Pneumatici usati: ecco che fine fanno e perché aiutano l’ambiente
Nel 2022 il Consorzio ha registrato una raccolta di pneumatici pari a 230 mila tonnellate
di Davide Madeddu
3' di lettura
Il trend è in crescita. La raccolta degli pneumatici fuori uso funziona. E con i numeri che continuano a salire, diminuisce la quantità di emissioni in aria. Il dato arriva dal consorzio Ecopneus, organismo senza scopo di lucro che si occupa della raccolta e riciclo di pneumatici fuori uso in tutta Italia e che nell’intero scenario nazionale gestisce circa il 60 per cento degli pneumatici giunti a fine corsa raccogliendo mediamente 200.000 tonnellate ogni anno, «rintracciate capillarmente in tutti i Comuni d’Italia», dai grandi centri ai borghi, dai piccoli comuni montani alle isole minori.
Raccolta record
Nel 2022 il Consorzio ha registrato una raccolta di pneumatici pari a 230 mila tonnellate. Un dato importante, come sottolineano i responsabili. «Rispetto agli obiettivi di raccolta previsti dalla legge, calcolati sui quantitativi di pneumatici immessi nel mercato dalle aziende socie nell’anno solare precedente, nel 2022 Ecopneus ha raccolto il 119% del proprio target di legge - chiariscono dal Consorzio -, andando incontro al mandato ministeriale del +20% richiesto».
Una presenza capillare
Elevato anche il numero di richieste di prelievo di penumatici destinati alla raccolta: nello scorso anno sono state 80mila e hanno interessato più di 27.500 tra gommisti, stazioni di servizio e autofficine in tutte le Province Italiane.
«Nel corso dell’anno Ecopneus ha messo in campo tutte le risorse di cui dispone, assicurando una raccolta capillare su tutto il territorio nazionale impegnandosi fortemente per lo sviluppo del mercato della gomma riciclata - commenta Federico Dossena, direttore generale del consorzio -, come dimostra il sempre maggior impiego in molti settori, dall’edilizia, all’industria, allo sport, alle infrastrutture, dando un importante contributo agli obiettivi globali di sostenibilità e contrasto alla crisi climatica. Risultati possibili grazie ad una filiera fatta di aziende su tutto il territorio nazionale che con Ecopneus sono impegnate e investono in innovazione e ricerca».
Non solo raccolta
L’attività portata avanti dal consorzio non si ferma al solo recupero ma va oltre . «Solo nel 2021 Ecopneus ha destinato circa 2 milioni euro in progetti di R&D per favorire lo sviluppo del mercato delle applicazioni della gomma riciclata, in termini di qualità dei materiali e di ampliamento dei settori applicativi».
La gomma che si ottiene dal riciclo viene impiegata per la la realizzazione di superfici sportive, campi da calcio, per asfalti silenziosi, isolanti acustici, arredi urbani o per il recupero energetico. «A oggi il mercato della gomma riciclata è in costante crescita - argomenta - Ecopneus si sta dedicando fattivamente a nuovi filoni e settori applicativi attraverso un costante lavoro di Ricerca e Sviluppo, come il riciclo chimico e le applicazioni in ambito industriale distinguendosi inoltre per l’impegno profuso nel fornire supporto e consulenza alle Amministrazioni locali sulle soluzioni innovative ed ecosostenibili».
Più riciclo, meno emissioni
C’è poi l’aspetto legato alle emissioni e quindi al contributo ambientale. In questo caso il dato è relativo al 2021 quando, a sentire i responsabili dell’organismo grazie all’attività di riciclo di Ecopneus è stata evitata l’emissione «di 310mila tonnellate di CO2 equivalenti (un quantitativo pari a quelle di 185 mila autovetture che percorrono 10.000 km in un anno), un consumo di acqua di quasi 1,23 milioni di m3 (la quantità di acqua necessaria per riempire 495 piscine olimpioniche) e un prelievo di materie prime di 282 mila tonnellate (quantità pari al peso di 575 treni Frecciarossa 1000 composti di otto carrozze più locomotore). Benefici a cui si aggiunge il risparmio per il Paese legato alla riduzione delle importazioni di materiale vergine che complessivamente si attesta a circa 79 milioni di euro».
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