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Dopo i Comuni, la partita dell’attuazione del Pnrr si apre con le Regioni. Al primo tavolo dei cinque convocati fino a mercoledì a Palazzo Chigi dal ministro Raffaele Fitto, a finire sotto i riflettori sono stati gli interventi per mettere in sicurezza il territorio nelle aree già colpite da calamità. Perché la spesa procede al ralenti, i dati immessi nel sistema Regis risultano incompleti e il rischio di non tagliare il traguardo di giugno 2026 è considerato alto. Per questo Fitto, riproponendo la clausola di responsabilità sulla spesa già prospettata ai sindaci la scorsa settimana, ha annunciato un «monitoraggio rafforzato» con tutte le Regioni, soggetti attuatori della misura.
L’investimento è quello inserito nel filone per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico” (M2C4 2.1), per la parte da 1,2 miliardi coordinata dal Dipartimento della Protezione civile (l’altra di competenza del ministero dell’Ambiente, da 1,287 miliardi, ha subito la scure del definanziamento nella proposta di revisione trasmessa dal Governo a Bruxelles). Si tratta di circa 600 interventi in favore delle zone colpite da calamità per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e approvati dalla Protezione Civile entro la fine del 2021: 400 milioni finanziano progetti vecchi o cosiddetti «in essere», ossia preesistenti al Pnrr e poi confluiti nel Piano; 800 milioni sono invece destinati ai nuovi interventi.
Il vertice
Al vertice, presenti il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e rappresentanti dell’Anci, con i rispettivi tecnici, è stato esaminato lo stato di avanzamento della spesa, fermo al 36%: circa 250 milioni per i progetti in essere e 186 milioni per gli altri. Numeri che preoccupano. Per questo alla lettera già inviata da Musumeci alle Regioni la scorsa estate per sollecitare i governatori a chiarire se siano o meno in grado di portare a termine gli obiettivi, si aggiungerà uno schema molto puntuale che sarà predisposto nelle prossime ore dagli uffici di Fitto e Musumeci e sarà trasmesso alle amministrazioni regionali da Palazzo Chigi.
«Sarà avviata una comunicazione alle Regioni dove si richiederà di fornire un aggiornamento sullo stato di attuazione della misura, sia in termini di caricamento su Regis, sia in termini procedurali per verificare la coerenza tra i cronoprogrammi e il target», spiega Fitto. La data segnata in rosso è quella del 30 novembre, quando è prevista la pubblicazione di tutti i bandi di gara. La cabina di regia, recita la nota di Palazzo Chigi, «ha condiviso la necessità, come già accaduto nei giorni precedenti, di avviare un “monitoraggio rafforzato”, con tutte le Regioni, per verificare il rigoroso rispetto del termine previsto». Nella richiesta di rimodulazione del Piano, l’Italia ha già provato a strappare l’ok a una revisione al ribasso del target finale. E già lì si ventilano possibili problemi sull’ammissibilità degli interventi in relazione al principio Dnsh di tutela dell’ambiente, proponendo anche, in alternativa, il dirottamento di parte delle risorse alla ricostruzione in Emilia-Romagna.
Cantiere aperto sulla transizione digitale
Lavori in corso pure sugli investimenti per la transizione digitale, oggetto del secondo tavolo di ieri con il sottosegretario all’Innovazione tecnologica, Alessio Butti, Regioni, Anci e Upi. Diversi i target oggetto di revisione, anche per la quinta rata in scadenza a dicembre. Palazzo Chigi si limita a parlare di «proficuo confronto in corso» con la Ue. Ma il cantiere non è meno complicato dell’altro. Prova ne sia la strigliata sui ritardi dei progetti per la banda ultralarga (si veda Il Sole 24 Ore del 13 ottobre).
Il confronto sulle infrastrutture
Oggi la cabina di regia prosegue con il confronto più delicato: quello sulle infrastrutture con il vicepremier Matteo Salvini. Al mattino focus sugli interventi sulla rete ferroviaria, presente anche l’Ad di Ferrovie, Luigi Ferraris. Nel pomeriggio nuovo round con le Regioni su piani per la qualità dell’abitare, infrastrutture idriche e mobilità ciclistica. E Fitto dovrà vedersela con il niet dei governatori al definanziamento delle ciclovie turistiche.
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