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Polizze agricole in crescita del 6% spinte dall’emergenza climatica

Da quest’anno attivo anche il fondo mutualistico di 3 miliardi previsto dalla riforma della Pac. Le aziende assicurate restano comunque solo il 10% per un valore di 7 miliardi

di Alessio Romeo

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3' di lettura

L’emergenza climatica spinge il mercato delle assicurazioni agricole. I dati 2022 e le attese sulla campagna 2023 confermano il crescente ricorso degli agricoltori italiani allo strumento delle polizze agevolate, sia in termini di valori assicurati che, soprattutto, di premi pagati, a causa dell’impatto sempre maggiore degli eventi estremi sulla produzione. I danni sempre più ingenti provocati dal clima costringono i produttori agricoli, tradizionalmente restii agli strumenti di gestione del rischio, a superare una resistenza strutturale resa evidente dalla percentuale delle aziende assicurate sul totale, che resta di poco superiore al 10 per cento.

A sostenere questa tendenza ci sarà da quest'anno anche il nuovo fondo mutualistico introdotto dalla riforma della Politica agricola comune (Pac) 2023-27, che ha raddoppiato i fondi destinati alla gestione del rischio portando in dote all’Italia 3 miliardi.

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Nella campagna 2022 appena conclusa, secondo le prime stime elaborate da Ismea sulla base dei dati provvisori trasmessi dalle compagnie assicurative, i valori assicurati attraverso le polizze agricole agevolate contro i rischi atmosferici nel comparto delle colture vegetali hanno raggiunto quota 7 miliardi, in crescita del 6% su base annua. A questa cifra si aggiungono 1,1 miliardi delle polizze zootecniche e 1,2 miliardi di quelle sulle strutture aziendali (come serre e reti antigrandine) che portano il totale dei valori assicurati lo scorso anno a 9,3 miliardi, il 5% in più rispetto al 2021. Nettamente più sostenuta (+14%) la crescita dei premi pagati dagli agricoltori, ammontati lo scorso anno a poco meno di 700 milioni di euro per il solo comparto delle colture vegetali, come conseguenza dell’ulteriore incremento, pari a circa il 7%, del costo medio delle polizze.

Nella classifica dei settori per valori assicurati, il 2022 ha confermato il primato delle uve da vino, seguite da mais, mele, riso e pomodori da industria. A livello territoriale, oltre metà del mercato assicurativo resta concentrato in tre regioni: nell’ordine Veneto, Emilia Romagna e Lombardia. La prima regione del Sud è la Puglia, al sesto posto, preceduta anche da Trentino Alto Adige e Piemonte.

Le attese di un’ulteriore crescita del mercato nel 2023 poggiano, oltre che sull’aumentata sensibilità dei produttori alla crisi climatica e ai suoi effetti sull’industria a cielo aperto dell’agricoltura, soprattutto sui nuovi incentivi per il ricorso alle polizze garantiti dalla riforma Pac. Con il Piano strategico nazionale per l’attuazione della nuova Politica agricola appena approvato da Bruxelles infatti l’Italia, per prima in Europa, si è dotata di uno strumento mutualistico contro gli eventi catastrofali, rappresentati da gelo, brina, siccità e alluvione. Il Fondo, gestito dalla società Agricat, oggi interamente partecipata da Ismea, offrirà alle oltre 700mila aziende agricole beneficiarie degli aiuti diretti una copertura di base, erogando, in caso di perdite di raccolto oltre la soglia del 20%, un indennizzo sufficiente a compensare almeno il costo per l’acquisto dei mezzi correnti di produzione sostenuto dalle aziende.

«Con la Pac 2023-2027 – spiega Angelo Frascarelli, amministratore di Agricat – l’Italia ha raddoppiato le risorse finanziarie dedicate alla gestione del rischio, portandole ad oltre tre miliardi di euro. Il Fondo mutualistico nazionale potrà disporre di una provvista annuale di 350 milioni di euro, fornendo una copertura di base in caso di perdite di raccolto e rafforzando, con meccanismi di premialità previsti per le aziende assicurate, la diffusione delle polizze agevolate oggi ancora limitate a un 10% delle aziende agricole».

Nel 2022 la sperimentazione condotta da Ismea su alcune province e prodotti test individuati dal ministero dell’Agricoltura e dalle Regioni ha consentito di collaudare in campo la metodologia di accertamento degli eventi e di valutazione dei danni con oltre 11mila perizie e di fornire simulazioni sul modello di funzionamento del Fondo. Seconde le stime Ismea, le perdite da gelo e brina, siccità e alluvione, nel 2022, sono ammontate a circa 5,6 miliardi euro, il 18% della Plv vegetale, e sono dovute per tre quarti alla siccità. Cereali e colture foraggere sono state le produzioni maggiormente colpite, insieme al comparto olivicolo, con un sostanziale equilibrio della distribuzione delle perdite economiche a livello territoriale tra le regioni del Nord e del Centro-Sud.

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