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Pnrr, Cultura in controtendenza. Italia leader nell’Ue per obiettivi raggiunti e uso delle risorse

Secondo uno studio condotto per l’associazione Civita sul totale di 6,68 miliardi dedicati ne sono stati già messi a disposizione circa 4,65, pari al 70% del totale

di Nicola Barone

(dudlajzov - stock.adobe.com)

4' di lettura

Nella nube di incertezza sull’impiego della totalità delle risorse legate al Pnrr, e soprattutto le scadenze di realizzazione degli interventi, l’ambito della cultura mostra, chiara, una controtendenza. Secondo un studio comparato sullo stato di avanzamento delle misure in quattro Paesi europei condotto per l’associazione Civita, il nostro risulta in linea con la tabella di marcia programmata e gli obiettivi da raggiungere. Il confronto dei risultati ottenuti ha dato modo di tracciare un bilancio provvisorio ma chiaro da cui si osserva che l’Italia attualmente ha completato il 18% degli obiettivi previsti nel suo piano nazionale, ma che per quanto riguarda la cultura siamo al 70% delle risorse del Piano già a disposizione.

Per terza tranche solo Italia e Spagna

Italia e Spagna sono gli unici Paesi ad aver presentato la richiesta per la terza tranche di pagamenti alla Commissione Europea. «Tale considerazione è estremamente positiva e dimostra la corretta realizzazione, in linea con quanto inizialmente programmato, di tutti gli obiettivi di medio termine e quindi una buona gestione fino adora delle risorse», viene evidenziato nell’analisi. Il dato è ancora più significativo se si considerano le ingenti somme a disposizione dei due Paesi rispetto agli altri esaminati rispettivamente con 191 e 69 miliardi.

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Nel nostro Pnrr lo spazio maggiore

Per quanto riguarda il settore cultura, fortemente colpito dagli effetti negativi della crisi pandemica, ogni Stato ha deciso di allocare una determinata quantità di risorse per il conseguimento di obiettivi finali e traguardi intermedi. In particolare, l’Italia ha scelto di stanziare 6,68 miliardi dei 191 totali a cultura e turismo, pari perciò al 3,50%. Madrid, invece, ha optato per stanziare al settore sporte cultura 825 milioni di euro a fronte di un piano di ripresa dal valore di 69,5 miliardi, pari pertantoall’1,19%. Il Portogallo ha disposto in favore della componente cultura del suo piano 243 milioni dei 16,6 miliardi a sua disposizione, pari all’1,45%. La Francia con il suo France Relance stanzia 3,1 miliardi su un totale di 100 miliardi previsti per l’attuazione del piano ad azioni rivolte alla cultura, pari al 3,10%. In quest’ultimo caso, in realtà, la percentuale è sovrastimata in quanto il piano francese non presenta una componente specifica per il settore cultura (si trova inserita nella componente mista numero 7). «L’Italia è indubbiamente - si legge nello studio - il Paese che ha dedicato maggiore attenzione nel suo Piano nazionale di ripresa alla rivitalizzazione e rimessa in moto del settore culturale».

A disposizione circa 4,65 miliardi (70%)

Passando al piano esecutivo, il Portogallo per la realizzazione di due investimenti in ambito cultura, ha utilizzato 25,2 milioni dei 243 allocati al settore, pari allo 10,37%. Per ciò che concerne la Spagna al contrario, non avendo completato nessun investimento in ambito di sport e cultura ma solamente due riforme, è impossibile effettuare una stima dell’operato dell’amministrazione «pur riconoscendo il fatto che gli ambiti di intervento programmati sono stati effettivamente rispettati». Parigi con la sua particolare allocazione di risorse per il settore cultura, in base a quanto comunicato dal ministro della Cultura, ha già utilizzato 1,2 miliardi dei 1,58 totali (escludendo il programma PIA4), pari al 75%. Per l’Italia, sul totale complessivo di 6,68 miliardi dedicati alla cultura, sono stati già messi a disposizione circa 4,65 miliardi, pari al 70% del totale. «Le amministrazioni di Francia e Italia, pertanto, risultano essere efficienti nell’allocazione delle risorse a disposizione».

Giordani: cultura “role model” del Piano

«Scopriamo che molto spesso ci autoflagelliamo ma a ben vedere i dati e comparandoli con gli altri per quanto riguarda il settore cultura e turismo l’Italia ha fatto e sta facendo la sua parte. La cultura si sta dimostrando “role model”, settore performante del Pnrr», ha spiegato il segretario generale di Civita Simonetta Giordani intervenendo all’incontro di presentazione dello studio con il ministro Raffaele Fitto, il presidente di Civita Gianni Letta e l’amministratore delegato di Cinecittà Nicola Maccanico. «Come governo - è stato detto da Fitto - siamo consapevoli dell’importanza strategica di questi settori ed è per questo che, con la proficua collaborazione dei ministri Santanchè e Sangiuliano, stiamo lavorando nell’implementazione delle misure ma anche all’adeguamento di alcuni interventi rispetto ai mutati scenari, per rafforzare la nostra competitività e attrattività nei mercati europei e internazionali».

Maccanico: nella crisi l’Italia sa reagire meglio

Cruciale è portare le parti a spingere insieme nella stessa direzione. Il caso di Cinecittà richiamato dall’ad Nicola Maccanico vale anche in chiave più generale per il Pnrr. «Oggi l’Italia è particolarmente competitiva e questo ci dà un vantaggio ma al momento ci troviamo in un contesto ideale, che il Pnrr ci aiuterà a sviluppare. Collaborazione, trasparenza e collaborazione strutturale sono alla base del successo». Più in generale, «l’Italia quando è in una situazione di crisi e pressione sa reagire meglio di altri Paesi, e la sensazione è che negli ultimi sei mesi ci sia stata una straordinaria accelerazione, ancora in corso. Adesso il quadro è più chiaro e il grado di collaborazione tra i ministeri sta raggiungendo una situazione ideale in termini di collaborazione». Alla presentazione sono intervenuti anche Stefania Radoccia, managing partner Slt Ey e Valerio Valla, ceo di Studio Valla.

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