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Sono più di tremila le aziende campane che hanno i requisiti per candidarsi al “Garanzia Campania Bond”, il programma di Basket Bond promosso da Sviluppo Campania e coordinato da Mediocredito Centrale e Banca Finint.
Le conta lo studio realizzato da VVA Debt & Grant, società che si occupa di finanza strutturata agevolata, guidata da Claudio Calvani, in collaborazione con il think tank Competere.EU. Dallo studio, realizzato sui bilanci delle società con sede legale in Campania che singolarmente sono considerabili Pmi e hanno depositato il bilancio d’esercizio 2021 con un fatturato di almeno 1 milione e un Ebitda superiore a 500mila, emerge che sono 1.812 le aziende candidabili della provincia di Napoli, 639 in provincia di Salerno, 345 di Caserta, 119 di Avellino, 95 di Benevento.
«Si tratta di numeri consistenti, ma – avverte lo studio – in realtà oggi solo pochissime aziende conoscono lo strumento messo in piedi dalla Regione Campania sebbene sia alla seconda edizione e nonostante il grande lavoro di Sviluppo Campania e di Elite- Borsa Italiana nell’avvicinarle allo strumento».
Veniamo ai requisiti. Possono candidarsi le Pmi che hanno almeno una sede operativa nella Regione Campania o si impegnano a costituirla entro la data di ammissione al portafoglio; hanno un rating valido rilasciato da una Agenzia ECAI, almeno pari a BB- sulla scala Standard & Poor's (o equivalente). Per le Pmi non ancora in possesso di un valido Rating BB-, è possibile partecipare allorché dimostrino al momento della manifestazione di interesse altri requisiti. Ebbene, delle società individuate, 879 possono manifestare interesse al programma anche se non dotate del rating richiesto, mentre 2.131 (non possedendo tutti i requisiti richiesti e in molti casi avendo un fatturato più basso della soglia minima di 10 milioni) se volessero manifestare interesse al programma, avrebbero bisogno prima di ottenere un rating creditizio da parte di un’Agenzia Ecai.
Le piccole e medie imprese italiane ed in particolare quelle meridionali hanno iniziato ad approcciarsi solo negli ultimi anni alla finanza alternativa, mercato dei capitali diverso da quello tradizionale e con maggiore complessità. Sviluppo Campania per facilitare l’accesso delle piccole medie imprese alla finanza alternativa, nella nuova edizione, ha previsto un contributo a fondo perduto pari al 50% dei costi una tantum legati ad arranger e agenzia di rating.
Le imprese che sono considerate possibili aspiranti a partecipare al programma di emissione di Minibond, operano principalmente in tre settori: manifatturiero per il 25%, commercio per il 29% e costruzioni per il 12%. All’interno del settore manifatturiero il principale segmento è quello dell'industria alimentare per il 6%, seguito da quello metallurgico e della lavorazione dei metalli per il 5%.
«Le aziende campane – spiega il ceo di VVA Claudio Calvani– si sono dimostrate negli ultimi anni interessate ai temi della finanza alternativa, come ha dimostrato il successo della prima edizione del Garanzia Campania Bond. In particolare le Pmi, sebbene in numero ancora contenuto, hanno compreso quanto sia importante poter contare su polmoni finanziari addizionali e alternativi rispetto a quelli tradizionali, soprattutto per finanziare i progetti di investimenti, grazie alla maggiore taglia delle operazioni. Questo è il segnale delle grandi potenzialità della Campania».
Dai dati emerge anche che le aziende candidabili hanno in media livelli di indebitamento contenuti e un tasso di crescita dei ricavi 2021 rispetto a quelli 2020 del 18%. «Inoltre – secondo lo studio – le Pmi campane candidabili hanno registrato un tasso di crescita superiore a quello del Pil nazionale, pari al 6,6%». Dallo studio emerge come le tremila aziende candidabili abbiano un fatturato complessivo superiore ai 34,7 miliardi, un Ebitda complessivo di 3,7 miliardi e più di cento mila dipendenti diretti. «Parliamo - avverte ancora lo studio –della spina dorsale dell’economia campana». «L’aumento dei tassi d'interesse – aggiungono per Competere.Eu il segretario generale Roberto Race e il coordinatore dell’Osservatorio Next Generation Giuseppe Arleo – impone alle Pmi lo sviluppo di canali di supporto al credito alternativi». Regioni come la Campania e la Puglia - sottolinea la ricerca - sono state apripista in Italia con i Basket Bond diventando un modello per il resto del Paese.
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