Polizze. Italiani preoccupati ma ancora poco assicurati
Polizza previdenziale
A chi serve
I fondi pensione e i piani di previdenza integrativa (sotto forma di polizza o Pip) sono particolarmente indicati alle persone che andranno in pensione con il sistema contributivo puro. Anche se dipendenti a tempo indeterminato, essi dovranno fare i conti con vitalizi ridotti rispetto a genitori e nonni. Anche i lavoratori autonomi e liberi professionisti e coloro che hanno carriere intermittenti dovrebbero considerare queste soluzioni di risparmio destinato alla vecchiaia potendo tra l’altro approfittare della deducibilità fiscale dei premi (fino a 5.164,57 euro annui). Inoltre chi prima comincia più sarà avvantaggiato al termine del piano: dopo il 15° anno per ogni anno successivo la tassazione si riduce dello 0,3% fino a raggiungere il 9%.
Attenzione a…
Il vero tallone di Achille degli strumenti di previdenza complementare sono i costi che possono inficiare pesantemente i risultati finali dell’investimento. Quindi è meglio orientarsi su soluzioni con strutture commissionali light. Tra questi da preferire i fondi negoziali (promossi per determinate categorie di lavoratori o a livello regionale). Fondi pensione aperti e Pip hanno caratteristiche proprie tra cui la possibilità di scelta maggiore nelle linee gestionali ma talvolta i costi minano i rendimenti. L’indicatore a cui guardare per giudicare un piano pensionistico o un fondo è rappresentato dall’Isc (indicatore sintetico del costo) . Un altro aspetto da considerare è che normalmente questo tipo di investimento deve essere alimentato fino al pensionamento quando si dovrà optare per la rendita o per l’incasso del capitale (fino a un massimo del 50%). È prevista anche la possibilità di incassare il 100% del capitale ma solo nel caso in cui la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale È lasciata anche la possibilità all’iscritto di chiedere delle anticipazioni.