Francia: tensioni a Marsiglia, evacuato il porto
Scontri fra manifestanti e polizia al Porto Vecchio, evacuato dalla polizia. Tensioni alla “marcia bianca” guidata dalla madre del ragazzo ucciso da un poliziotto due giorni fa a Nanterre
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Le autorità francesi si aspettano “una propagazione” delle violenze nelle “prossime notti” dopo la morte del diciassettenne Nahel, due giorni fa a Nanterre, ucciso da un poliziotto. È quanto contenuto in una nota dei servizi francesi citata da una fonte della polizia. La nota, che diversi media francesi hanno rilanciato nella serata del 29 giugno, sottolinea che le “prossime notti saranno teatro di violenza urbana con una tendenza alla propagazione” e con “azioni mirate sulle forze dell’ordine e i simboli dello stato o del potere pubblico”.
A Marsiglia, scontri fra manifestanti e polizia al Porto Vecchio, evacuato dalla polizia. A Lione, dove ieri 28 giugno nel quartiere di Villeurbanne è stato incendiato un palazzo, è stato inviato un elicottero del RAID, i reparti speciali antisommossa.
Coprifuoco
I comuni di Clamart e Compiègne, nell’hinterland di Parigi, hanno decretato il coprifuoco da questa sera 29 giugno a lunedì 3 luglio, per scongiurare il rischio di nuove rivolte dopo la morte di Nahel, il diciassettenne ucciso da un agente di polizia a Nanterre. Si sono infatti verificati scontri sempre più violenti tra manifestanti e polizia dopo la fine della «marcia bianca» guidata dalla madre del ragazzo ucciso da un poliziotto due giorni fa a Nanterre, alla quale hanno partecipato fra le 5mila e le 6mila persone. Diversi poliziotti sono stati feriti, molte le auto date alle fiamme. Gli scontri sono esplosi all’arrivo della marcia davanti al tribunale di Nanterre.
In precedenza il pubblico ministero di Nanterre, durante una conferenza stampa, aveva assicurato che è stata chiesta la collocazione in custodia cautelare per il poliziotto che ha sparato, uccidendolo, al 17enne Nahel a Nanterre. Lo riporta la tv Bfmtv. Contestualmente è stata aperta anche un’inchiesta giudiziaria per omicidio colposo. Il procuratore, che ha analizzato i video e sentito la polizia, sostiene che non ci fossero le «condizioni legali per l’utilizzo dell’arma» da parte dell’agente.
Avvocato agente, «ritenuto necessario sparare»
«Stasera il mio cliente è andato in prigione per aver sparato un colpo che pensava fosse necessario sparare con l’arma che gli era stata consegnata dallo Stato per garantire la sicurezza sua e dei suoi concittadini»: così su Facebook, Laurent-Franck Liénard, avvocato del poliziotto accusato di omicidio per aver sparato al 17enne Nahel.
«Ho vissuto una giornata terribile e storica - scrive - in 31 anni di carriera in cui ho difeso casi di uso di armi, non mi era mai capitato che un cliente finisse in carcere subito dopo essersi trovato davanti al giudice. Contesteremo e combatteremo la decisione, con tutti gli strumenti del diritto».
Madre Nahel, «mia rabbia contro un solo agente»
«Non ce l’ho con la polizia, ce l’ho con una persona: quello che ha tolto la vita a mio figlio»: lo ha detto Mounia M., la madre di Nahel, in un’intervista diffusa stasera da France 5. «Lui - ha continuato la donna - non doveva uccidere mio figlio, c’erano altri modi di agire. Un proiettile? Così vicino al suo torace? No, non posso crederci. Ci sono altri modi di farlo uscire dalla macchina. Uccidere dei ragazzi cosi...per quanto tempo ancora?».
Secondo la donna, il poliziotto «ha visto una faccia da arabo, quella di un ragazzino, e ha voluto togliergli la vita».
Quarantamila poliziotti schierati
Il governo, intanto, ha annunciato che schiererà un totale di 40.000 poliziotti e gendarmi questa sera, di cui 5.000 soltanto a Parigi e nella banlieue, di fronte al rischio di nuovi disordini legati all’uccisione di un diciassettenne di Nanterre, due giorni fa, da parte di un agente. Le forze dell’ordine - ha indicato il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin - saranno “il quadruplo” rispetto alla notte scorsa, durante le quali scontri e danneggiamenti si sono estesi a tutto il Paese e in alcuni casi sono stati particolarmente gravi.
L’autopsia sul corpo del 17enne ha rivelato che il giovane «è stato raggiunto da un unico colpo, che ha attraversato il braccio sinistro, quindi il torace, da sinistra verso destra». A dichiararlo è stato il procuratore della Repubblica di Nanterre. Una perquisizione del veicolo «non ha permesso di ritrovare oggetti pericolosi o stupefacenti», ha aggiunto. È sempre ricercato, ha fatto sapere inoltre, il terzo passeggero dell’auto dell’adolescente, mentre un secondo passeggero è stato ascoltato e quindi rilasciato qualche ora dopo il dramma.
Intanto dopo l’uccisione di Nahel si sono registrati in molte città della Francia disordini. Gli scontri sono stati tuttavia finora meno gravi di quanto previsto dalle autorità, che avevano schierato 2.000 agenti di sicurezza. Le prime tensioni sono state registrate a Tolosa, nel sud-ovest, e a Lille, nel nord, con incendi di cassonetti e lanci di oggetti contro la polizia.
A Nanterre una folla inferocita ha dato fuoco a bidoni della spazzatura, ad automobili e a una scuola elementare, mentre i reparti di emergenza sono stati fatto oggetto del lancio di petardi: gruppi di rivoltosi hanno eretto barricate tra i palazzi ostacolando le operazioni dei vigili del fuoco. La madre del giovane ucciso ha indetto una ’marcia bianca’ per stasera a Nanterre.
Proteste: 150 arresti nelle banlieu
Almeno 150 persone sono state arrestate in Francia durante la seconda notte di disordini. La serata era apparsa all’inizio più calma della precedente in attesa di una “marcia bianca” indetta per stasera in ricordo del giovane, ma poco dopo la mezzanotte le proteste si sono moltiplicate, alla periferia di Parigi ma anche in altre grandi città come Lione o Tolosa.
Secondo il quartier generale della polizia di Parigi, che copre la capitale e i tre dipartimenti limitrofi, i 150 arresti sono stati effettuati dopo le 2:00 contro i 31 della notte precedente in tutta la Francia. La presenza della polizia era stata notevolmente rafforzata nella regione. Più di una decina di auto e un certo numero di bidoni della spazzatura sono stati dati alle fiamme e sulle strade sono comparse barricate. La protesta è proseguita fino a notte fonda in una città dell’est, dove la polizia ha risposto al lancio di pietre con gas lacrimogeni. Nello stesso dipartimento, a Clamart, è stato dato fuoco a un tram e, a Essonne, a sud di Parigi, un gruppo di persone ha dato fuoco a un autobus svuotato dei suoi passeggeri intorno alle 21:00, secondo fonti di polizia. A Seine-Saint-Denis, dipartimento a nord-est della capitale, si sono registrati numerosi atti vandalici.
Macron: «Una morte inspiegabile e ingiustificabile»
Alla fine è dovuto intervenire anche il presidente della Repubblica, Emmanuel Macro, per invitare alla calma dopo i fatti di Nanterre. Il presidente lo ha fatto parlando di «una morte inspiegabile e ingiustificabile».
È stata una notte di disordini a Nanterre e in altre località della banlieu settentrionale di Parigi, infatti, dopo l’uccisione di un 17enne per mano di un agente che lo aveva fermato a un posto di blocco. A Nanterre una folla inferocita ha dato fuoco a bidoni della spazzatura, ad automobili e a una scuola elementare, mentre i reparti di emergenza sono stati fatto oggetto del lancio di petardi: gruppi di rivoltosi hanno eretto barricate tra i palazzi ostacolando le operazioni dei vigili del fuoco.
Sul caso «spetta alla giustizia stabilire la verità ed individuare le responsabilità. Auspico che questo lavoro possa concludersi rapidamente. In un tale contesto, ciò di cui Nanterre e la Nazione hanno bisogno, sono il rispetto e la calma», ha scritto in un tweet il presidente francese, Emmanuel Macron . «Condividiamo il cordoglio e il dolore della famiglie e dei cari del giovane Nael. Voglio esprimergli nuvoamente la nostra solidarietà e l’affetto della Nazione», sottolinea Macron, ricordando che «la giustizia è stata immediatamente incaricata» di far luce sulle circostanze della vicenda. Macron sottolinea anche che «i nostri poliziotti e gendarmi sono impegnati per proteggerci e servire la Repubblica. A loro va ogni giorno il mio ringraziamento. Lo fanno in un quadro deontologico che va rispettato».
Video inchioda ufficiale di polizia
I disordini sono iniziati la sera del 27 giugno con una manifestazione davanti alla stazione di polizia di Nanterre e si sono estesi a località vicine. A Mantes-la-Jolie è stato tentato di dare fuoco al municipio: la polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma, ma ha dovuto ritirarsi. Le autorità riferiscono di 15 persone arrestate. A scatenare i disordini la diffusione del video dell’incidente ripreso dal cellulare di un testimone, e verificato dal canale France Info, che mostra un agente che punta la pistola contro la portiera del conducente dell’auto ferma. Quando il giovane al volante si allontana improvvisamente, l’ufficiale spara a distanza ravvicinata, ferendolo a morte.
Avviata indagine interna
France Info ha riferito che l’agente è stato preso in custodia dalla polizia perché sospettato di omicidio colposo. Secondo il ministro dell’Interno Gérald Darmanin, l’organo di controllo della polizia (IPGN) ha avviato un’indagine interna sull’incidente. L’incidente ha scatenato anche una dura polemica politica.
«Le immagini scioccanti» diffuse sui social network di un poliziotto che spara a un adolescente e lo uccide a Nanterre «mostrano un intervento che chiaramente non è conforme alle regole di ingaggio delle nostre forze dell’ordine», ha detto la premier francese Elisabeth Borne , rispondendo alle domande dei senatori in Aula. «Le immagini - ha detto la Borne - lasciano pensare che il quadro di intervento legale non sia stato rispettato».
«La pena di morte non esiste più in Francia. Nessun agente di polizia ha il diritto di uccidere se non per legittima difesa», ha twittato il leader di sinistra Jean-Luc Mélenchon , invocando una riforma totale della polizia. Il leader dei Républicains, Éric Ciotti, ha invece espresso il suo sostegno alla polizia. “La notte sarà dura, voi siete i difensori della nostra sicurezza collettiva. Niente giustifica questo caos!” ha twittato.
L’appello del sindaco di Nanterre, che invoca giustizia
Il sindaco di Nanterre, Patrick Jarry, lancia un appello alla calma dopo gli scontri della notte scorsa seguiti alla morte di Nael, il ragazzo di 17 anni ucciso dal fuoco della polizia per non essersi fermato a un controllo stradale a Nanterre, nella banlieue di Parigi. In conferenza stampa, il primo cittadino ha detto che la «nostra città si è risvegliata sotto shock, rovinata, sfregiata e preoccupata per questa esplosione di violenze». «Vogliamo giustiza e l’avremo», ha proseguito. Jarry chiede di «fermare questa spirale distruttiva», invocando una «mobilitazione pacifica». «Con la famiglia, gli amici, vogliamo giustizia per Nahel - assicura - l’avremo attraverso la nostra mobilitazione pacifica, con i suoi avvocati, dinanzi al tribunale e a tutti coloro che hanno la giustizia nel cuore». La madre della giovane vittima ha annunciato per domani una marcia bianca in omaggio a Nael e il sindaco ha fatto sapere che intende parteciparvi. «Non molleremo», promette il primo cittadino, aggiungendo: «La città che ha sempre saputo unirsi supererà questa terribile prova». Intanto, stanotte, in vista della manifestazione di giovedì si temono nuovi scontri, nonostante gli appelli alla calma.
La denuncia di Darmanin
«Il piccolo gruppo ’France Police’, che non è in alcun modo un sindacato rappresentativo della polizia nazionale, ha pubblicato un tweet inaccettabile e abietto». Così il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin , ha commentato le reazioni del sindacato di polizia vicino all’estrema destra ai fatti di Nanterre, reazioni in cui si giustificava l’uccisione del 17enne Nael. Darmanin ha preannunciato che si rivolgerà al procuratore della Repubblica e che chiederà ai suoi di studiare le modalità per uno scioglimento del gruppo.
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