Playoff Mondiali in Qatar: l’Italia sfida la Macedonia. Si può solo vincere
Il ct Roberto Mancini stempera la tensione, ma per gli azzurri c’è l’incubo ansia. A Palermo questa sera serivranno calma, rapidità e fraseggio
di Dario Ceccarelli
4' di lettura
Rieccoci qua. Come in quei brutti sogni che a volte ritornano. L’esame di maturità in cui non sai spiccicar una parola. Un’ombra che ti insegue nella notte. L’ascensore che si blocca all’improvviso. Un licenziamento in tronco dalla sera alla mattina.
E dire che siamo campioni europei, e che dal trionfo di Londra non è neppure passato un anno. Eppure, nonostante l’estate magica, la nazionale è ancora davanti a un bivio pericoloso, quello dei playoff per i mondiali in Qatar: un bivio che non permette altri passi falsi. Bisogna vincere. Due volte. Due partite secche. La prima questo giovedì 24 marzo a Palermo nella semifinale contro la Macedonia del Nord. Quindi, se vinciamo, il 29 marzo in trasferta contro la vincente tra Portogallo e Turchia.
Non si può sbagliare
Una seconda eliminazione consecutiva per una nazionale come l’Italia, che ha vinto quattro mondiali, e due li ha persi in finale, sarebbe un incubo da scacciare a priori. Non è mai capitato, da quando il torneo è a 32 squadre, che una nazionale con almeno un titolo in bacheca abbia subito questo smacco.
Quindi, come ha detto Mancini, questi fantasmi vanno scacciati. Il tecnico lo fa cercando di stemperare la tensione: «Non abbiamo avuto molto tempo prima di questa partita coi macedoni, perciò ho confermato il gruppo dell’Europeo. Sette giocatori hanno già vissuto nel 2017 una situazione simile. Non so se sia meglio o peggio. So che l’importante è giocare bene e restare concentrati. L’Italia gioca bene a calcio. Dobbiamo rimanere tranquilli e giocare la nostra partita. Loro sono bravi a difendersi. E non ci daranno molto spazio. Ma noi siamo pronti. Durante la partita vedremo se saranno necessari dei cambiamenti…».
Mancini insomma getta acqua sul fuoco per non sovraccaricare di tensione una partita che, in un contesto normale, sarebbe più che abbordabile. Il primo giorno del raduno, per farsi capire meglio, e tirar sul morale, aveva anche detto: «Voglio allegria e dopo voglio pure vincere il Mondiale».
Dal Paradiso al Purgatorio
Gente allegra il cielo l’aiuta, dice quel proverbio. Ed è quello che sperano i 31mila spettatori che stasera affolleranno lo stadio Barbera di Palermo per dare con il loro entusiasmo una spinta ulteriore a un gruppo che, dopo aver toccato il Paradiso all’Europeo, si è visto questo autunno ripiombare nel Purgatorio dei play off. Ricordate? La palla che non entra. Quei miseri pareggi con l’Irlanda del Nord e la Svizzera. Quel maledetto rigore di Jorginho buttato via che grida ancora vendetta.
Al di là degli incubi e delle scaramanzie, contro la Macedonia, priva di Elmas, sarà importante non farsi prendere dall'ansia e riuscire a sbloccarci in attacco. Meglio se lo facciamo già nei primi venti minuti.
L’attacco il nostro problema
Pur disponendo di un centravanti come Immobile, che con la Lazio segna gol a grappoli (144 reti), facciamo molta fatica ad arrivare al dunque. Tanto gioco, tanto movimento, poche reti. Lo stesso Immobile, riconfermato a Palermo, in Nazionale segna col contagocce. Finora ne ha fatti otto, come Belotti, ma il problema è che non è decisivo nelle partite decisive. All’Europeo ha segnato solo nelle prime due partite, dopo solo tanto movimento e tante sostituzioni. Mancini lo ripropone sia per rispetto alla sua carriere sia perché non può prescindere dal capocannoniere del campionato (21 reti insieme a Vlahovic).
Indispensabili rapidità e fraseggio
Restano però dei dubbi. Non a caso Mancini aveva perfino provato a recuperare Balotelli, cui poi è stato preferito Joao Pedro, più agile e comunque dotato nel palleggio. Naturalmente siamo più forti dei macedoni. Bisogna però non impantanarsi nelle paure che, in autunno, ci hanno bloccato portandoci a una doppia finale che si poteva tranquillamente evitare. Quindi bisogna giocare come sappiamo: con quella rapidità e quel fraseggio collettivo che ci hanno portato sul tetto d’Europa. Questa è la nostra cifra. Se non la dimentichiamo, al gol prima o poi ci arriviamo. Da evitare come la peste invece quegli inutili lanci lunghi che una difesa ben agguerrita, come sarà quella macedone, aspetta come la manna dal cielo.
Le scelte del Ct
Roberto Mancini dovrebbe puntare sul collaudato 4-3-3 con un unico dubbio (Acerbi o Mancini) al centro della difesa a fianco di Bastoni. Mentre sui lati ci saranno Florenzi ed Emerson
A centrocampo confermati i due play (Jorginho e Verrati) con Barella cursore destro. In attacco, a dar supporto a Immobile, Insigne e Berardi, quest’ultimo tra i più in forma del gruppo. Con la sua capacità di saltare l’uomo e di servire i compagni potrebbe essere la chiave per aprire il fortino macedone.
A parte la difesa, rimaneggiata per infortuni vari, Mancini riparte dall’ossatura della nazionale di Wembley. Sapendo di poter contare su una panchina di talenti pronti ad entrare in corsa. Pensiamo alla potenza di Scamacca e all’estro di Zaniolo. Non dimenticando Raspadori e Pellegrini. Ci mancherà il cuore e la forza di Chiellini, ma possiamo farcene una ragione.
Ora però non si può più vivere dei ricordi di una bella estate. Non c’è più tempo. Questo bivio non ce lo permette. Solo più avanti, se l’obiettivo sarà raggiunto, si potranno fare altre riflessioni in vista dei Mondiali del Qatar. Ora bisogna meritarseli. Primo vivere e poi filosofare suggeriva il poeta Orazio che, meglio di tanti bomber, sapeva cogliere l’attimo.
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