Pnrr, un potenziale di 37 miliardi per le misure che interessano il non profit
Rigenerazione urbana, povertà educativa e salute sono gli ambiti più finanziati secondo l’Osservatorio del Forum del Terzo Settore con Openpolis
di A.. Mac.
I punti chiave
3' di lettura
Ammontano a 37,6 miliardi le risorse del Pnrr che vanno a finanziare misure di interesse per il Terzo settore, sia perché toccano temi di particolare rilevanza per la vita dei cittadini, sia perché possono vedere coinvolti gli enti stessi nella loro realizzazione. È quanto emerge dall’Osservatorio lancia Pnrr, realizzato dal Forum del Terzo Settore in collaborazione con Openpolis. Gli ambiti tematici più finanziati sono rigenerazione urbana (9.2767 milioni), istruzione e povertà educativa (6.320 milioni), salute (6.000 milioni), politiche del lavoro (4.400 milioni).
«Sulle misure del Pnrr che interessano il Terzo settore, l'attuazione del Pnrr procede per ora, fatta qualche eccezione, nei tempi previsti, ma accedere ai dati dei progetti finanziati e delle risorse erogate è spesso molto complicato. Il coinvolgimento delle organizzazioni di terzo settore, inoltre, è ridotto e discontinuo» afferma Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore.
Per gli asili 4,6 miliardi
L’osservatorio ha selezionato 59 misure, di cui 7 sono misure “cappello” (per 270 provvedimenti attuativi) di interesse per il Terzo settore. Tra le misure più finanziate troviamo il Piano asili nido e scuole dell'infanzia (4,6 miliardi) per aumentare l'offerta educativa nella fascia 0-6; segue la riforma delle politiche attive del lavoro e formazione (4.4 miliardi) e la misura “Casa come primo luogo di cura” per la presa in carico del 10% della popolazione over 65 (4 miliardi).
Solo una misura, quella riguardante il Servizio civile universale, andrà completata entro quest'anno ed è al momento in corso d'opera. L'unica al momento completata, invece, è la definizione di un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza territoriale, che non prevede investimenti finanziari. Delle altre, 45 sono in corso, 4 sono in ritardo nella realizzazione e 9 ancora da avviare, ma gran parte di queste ha scadenza nel 2026.
Ets esclusi sugli impianti sportivi
Per quanto riguarda il coinvolgimento del terzo settore attraverso gli avvisi, al momento 3 sono quelli aperti a cui possono partecipare gli enti (Turismo delle radici, Servizio civile digitale, Fondo per il turismo sostenibile), mentre 21 sono quelli che l'hanno prevista ma sono già scaduti. Gli enti di Terzo settore sono stati invece esclusi dal Bando sulla realizzazione e rigenerazione di impianti sportivi e da quello sulla rimozione delle barriere fisiche, cognitive e sensoriali dei luoghi della cultura.
Il coinvolgimento all'interno dei bandi è nella maggior parte dei casi indiretto, cioè demandato alle istituzioni locali, che possono scegliere o meno di avvalersi della collaborazione delle organizzazioni attive sui territori. «Quest'ultimo rappresenta senza dubbio un punto debole nel Pnrr, perché si rischia di produrre risultati disomogenei sui territori e viene a mancare, al di là della distribuzione delle risorse, la garanzia dell'efficacia delle misure, frutto di una collaborazione di più attori» conclude Pallucchi.
Il valore della coprogettazione
«Il Pnrr prevede che siano gli enti locali a decidere se e come coinvolgere il Terzo settore nella fase di co-progettazione per attuare le varie misure, ma in questo modo si rischia un'attuazione non sempre efficiente e soprattutto non omogenea sui territorio. Sappiamo che spesso le pubbliche amministrazioni non hanno le competenze e le risorse adatte per cogliere appieno l'opportunità del Pnrr o non sono a conoscenza delle possibilità offerte dall'amministrazione condivisa. Sarebbe quindi molto opportuno se, a livello nazionale, si facesse comprendere l'importanza del coinvolgimento del Terzo settore, anche implementando le linee guida già in vigore. - puntualizza Pallucchi - Bisognerebbe invertire il paradigma corrente che vedrebbe il terzo settore solo come “esecutore intermittente” dei progetti e piuttosto valorizzarlo per le sue competenze, la sua esperienza e la capacità di visione, anche nella fase di redazione dei bandi a livello centrale: solo in questo modo si realizza appieno l'amministrazione condivisa».
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