Allarme Svimez: agli alunni del Sud un anno in meno di scuola rispetto al Nord
Solo il 18% degli studenti meridionali accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. Il crollo degli investimenti in 10 anni al Sud è stato del 30%
di Claudio Tucci
I punti chiave
2' di lettura
Nascere al Sud significa “perdere” di fatto un anno di scuola perché mancano infrastrutture, risorse, tempo pieno. E la situazione rischia, addirittura, di peggiorare per via della denatalità che sta attanagliando il Paese, e degli scarsi investimenti. Nel Mezzogiorno, tra il 2015 e il 2020, si sono persi 250mila studenti dall'infanzia alle superiori; nel Centro Nord, il calo è risultato inferiore -75mila. A ciò si aggiunga il crollo degli investimenti in 10 anni che al Sud è stato del 30%. Un approfondimento reso noto da Svimez, in occasione dell’incontro “Un paese due scuole”, promosso assieme all’Altra Napoli onlus, ormai certifica che in Italia, mentre si parla di autonomie più o meno differenziate, esistono già “due scuole”, e quella del Mezzogiorno è messa, purtroppo, piuttosto male.
Il 79% non ha servizio mensa
Partiamo dal tempo scuola. Un bambino del Meridione frequenta la scuola primaria per una media annua di 200 ore in meno rispetto al suo coetaneo che cresce nel Centro-Nord che coincide di fatto con un anno di scuola persa per il bambino del Sud. Secondo i dati Svimez, nel Mezzogiorno, circa 650mila alunni delle scuole primarie statali (79% del totale) non beneficiano di alcun servizio mensa. In Campania se ne contano 200mila (87%), in Sicilia 184 mila (88%), in Puglia 100mila (65%), in Calabria 60mila (80%). Nel Centro-Nord, gli studenti senza mensa sono 700mila, il 46% del totale.
Solo il 18% accede al tempo pieno
Per effetto delle carenze infrastrutturali, solo il 18% degli alunni del Mezzogiorno accede al tempo pieno a scuola, rispetto al 48% del Centro-Nord. La Basilicata (48%) è l’unica regione del Sud con valori prossimi a quelli del Nord. Gli allievi della scuola primaria nel Mezzogiorno frequentano mediamente 4 ore di scuola in meno a settimana rispetto a quelli del Centro-Nord. La differenza tra le ultime due regioni (Molise e Sicilia) e le prime due (Lazio e Toscana) è, su base annua, di circa 200 ore.
Il gap anche nelle palestre
Non solo. Circa 550mila allievi delle scuole primarie del Mezzogiorno (66% del totale) non frequentano scuole dotate di una palestra. Solo la Puglia presenta una buona dotazione di palestre, mentre registrano un netto ritardo la Campania (170mila allievi privi del servizio, 73% del totale), la Sicilia (170 mila, 81%), la Calabria (65 mila, 83%). Nel Centro-Nord, gli allievi della primaria senza palestra, invece, raggiungono il 54%. Analogamente, il 57% degli alunni meridionali della scuola secondaria di secondo grado non ha accesso a una palestra; la stessa percentuale che si registra nella scuola secondaria di primo grado.
Bianchi (Svimez): invertire il trend, il Pnrr è un’occasione
Per il direttore di Svimez, Luca Bianchi, occorre invertire subito il trend: «Il Pnrr è l’occasione per colmare i divari infrastrutturali, tuttavia l’allocazione delle risorse deve essere resa più coerente con l’analisi dei fabbisogni di investimento, superando i vincoli di capacità ammnistrativa - ha spiegato -. La priorità oggi è rafforzare il sistema di istruzione soprattutto nelle aree più marginali, sia del Sud che del Nord. Garantendo asili nido, tempo pieno, palestre, rafforzando l’offerta formativa dove più alto è il rischio di abbandono».
Brand connect
Newsletter Scuola+
La newsletter premium dedicata al mondo della scuola con approfondimenti normativi, analisi e guide operative
Abbonati
loading...