Polestar parte all’assalto della Tesla Model 3
di Si.Pi.
3' di lettura
Non sembrano passati solamente nove anni da quando nel 2010 il gruppo cinese Geely acquistò Volvo da Ford per 1.8 miliardi di dollari. In meno di un decennio il marchio svedese è stato protagonista di una crescita da manuale, migliorando nei volumi ma soprattutto nella gamma e nella qualità costruttiva e percepita dai clienti. Non solo: oltre ai tradizionali modelli termici, Volvo attraverso il brand Polestar è pronta a sfidare Tesla e le gamme elettrificate premium realizzate da Audi, Bmw e Mercedes.
Infatti, dopo essere diventato un punto di riferimento di materia di sicurezza, ora è al lavoro per esserlo anche sul fronte della tutela ambientale. Successivamente alla presentazione della coupé ibrida plug-in Polestar 1, dai primi mesi del 2020 sarà prodotta in Cina la Polestar 2. Rivale della Tesla Model 3, come conferma il prezzo di partenza da 40mila euro, nei primi 12 mesi di produzione la berlina a zero emissioni sarà disponibile in versione da 60mila euro e acquistabile solamente on line. Costruita sulla piattaforma modulare (Cma) di Volvo Car Group, con due motori elettrici e una batteria da 78 kWh, per una autonomia dichiarata di 500 km, scarica a terra attraverso la trazione integrale una potenza di 408 cavalli e una coppia pari a 660 Nm. Tra le novità anche il sistema di infotainment basato su Android, con possibilità di utilizzare in auto app e servizi Google, e l’attenzione alle prestazioni attraverso il Performance Pack che migliora la dinamica di guida con gli ammortizzatori Öhlins, i freni Brembo e le ruote da 20 pollici.
Tornando ai numeri Volvo ha prodotto oltre 640mila auto nel 2018, fermata solo in parte dalla guerra dei dazi. Come sottolineato da Lex Kerssemakers, responsabile Emea Volvo, «è un obiettivo che inseguivamo da 15 anni e che rappresenta la soglia di sopravvivenza». I dazi tra Cina e Stati Uniti hanno avuto un grande impatto, tanto che a fronte di una crescita dei ricavi da 208.646 a 252.653 corone, l’utile è sceso da 10.225 a 9.781 corone. Ora Kerssemakers vede un miglioramento della situazione ed esclude una quotazione in Borsa come ipotizzato nel 2018. Primo marchio ad aver annunciato di aver intrapreso la rotta dell’elettrificazione nel “lontano” 2017, Volvo si prepara ad avere una gamma dove ogni versione sarà disponibile anche in versione ibrida e elettrica pura. Nello specifico Volvo prevede di produrre il 50% di auto a propulsione esclusivamente elettrica nel 2025, mentre sulle motorizzazioni tradizionali Kerssemakers non prevede una loro scomparsa a medio termine come troppo spesso annunciato. Quanto alla guida autonoma “non so dare una data - spiega - ci stiamo lavorando dal 2007, vogliamo essere tra i primi ma non vogliamo correre il rischio di essere i primi”. “La guida autonoma arriverà - indica - perché nessuno vuole più guidare nel traffico caotico delle città, ma tutti vorremmo guidare avendo davanti la Highway 66 della California”. Altra novità arriverà dalla forte digitalizzazione dell’intera gamma e da nuove forme di utilizzo della vettura, a partire dal servizio Care by Volvo già disponibile su alcuni modelli. “Vogliamo stringere nuove forme di rapporto con il cliente, per offrirgli “servizi di mobilità con nuovi modelli di business basati sull’auto a nolo o condivisa” ha precisato Kerssemakers. A tutto questo si aggiunge Lynk & Co, marchio del gruppo Geely che attualmente vende in Cina 1,25 milioni di esemplari e pronto a sbarcare in Europa nel 2020.
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