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Polestar 2, l’anti Tesla dall’anima sportiva Prestazioni da supercar e tanto hi tech

Abbiamo provato la versione Bst edition 270 della berlina elettrica svedese di nome e di famiglia ma cinese di nascita. Un poderoso powertrain da 476 cavalli si abbina a un telaio da pista. Stile nordico, interni digitali con sistemi basati su Android

di Giulia Paganoni

Polestar 2 Bst edition 270: la prova su strada della berlina elettrica

3' di lettura

Elettrica, elegante e performante. Questi sono gli ingredienti del marchio Polestar che, nato come divisione sportiva ed elettrica di Volvo e poi divenuto indipendente, sbarca in Italia con la berlina a ioni di litio Polestar 2, svelata già un paio di anni fa della quale è in arrivo entro il 2023 anche una versione limitata a 270 unità (da qui prende il nome), la Polestar2 Bst edition 270 che abbiamo provato in anteprima. 

Un’auto elettrica e sportiva prodotta in Cina, a Chengdu, e che sa far divertire con i suoi 476 cv ma che, grazie ai materiali, alla cura dei dettagli e ai comfort di bordo, sa essere una vera ammiraglia. Infatti, nonostante la giovane età del marchio, vanta un’esperienza nel mondo automobilistico notevole grazie all’appartenenza al gruppo cinese Geely di cui fanno parte anche Lynk&Co e Volvo. E, grazie all’affiliazione al gruppo, la casa ha potuto contare sul pianale Cma (Compact Modular Architecture) utilizzato dalla la Volvo XC40, anche nella versione full electric recharge, e che è la base della Polestar2. Una base importante e già collaudata di cui Polestar ha fatto tesoro entrando a gamba tesa tra i marchi 100% elettrici e diventando sin da subito l’anti-Tesla e concorrente diretto di altri marchi che hanno impiegato anni per raggiungere il livello attuale, come Kia con la EV6 Performance o, ancora, Bmw con la i4M50.

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Rispetto alle versioni normali ci sono caratterizzazioni estetiche e grandi cerchi da 21 pollici

Il Sole attorno al quale ruota il marchio è il concetto di sostenibilità declinato in diversi ambiti: dalla scelta dei materiali (vegani e tracciabili), alla propulsione elettrica e, addirittura, nell’obiettivo di produrre entro il 2030 automobili a impatto zero dalla produzione allo smaltimento. Un goal ambizioso quest’ultimo, a cui non è ancora chiaro come arrivarci.

Infine, altro concetto fondamentale sono le performance. Infatti, le auto firmate Polestar nascono come veicoli piacevoli e performanti per chi ama divertirsi al volante. E, per enfatizzare questo aspetto, la casa si è avvalsa di aziende esperte nel settore, come Brembo che si è occupata dell’impianto frenante, Öhlins delle sospensioni con ben 22 regolazioni e Pirelli che ha creato degli pneumatici PZero ad hoc per questa vettura.

Alla guida della Bst (nome in codice per definirla una vera Beast di sportività e comfort) abbiamo apprezzato la comodità delle sellerie e l’ergonomia con la quale è stato studiato l’abitacolo. Lo spazio a bordo non manca e anche il bagagliaio è ampio, seppur la soglia di carico piuttosto alta. Il peso a vuoto è di circa 2 tonnellate e comprende anche i due pacchi batteria sovrapposti a forma di H e T che possono essere ricaricati con corrente alternata (AC) fino a 11 kW e con corrente continua fino a 155 kW. In quest’ultima modalità, la più rapida, l’auto impiega 35 minuti per passare dal 10 all’80% di carica.

Le performance sono affidate a due motori elettrici alimentati da una batteria agli ioni di litio da 78 kWh. La potenza di sistema è di 350 kW (476 cv) e la coppia massima raggiunge i 680 Nm di coppia.

Lo 0-100 km/h è fulmineo: 4.4 secondi. La velocità massima è di 250 km/h mentre l’autonomia raggiunge i 462 chilometri.

Il design evidenzia la parentela con Volvo, con richiami evidenti nelle linee, nei gruppi ottici e negli interni. La connettività è affidata a un sistema operativo Google che però non integra Android Auto

Alto il livello tecnologico, grazie alla collaborazione con Google (Polestar 2 offre i servizi di Big G integrati), che permette di visualizzare la navigazione sul display touch da 11,15” con funzioni utili per i veicoli elettrici, come il livello di carica residua all’arrivo. Inoltre, il conducente può contare su un cruscotto digitale da 12,3”. Nota negativa è anche il touchscreen non ha un feedback tattile utile e sicuro dato che gestisce anche il clima. Inoltre, a malincuore per i più nerd, non è disponibile la connessione wireless di Apple Car Play ma solo con cavo e, curiosamente, manca Android Auto.

Il prezzo della vettura è di circa 90mila euro considerato un listino di 83mila ai quali aggiungere la consegna a domicilio (1.300 obbligatoria, chiamata in modo cool “handover”) e 6000 euro di optional, mentre la gamma “normale” parte da 52mila euro.

Riproduzione riservata ©

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