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Placido Tellurico, un ispettore “troppo umano”

In libreria “La danza delle anime”, Giorgio Lupo, per i tipi di Sette Chiavi

di Marco Onnembo

2' di lettura

C'è molto di originale ne “La danza delle anime” di Giorgio Lupo. Perché riesce ad essere un romanzo giallo in senso classico, un thriller vecchia maniera ma ricco di note romantiche. Non mancano i colpi di scena – come da consolidata tradizione di genere - ma a tenere tutto insieme è la vena di umanità che caratterizza il protagonista (e forse questo è l'elemento di maggior somiglianza con un altro famoso commissario siciliano).

Placido Tellurico

Lui è Placido Tellurico, l'ossimorico vicequestore di Termini Imerese, la cittadina in provincia di Palermo che fa da sfondo alle vicende narrate. Tutto parte dall'omicidio di una adolescente avvenuto proprio nei pressi del commissariato locale che, come da prassi, è solo l'incipit della vicenda, di una storia che presenta molte facce. Come la verità.Sarà Tellurico a seguire le indagini che, pagina dopo pagina, sono accompagnate dalle note, dalle parole e dalle atmosfere evocate da una nota canzone di Robertina Taormina, anziana artista che sessant'anni prima aveva trionfato al festival di Sanremo, il cui titolo dà il nome al romanzo stesso.

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Il detective

Il detective - che nel suo percorso per scoprire di verità, dopo il primo omicidio, dovrà indagare anche sulla morte della cantante avvenuta sul palco di una nave da crociera mentre si esibisce, apparentemente per infarto - compirà un'autentica immersione nell'animo umano, che sembra essere un luogo particolarmente buio. Ma nel quale riuscirà a destreggiarsi bene.

Molto umano, forse troppo

Placido Tellurico è molto umano, abbiamo detto, forse troppo. E non nasconde mai, al lettore e a sé stesso, il mix di debolezze, fragilità e forza che lo hanno reso ciò che è. Capace perfino di nascondere agli altri sofferenze inutili.La trama è ricca di flashback e si svolge su diversi piani temporali che alla fine si ricompongono dando modo al protagonista di fare luce sulla vicenda.È un romanzo in cui c'è molta Sicilia, presentata fuori dagli stereotipi, ma non in fuga a tutti i costi dal proprio dna. Ed è un'essenza che emerge dalla descrizione dei paesaggi, dalla loro bellezza e complessità. Una morfologia articolata che sembra lo specchio dell'inconscio delle persone, del loro modo di pensare, “dei siciliani” come dice lo stesso autore, per i quali le cose più importanti non sono mai quelle che vengono dette, ma le altre. E poi, come in ogni giallo che si rispetti non può mancare la femme fatale, anzi due. Perché oltre ad Angelica, una donna conturbante e bella, nipote della cantante Taormina, che farà perdere la testa al protagonista, si palesa anche Federica, l'ex moglie di Tellurico. A sostenerlo, c'è la forza della squadra, i suoi collaboratori – anche questo un rassicurante cliché pescato nella tradizione – che quando serve sta al suo fianco. E lui al loro.Il ritmo veloce e la struttura mai inutilmente complicata danno vita ad un romanzo che si presenta come un'ottima lettura estiva.

“La danza delle anime”, Giorgio Lupo, Sette Chiavi, pagg. 328, euro 18

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