Pnrr, dalla Francia alla Germania: ecco come funzionano i controlli in Europa
La responsabilità è tutta centralizzata nelle mani dei Ventisette. Che, nei loro rispettivi Pnrr, hanno messo a punto sistemi di sorveglianza tra loro simili.
I punti chiave
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Obiettivi e target da centrare, ma anche sistemi robusti di controllo da far funzionare. Nella tabella di marcia del più grande programma di spesa della storia dell’Europa il precetto è chiaro: gli oltre 720 miliardi di euro di debito comune sul tavolo devono essere spesi in modo “corretto e trasparente”. Ma la responsabilità è tutta centralizzata nelle mani dei Ventisette. Che, nei loro rispettivi Pnrr, hanno messo a punto sistemi di sorveglianza tra loro simili. E tutti con un rating ’A’ assegnato da Bruxelles nel documento di valutazione pubblicato al momento dell’approvazione dei piani di tutti i Paesi.
I controlli a livello europeo
Da Roma a Parigi, da Berlino a Madrid, a vigilare in itinere ed ex post sull’uso di sovvenzioni e prestiti sono perlopiù ministeri delle Finanze, cabine di regia ad hoc, Corti dei conti nazionali e un arcipelago di organismi indipendenti. Nel complesso, la rete di monitoraggio eretta dai Paesi membri è considerata da Palazzo Berlaymont “in linea” con quanto decretato dal regolamento del Recovery.
A Parigi poteri al segretariato generale per gli Affari europei
Nella sua architettura, Parigi ha affidato al segretariato generale per gli Affari europei - incaricato di riferire poi a Bercy e al primo ministro - la gestione dei 39,4 miliardi di euro in prestiti del Recovery. A capo dei sistemi di audit e accertamenti c’è invece la Commission interministérielle de Coordination des Contrôles (CiCC), affiancata anche dall’azione dei giudici contabili della Cour de Comptes - per natura e compiti del tutto analoga a quella italiana -, che procedono con analisi periodiche e supportano in modo costante i ministeri.
A Berlino esborsi tutti nel perimetro del bilancio federale
A Berlino è invece il Bundesministerium der Finanzen ad avere la responsabilità del monitoraggio dei prestiti da 25,6 miliardi di euro del piano tedesco. Gli esborsi sono tutti effettuati nel perimetro del bilancio federale e, pertanto, soggetti alle stesse regole in materia di prevenzione, contrasto a frodi, corruzione e conflitti di interesse di tutti gli altri pagamenti da parte del governo tedesco, incluso il controllo anche in itinere della Corte dei conti.
MInistero delle Finanze a Madrid
In terra spagnola, come in quella transalpina, l’onere di scongiurare truffe sugli oltre 150 miliardi di euro a disposizione di Madrid tra sovvenzioni e prestiti ricade tutto sul segretariato generale per i fondi europei, in seno al ministero delle Finanze, che facilita l’accesso alle ispezioni alle diverse autorità, compresi i revisori dei conti nazionali.
Corte dei conti europea esclusa dalle verifiche
Con ancora tre anni di spesa davanti, e con un tasso di irregolarità al 4% nell’impegno dei più consueti fondi di coesione Ue, la sfida della sorveglianza dei Ventisette è ancora tutta aperta. I meccanismi, a volte speculari tra loro, sono stati comunque tutti concordati con la Commissione europea. Che, è il ragionamento riportato da un portavoce, non può intervenire su verifiche e audit affidati ai Paesi membri, ma può “lavorare mano nella mano” con le capitali per accertarsi che i soldi siano tutti convogliati sugli obiettivi vidimati nei Pnrr. Una posizione che non convince tuttavia la Corte dei conti europea - esclusa dalle verifiche - secondo la quale le “lacune di affidabilità e responsabilità nella tutela degli interessi finanziari dell’Unione” lasciate nel regolamento del Recovery sono più di una. E i rimedi da adottare non ancora abbastanza
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