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Pnrr, l’Ue lancia la mappa della trasparenza.Bonomi: scegliere opere che servono davvero

La Commissione europea lancia la sua mappa in tempo reale per «aumentare la trasparenza» sull’avanzamento dei lavori

Fitto: Alcuni progetti del Pnrr non realizzabili entro il 2026

3' di lettura

Un dialogo che prosegue fitto sull’asse Roma-Bruxelles. E l’obiettivo comune di «evitare ritardi» per scongiurare la perdita delle risorse. Con la messa a terra dei progetti nazionali da finanziare con il Recovery fund che nei Ventisette procede «a pieno ritmo», la Commissione europea lancia la sua mappa in tempo reale per «aumentare la trasparenza» sull’avanzamento dei lavori e, premiando la Spagna con una terza tranche da 6 miliardi di euro, supera quota 150 miliardi di euro sborsati dal 2021 a oggi ai Paesi membri.

Tempo fino ad aprile per la terza tranche da 19 mld per l’Italia

Una cifra che a fine aprile potrebbe salire ancora con la terza tranche da 19 miliardi di euro destinata all’Italia, per la quale Palazzo Berlaymont si è presa due mesi extra di tempo - fino a fine aprile - per esprimersi. E per la quale, è la rassicurazione del ministro della Difesa, Guido Crosetto, il governo «farà qualunque cosa possibile» per non perderne nemmeno “un euro”.

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La mappa

Fitto: supereremo tutte le difficoltà

Ma l’avvertimento di Bruxelles, arrivato direttamente da Milano dal commissario all’Ambiente Virginijus Sinkevicius, è netto: il Pnrr «non è stato calato dall’alto» dall’Ue e spetta al governo «reperire le risorse» per rispettare il cronoprogramma. L’interlocuzione fra Roma e Bruxelles per ora non porta novità, ma per entrambe le parti lo scambio è “proficuo” e, reduce dalla missione belga, il ministro degli Affari europei Raffaele Fitto fa sapere che c’è tutta la volontà di «superare le difficoltà sia per le questioni aperte sulla verifica degli obiettivi raggiunti sia per la prospettiva più generale».

Le soluzioni alternative

Una prospettiva che la premier Giorgia Meloni punta a rendere «compatibile con le richieste» e «con priorità nuove» rispetto a chi aveva scritto il piano. L’impasse potrebbe comunque sbloccarsi in diversi modi: con il trasferimento sui fondi di coesione Ue di quei progetti ritenuti per stessa ammissione del governo ’impossibili’ da realizzare, oppure con la possibilità di trasformarli in aiuti di Stato da concedere alle imprese. Due soluzioni che darebbero respiro a Roma per avanzare senza l’assillo del 2026, linea rossa del ciclo vitale del Recovery.

Gentiloni: su Pnrr non preoccupato, da Governo buona volontà

Anche il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni ostenta sicurezza. A margine del Workshop Ambrosetti, alla domanda se fosse a rischio la terza rata per l’Italia da 19 miliardi dichiara: sul Pnrr «sono ottimista e non sono preoccupato affatto per l’erogazione richiesta a fine dicembre, penso che i punti che sono ancora da chiarire saranno chiariti e vedo grandissima buona volontà da parte del Governo». E aggiunge: «C’è un margine certamente” per rinegoziare i termini del Pnrr, e “quando arriveranno le proposte di emendamento da parte italiana la Commissione è pronta ad esaminarle con il massimo di collaborazione e di flessibilità»

Pnrr, Bonomi: scegliere opere che servono davvero a Paese

Mentre il presidente della Confindustria, Carlo Bonomi, sottolinea che le risorse del Pnrr «non sono soldi gratis e bisogna agire con responsabilità concentrandosi sulle opere che servono davvero al Paese». «Era evidente che c’era un problema - ha <ggiunto - e bisognava intervenire subito. Temo che se la Commissione non vuole venire meno alla scadenza naturale del Piano noi entro il 2026 avremo delle grandi difficoltà. Siamo davanti a un bivio: scegliere quei progetti essenziali per il Paese che creano Pil potenziale oppure fare una marea di interventi ma ricordiamoci che non sono soldi gratis»

Sulla cartina interattiva Ue 105 progetti dispiegati dall’Italia

L’eventualità peggiore sarebbe quella di rinunciare a qualcosa perdendo una parte dei finanziamenti. Una strada prevista dal regolamento sul Recovery, ma che anche Palazzo Berlaymont considera una misura da ultima spiaggia plausibile soltanto se Roma non riuscisse a dimostrare di poter rispettare tutti i 55 milestone e target previsti per il via libera alla terza rata. A sembrare esclusa è invece una proroga Ue per centrare gli obiettivi. E mentre Madrid festeggia per essere riuscita a incassare per prima la sua terza rata, in vista anche di altri 70 miliardi di prestiti già prenotati, sulla cartina interattiva dell’Ue si contano 105 progetti già dispiegati dall’Italia: quasi la metà del totale dei cantieri aperti in tutti gli altri Stati membri.

Entro giugno altri 20 milestone e 7 target per una quarta rata da 16 miliardi

Molti altri però restano ancora sulla lista da spuntare nel prossimo futuro, compresa la controversa riqualificazione dello stadio di Firenze e l’altrettanto discussa creazione del Bosco dello Sport a Venezia. Previo il via libera alla tranche ’sub iudice’, Roma dovrà raggiungere entro giugno altri 20 milestone e 7 target per una quarta rata da 16 miliardi di euro. E anche un’altra scadenza incombe: entro il 30 aprile il governo sarà chiamato a presentare il piano rivisto e integrato con il nuovo capitolo energetico del RePowerEu, da dove arriveranno nuove sovvenzioni da 2,7 miliardi. Anche per questo il mese che si apre sarà decisivo.

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