Pnrr, la messa a terra dei progetti legati al Piano di ripresa è ancora in alto mare
All’iniziativa del Gruppo 24 Ore nella sede di Assolombarda il confronto tra tutti gli attori coinvolti
di Davide Madeddu
7' di lettura
Le risorse ci sono e i progetti pure. Ma la messa a terra dei programmi legati al Pnrr è ancora in alto mare. È un tratto a tinte ancora fosche quello che riguarda lo stato di attuazione dei progetti legati al Pnrr che guardano al traguardo del 2026 quando dovranno essere chiusi i progetti. A tracciare un quadro, indicando anche gli obiettivi futuri l'iniziativa “Obiettivo rinascita 2023. La messa a terra del Pnrr” promosso dal Sole 24 Ore nell’Auditorium Giorgio Squinzi in Assolombarda.
Dal dire al fare
«Per usare una battuta molto calzante questo è l’anno orribile del Pnrr - ha esordito il direttore del Sole 24 Ore Fabio Tamburini - abbiamo acquisito la consapevolezza che nel passaggio tra il dire e il fare c’è una differenza. Sarebbe ingeneroso dare la colpa al Governo in carica. Un conto è presentare progetti e mandarli a Bruxelles, poi però si deve passare alla fase organizzativa e qui ci sono le difficoltà che stiamo attraversando in modo evidente». Per Tamburini, che ha citato una frase usata dal presidente della Repubblica, «è arrivato il momento di metterci alla stanga per superare le difficoltà. E capire davvero a che punto siamo».
Necessario capire lo scenario del Pnrr
Che sia un anno difficile l’ha sottolinea anche Giorgia Aresu, partner Kpmg, che ha rimarcato come si stia passando «da una fase di programmazione, discendente, a una fase attuativa». Per Aresu «ancora si deve capire qual è lo scenario per tutto il Pnrr». E benché siano arrivate risorse importanti e altre siano in dirittura, ci sono ancora interventi che devono essere portati a termine e snelliti. Come il sistema di monitoraggio e rendicontazione. «Ci muoviamo in un quadro - ha aggiunto - in cui dobbiamo rispettare le regole relative agli aiuti di stato e quindi i tempi».
Ci sono le risorse ma servono le riforme
Proprio la questione tempi è stata al centro della riflessione di Federica Brancaccio presidente dell’Ance che è necessario un po’ di ordine, anche alla luce del fatto che molte aziende «lavorano per il Pnrr e con il vecchio codice e dal primo luglio con il nuovo codice se si mantiene inalterata la data». Ne deriva una sovrapposizione di regole: «Abbiamo situazioni in cui ci sono stazioni appaltanti che vanno in difficoltà». Per la responsabile dell’Ance «sono mancate le grandi riforme». Perché ci sono le risorse ma servono interventi strutturali.
La voce delle imprese
Se da un lato l’attuazione viaggia a regime ridotto, soprattutto quando si interviene con la Pubblica amministrazione, diverso è lo scenario che interessa l'attività delle piccole e medie imprese. «Sul Pnrr abbiamo organizzato un gruppo di persone che si occupano di tutti gli aspetti legati al Pnrr per avere un dialogo con le persone che sono sui territori per avere un dialogo con le imprese - ha detto Luisella Altare, responsabile Corporate Italia UniCredit-. C’è poi l'aspetto legato alla condivisione dei progetti con l'azienda che intende portarli avanti». Anche in questo caso, fattore determinante è sempre quello legato ai tempi e all'aspettativa «per la velocità delle risposte». A ricostruire lo scenario poi Klaus Pini, co-founder & CEO CP Technology che ha raccontato l’esperienza che riguarda il suo gruppo e l'attività portata avanti con il gruppo bancario.
La rete da sistemare
C'è poi l’aspetto legato alla rete e alla connettività che viaggia ancora a velocità ridotte. Alessio Butti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all'Innovazione, ha sottolineato che «abbiamo due terzi delle abitazioni che non sono coperte dalla connettività di 1 gigabit». Il sottosegretario ha poi rimarcato che «abbiamo carenze sul piano aree bianche». «Il vero punto - ha aggiunto - è la visione politica del governo, ossia di conferire al Paese un piano industriale sulle comunicazioni». Poi l’annuncio sugli interventi in corso: «Stiamo lavorando con Fs perché a noi interessa stendere fibra nei loro 17mila km di rete ferroviaria, noi abbiamo messo a disposizione 550 milioni per stendere fibra sui 17mila chilometri».
Tra cloud e burocrazia
C’è poi una sfida che dovrebbero giocare l’Italia e l’Europa e riguarda il cloud e il 5g che oggi non viaggia ancora a pieno regime perché, come sottolineato da Nicola Blefari Melazzi, presidente Cnit e Fondazione Restart «ha bisogno ancora dei terminati innovativi e servizi». Per l’esperto è necessario che all’innovazione che riguarda il sistema radio si colleghi quello della rete. Poi l’aspetto del cloud che «sta andando molto bene» e il 5G in cui «bisogna metterci applicazioni e servizi ed è bene che lo facciano gli operatori». Una certa attenzione poi deve andare anche ai tempi, come sottolineato da Lorenzo Forina, direttore Vodafone Business che ha ricordato poi come per uno scatto di qualità è necessario «avere meccanismi di distribuzione delle risorse del Pnrr rapidi, semplici e accessibili alle Pmi o a ciò che non è grande impresa».
La rivoluzione green
Nella partita che si gioca all’interno del campo del Pnrr assume uno spazio importante quello che ospita la cosiddetta rivoluzione green contro la crisi energetica. Non a caso una delle attenzioni delle aziende riguarda la svolta legata all’idrogeno. «Noi abbiamo un progetto che ha lo scopo di andare a testare l'intera filiera dell’idrogeno verde ed è alle battute finali - ha detto Paolo Gallo, amministratore delegato e direttore generale Italgas- . Noi siamo pronti a partire nella costruzione e il progetto testa tutta la filiera della produzione di idrogeno per produzione di energia elettrica con idrogeno verde e destinarlo a vari usi». Non a caso, Gallo ha ricordato che c’è una «piccola municipalità locale vicino a Cagliari, azienda agroalimentare e poi utilizzarlo insieme con gas naturale per usi residenziali. Questo è un progetto va a coprire l’intera catena del valore e arriva a i vari consumi e usi e la mobilità». Energia, acqua e smart grid sono i punti in cui anche A2A gioca la sua partita che ha visto il gruppo ottenere fondi per 250 milioni di euro e aggiudicare risorse per un grosso numero di progetti. .«Questo grazie a un lavoro avviato più di due anni fa - ha detto Stefano Granella, Chief Strategy & Growth a2a -, inoltre abbiamo dedicato una task force. Certo la parte della rendicontazione è sempre complessa». Quanto agli interventi, «oltre 160 milioni sono destinati a progetti per smart grid». Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della Bei, ha ricordato l’impegno per interventi che guardano sopratutto alla componente ambientale. «Abbiamo offerto a tutte le amministrazioni assistenza tecnica - ha detto - e sappiamo che ci sono realtà in cui la capacità amministrativa ha bisogno di supporto e di progetti». In questo contesto, come rimarcato da Giorgio Graditi, direttore generale dell’Enea «per mettere a terra iniziative complesse è necessario rafforzare le governance per affrontare temi articolati».
Sicurezza e sostenibilità nella mobilità
In qualche caso i cantieri sono stati aperti, in qualche altro i tempi si dilatano per via delle numerose competenze però per gli attori principali, i traguardi del 2026 potranno essere raggiunti in tempo. A puntare l'attenzione su tempi e utilizzo dei fondi è stato Edoardo Rixi, viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti che ha rimarcato come i tempi per le grandi opere «superano di gran lunga i tempi per l'utilizzo dei fondi. Per questo motivo è necessario semplificare i processi autorizzativi». Poi un esempio con un intervento per un’opera ferroviaria che deve fare i conti con un «iter particolarmente complesso». Poi l’aspetto sull'utilizzo delle risorse: «Non vero il rischio di non utilizzarli se saremo capaci di rimodulare le coperture». A dare qualche numero su risorse guardando positivamente al raggiungimento degli obiettivi temporali posti dal Pnrr è stato Vincenzo Macello, vicedirettore Generale Network Management Infrastrutture Rfi. «I cantieri sono avviati, in qualche caso sono emerse criticità per la presenza di cantieri archeologici o problemi geologici - ha detto - ma sono in corso elementi di recupero. A giorni appalteremo due lotti». Il futuro poi è dietro l’angolo. «Per quest’anno previsione di 3,7 miliardi che dovrebbe portarci nel 24-25-26 a incrementare e raddoppiare la produzione Pnrr». In questo contesto, Thomas Baumgartner, presidente Anita, ha ricordato la positività degli investimenti in alta velocità e capacità del sistema ferroviario e poi aggiunto: «Non facciamo l’errore di abbandonare il miglioramento della rete stradale. Il trasporto aumenta con la crescita del Pil. Aumento della mobilità e merci. Tutti vorremmo non avere merci pesanti ma la ferrovia non riuscirà ad avere tutto questo traffico».
Ricerca, sanità pari opportunità
Non meno importante l’aspetto legato alla ricerca e all’università in cui particolare importanza ha proprio il Pnrr come sottolineato da Patrizio Memè, dirigente Ufficio di monitoraggio Direzione generale dell'Unità di Missione per l’attuazione degli interventi del Pnrr ministero dell’Università e della Ricerca e da Guido Saracco, rettore del Politecnico di Torino. Poi l’aspetto legato alla sanità cui è destinata una fetta molto importante delle risorse del Pnrr come sottolineato da Andrea Costa, esperto in strategie di attuazione del Pnrr-Missione 6 Salute, con particolare riferimento agli interventi a livello territoriale, ministero della Salute. «Quando si guarda la spesa ci sarà un'impennata quando apriranno i cantieri e ci saranno gli stati di avanzamento. Da parte delle regioni è stato fatto un grande lavoro per raggiungere gli obiettivi e siamo in linea con gli obiettivi». E poi il ruolo delle aziende che fanno squadra con le istituzioni. Dall’Aifa al ministero continuando con le Regioni, come sottolineato da Valentino Confalone, amministratore delegato e country president Novartis Italia. «L’investimento che dovrebbe rafforzare la medicina territoriale avrà come conseguenza quello di potenziare gli ospedali che potranno fare quello che sono bravi a fare, ossia curare e trattare le patologie complesse». Quindi la collaborazione tra le aziende e le istituzioni: «Compito dell’azienda è mettere a disposizione le competenze con ministero e Aifa per accelerare il percorso di adeguamento degli ospedali e che deve fare il paziente dal medico di base al centro di eccellenza per la gestione delle terapie più avanzate. In alcuni casi lo facciamo con il ministero in altri con le Regioni (Lazio, Friuli Venezia Giulia e Sardegna dove si è fatta una task force per la cura della sclerosi multipla)». Al Pnrr si accompagnano poi anche nuove opportunità professionali nel quadro della parità di genere, come sottolineato da Francesca Romana Recchia Luciani, responsabile della linea d’azione relativa alle questioni di genere dell'Università di Bari. Non a caso Alessia Ruzzeddu, diversity, equity and inclusion manager Autostrade per l’Italia ha ricordato l’esperienza della sua azienda dove è stato introdotto un processo di riequilibrio «basato sul merito». « Stiamo cercando di agire per poter instradare dei percorsi di alto apprendistato che abbiamo attenzione particolare alle donne - ha detto - . C’è un lavoro che stiamo facendo anche all'interno dell'azienda».
Le opportunità per le aziende
Poi le misure per le aziende e quindi il percorso da seguire, come sottolineato da Guido Rovesta, presidente Gruppo Finservice che ha parlato della grande opportunità offerta dal Pnrr e del fatto che possa offrire alle imprese «un grosso investimetno anche sotto l'aspetto formativo».Poi la questione Mes, Pnrr, ed eventuali eurobond, riforma del Patto di stabilità e di crescita Ue affrontata da Stefano Micossi, Consulente per le Strategie e le Policy Assonime. «Siamo davanti a una svolta e a un cambiamento colossale e siamo in tempo per giocare da bravi alunni».
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