Interventi

Plastica, le nuove norme europee sui polimeri

I dubbi sollevati dall'EEB sono legittimi, per evitare che la situazione possa aggravarsi ulteriormente, i controlli da parte delle autorità europee preposte devono essere serrati e sicuri.

di Alfredo De Girolamo

(AdobeStock)

2' di lettura

Nella comunità scientifica, sta crescendo il timore che le nuove norme sull'utilizzo della chimica nelle plastiche, oggetto di discussione negli uffici dell'Unione Europea, potrebbero aprire la strada a un maggiore uso dei polimeri in futuro, senza molte restrizioni di sicurezza.

In particolare, è l'European Environmental Bureau, ong fondata a Bruxelles nel 1974 e che riunisce oltre 140 associazioni ambientaliste da 30 paesi, a far notare in una relazione presentata alla Commissione Europea, che alcune materie plastiche potrebbero avere impatti dannosi sull'ambiente, se non controllate.

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Da parte sua, la Commissione ha risposto che le proposte sono appena in fase iniziale di analisi, e che sono previste ulteriori discussioni, aggiungendo anche che per quanto possibile, prenderà in considerazione le preoccupazioni sollevate nel portare avanti la proposta. Tuttavia, molti studiosi stanno sollevando dubbi.

Bethanie Carney Almroth, professoressa associata di ecotossicologia all’Università di Göteborg, in Svezia, e firmataria della lettera alla CE, ha dichiarato che la principale preoccupazione degli scienziati riguarda la mancanza di dati e di trasparenza.

Non ci sono dati sufficienti per garantire la sicurezza di migliaia di polimeri in produzione, anche se la tossicità non è ancora stata dimostrata.

Ecco allora che per lei, le autorità di regolamentazione dovrebbero rispettare il principio di precauzione, secondo il quale le nuove sostanze non dovrebbero essere considerate innocue a prescindere.

Un'altra firmataria, Ksenia Groh, a capo del team di bioanalisi dell’Istituto federale svizzero di scienza e tecnologia acquatica, ha dichiarato che finora non è stata effettuata una raccolta di dati trasparente e completa sulla sicurezza di tutti i polimeri.

In ultima istanza Dolores Romano, responsabile della politica in materia di sostanze chimiche presso l'European Environmental Bureau, ha affermato che la crescente pervasività delle microplastiche nell’ambiente ha dimostrato che i polimeri possono trovare la strada per immettersi nel nostro organismo con grande facilità, e che una nuova regolazione più permissiva potrebbe aggravare la situazione, invitando allo stesso tempo la Commissione Europea a rivedere le proprie intenzioni, in modi più dannosi di quanto i regolatori abbiano previsto.

L’inquinamento da polimeri è infatti fuori controllo. Siamo esposti quotidianamente ad esso, in quanto vengono utilizzati in plastica, tessuti, prodotti per la pulizia e persino cosmetici. Spesso pensiamo all’inquinamento da plastica solo come ad un ingombrante ammasso di rifiuti che possono disperdersi nell'ambiente, ma sappiamo anche che questo può tradursi in una vasta nube di micro e nanoplastiche che contaminano la terra, l’acqua e l’aria, immettendosi con facilità nel nostro corpo.

I dubbi sollevati dall'EEB sono legittimi, per evitare che la situazione possa aggravarsi ulteriormente, i controlli da parte delle autorità europee preposte devono essere serrati e sicuri.

Solo con ampi processi di discussione, analisi e sensibilizzazione – oggi, rispetto all'esplosione del problema-plastica alcuni anni fa, l'opinione pubblica è molto più attenta e recettiva su un tema che ha condizionato i dibattiti politici dappertutto nel Mondo, anche grazie alla sensibilizzazione sulle tematiche ambientali portata dall'impegno dei giovani di Fridays for Future – si può giungere a regole e norme che possano mettere in sicurezza l'ambiente, e con esso il nostro futuro.

(@degirolamoa)

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