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Pnrr, cura dimagrante per la quinta rata: obiettivi giù da 69 a 51

Meloni in cabina di regia: «Piena attuazione del Piano» Tagliola sui vecchi progetti: modifiche per 51 interventi su 53 (96,2%)

di Manuela Perrone e Gianni Trovati

Pnrr, slittano 13 obiettivi della quinta rata

3' di lettura

È durata meno di un’ora la nuova riunione della cabina di regia sul Pnrr, che lunedì 25 settembre a Palazzo Chigi ha messo a confronto Governo ed enti territoriali. Stavolta a presiedere è stata la premier in persona. Giorgia Meloni ha voluto sottolineare l’impegno del Governo per «la completa realizzazione del complesso e articolato Pnrr italiano», ma anche il lavoro «alacre» per raggiungere gli obiettivi della quinta rata e per la revisione complessiva del Piano, che include il capitolo RepowerEu.

Quinta rata al centro del vertice

Proprio la radiografia della quinta rata, come modificata dalla proposta di rimodulazione inviata a Bruxelles il 7 agosto, è stata al centro del vertice. Secondo il conteggio ufficiale portato dal ministro che ha la delega al Pnrr, Raffaele Fitto, se la Commissione Ue accetterà integralmente la riscrittura italiana gli obiettivi da raggiungere entro fine anno scenderanno da 69, a cui era collegata una tranche da 18 miliardi, a 51, divisi in trenta target (erano 46) e 21 milestone (erano 23). In tutto le proposte di modifica riguardano 46 tra milestone e target: in 13 casi Roma ha chiesto un rinvio, mentre per sei invoca la rimozione tout court. Si tratta delle piccole e medie opere dei Comuni, biometano, interventi contro il dissesto idrogeologico, investimenti nell’eolico e digitalizzazione del traffico aereo.

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Otto obiettivi rinviati

La richiesta di rinvio della scadenza riguarda invece gli otto obiettivi rappresentati dal taglio dei tempi di pagamento dei fornitori da parte di pubbliche amministrazioni e sanità, gli interventi per la banda ultralarga nelle isole minori, lo sviluppo delle piste ciclabili urbane, la semplificazione della governance dei parchi e delle aree marine protette, il servizio civile universale e la telemedicina. Un mini-slittamento riguarda poi due misure relative al settore idrico , ma essendo limitato da settembre a dicembre non modifica il panorama della quinta rata. Il quadro si completa poi con la nuova milestone relativa all’introduzione della Zes unica per il Mezzogiorno.

Il monitoraggio della Corte dei Conti

Ma il restyling degli obiettivi di questo semestre è solo una tappa di una revisione più generale che ha investito 355 dei 527 obiettivi ancora da conseguire. Il monitoraggio aggiornato arriva dalla Corte dei conti, che ha concentrato la sua analisi sulle misure caratterizzate da criticità indicate nell’ultima relazione governativa sull’attuazione del Piano.

Modificato il 49% degli interventi da qui a giugno 2026

La memoria dei magistrati contabili inviata alle commissioni Politiche Ue e Bilancio del Senato mostra come il 49% del cronoprogramma relativo a questi interventi da qui a giugno 2026 sia investito da proposte di modifica. Questo lavorio si intensifica in particolare sui cosiddetti “progetti in essere”, quelli che erano già previsti prima della nascita del Piano e sono confluiti poi nel Pnrr per ridurne i costi di finanziamento. In questo caso, come evidenziano le tabelle delle Sezioni Riunite della Corte, la revisione è sostanzialmente integrale, coinvolgendo 51 delle 53 misure, dunque il 96,2%%.

Il malessere dei Comuni

Si spiegano con queste cifre le obiezioni sollevate dal ministro Fitto agli interventi entrati ex post nel Pnrr, che nell’ottica del Governo sono a forte rischio di inammissibilità, secondo i parametri Ue, come già accaduto agli stadi di Firenze e Venezia, o di sforamento del termine finale del 2026. La giustificazione non convince però i Comuni, che alla cabina di regia di ieri, tramite il presidente del’Anci Antonio Decaro, sono tornati a lamentare una sorta di accanimento nei confronti degli enti locali, titolari dell’ampia maggioranza di progetti che si chiede di definanziare ma di solo il 10% dei programmi pre-Pnrr. Gli amministratori locali sono tornati a chiedere certezze immediate sulle fonti di finanziamento chiamate a sostituire quelle del Pnrr e l’innalzamento automatico delle anticipazioni dal 10 al 30% del valore delle opere, per far partire i cantieri.

Prossimo check di Fitto con i ministri fissato per il 15 ottobre

Tra le urgenze sollevate c’è poi quella di conoscere in fretta le caratteristiche del nuovo avviso che dovrebbe rilanciare il piano asili nido con gli oltre 90mila nuovi posti usciti di scena dopo le bocciature Ue sui primi bandi. Il prossimo check di Fitto con i ministri è fissato per il 15 ottobre con la chiusura delle verifiche sui 28 obiettivi della quarta rata da 16,5 miliardi, obiettivi su cui è in corso, spiega, «un circostanziato lavoro di rendicontazione». Prima, però, dovrebbe arrivare l’atteso pagamento della terza tranche: una boccata d’ossigeno da 18,5 miliardi.

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