruzione e merito, Università e ricerca «per l’estensione e l’espansione della rete della formazione e della cultura italiana». «Il nostro modello educativo – ha affermato il titolare dell’Istruzione, Valditara – è uno strumento formidabile per diffondere all’estero il nostro patrimonio e i nostri valori. Un’autentica finestra della nostra eccellenza».
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