ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùAgroalimentare

Ponti, tre milioni per la rivoluzione smart

Il gruppo di Ghemme nel Novarese ha deciso di investire sulla digitalizzazione dell’azienda per contrastare l’incertezza sui mercati. Lara Ponti: «Nonostante la difficile contingenza abbiamo confermato il piano strategico del 2021 e stiamo ampliando il sito novarese»

di Filomena Greco

 Nel settore dell’aceto Ponti è leader grazie alle acquisizioni fatte negli anni, tra aceto balsamico e aceto di mele, con quote comprese tra 40 e 50%

3' di lettura

Mantiene i piedi ben saldi in un settore “di nicchia” come quello dell’aceto a cui si sono storicamente affiancate le conserve. La famiglia Ponti produce aceto da cinque generazioni e oggi alla guida dell’azienda di Ghemme, nel Novarese, con all’attivo 5 stabilimenti e 220 addetti ci sono Lara e Giacomo Ponti. Azienda benefit dal 2021, il 2022 ha registrato una sofferenza sul fronte della marginalità, per colpa dei prezzi di materie prime ed energia, e una contrazione dei volumi sul mercato interno, penalizzato dall’inflazione. Le previsioni per il 2023 si proiettano sui livelli del 2022, a 120 milioni, con investimenti che in media si attestano intorno al 3,5% dei ricavi del Gruppo.

Progetti e investimenti

«Per noi – ribadisce Lara Ponti, amministratrice delegata – l’unica strada è continuare ad investire e guardare al futuro. Tirare i remi in barca in realtà è molto pericoloso perché nella fase di crisi, se non cogli occasioni per andare avanti, rischi davvero di restare indietro». Investimenti dunque confermati, a partire dal progetto strategico varato dall’azienda nel 2021 e basato su diversi pilastri: la sostenibilità, la trasformazione digitale e lo sviluppo all’estero. «La fase attuale in realtà accelera alcuni processi – sottolinea Lara Ponti – a cominciare dagli strumenti per monitorare la dinamica dei costi e rendere più veloce analisi e interventi, ad esempio su prodotti o processi da rendere più efficienti o per allineare meglio investimenti e benefici».

Loading...

Nel corso del 2023 l’azienda sta investendo sul rinnovamento della linea delle conserve e della glassa per ampliare la gamma dei prodotti e per essere più efficienti. In cantiere anche un ampliamento, nel sito principale di Ghemme, per la lavorazione del sidro destinato all’aceto di mele made in Italy. Infine, l’impegno finanziario più ampio, su tre anni, riguarda la trasformazione digitale dell’azienda, per un totale di tre milioni di euro. «Stiamo rivedendo la nostra intera architettura gestionale, a tutti i livelli, con l’obiettivo di recuperare efficienza, valore aggiunto e di rendere più fruibile ed efficace la lettura dei dati, importante in questi momenti di grande volatilità e incertezza» spiega l’ad Ponti.

Aceto e conserve

Oggi le conserve a marchio Ponti valgono il 25% del fatturato dell’azienda che conta in totale 5 stabilimenti produttivi in Italia. «Nel settore dell’aceto siamo leader di categoria grazie alle acquisizioni fatte negli anni, tra aceto balsamico e aceto di mele, con quote comprese tra 40 e 50% a seconda delle famiglie di prodotti. Al contempo vediamo ridurre progressivamente il numero di competitor». Sulle conserve dominano le marche private, con produzioni in private label, mentre ai marchi come Ponti restano quote minori, che non superano il 15%, seppure in un mercato più grande, a maggiore valore e con più competitor . «Negli anni 80 la situazione era ribaltata, avevamo quote consistenti sulle verdure grazie anche a margini maggiori. Consideriamo però essenziale avere due gambe industriali che garantiscono equilibrio all’azienda» aggiunge Lara Ponti. Negli anni Settanta-Ottanta Ponti ha fatto una politica di acquisizioni molto decisa nel settore degli aceti diventando leader di mercato e tra i principali produttori al mondo di aceto di vino, con una capacità di imbottigliamento giornaliera degli Acetifici del Gruppo Ponti, in un turno di 8 ore, pari a 450mila bottiglie.

Export e sostenibilità

Le esportazioni hanno raggiunto un quarto dei ricavi e proprio sui mercati esteri si concentra una delle linee di sviluppo del Gruppo. «Esportiamo essenzialmente aceto balsamico tanto che in Italia ne resta soltanto l’8% di quello prodotto – spiega Lara Ponti – questo perché il prodotto è riuscito a sposare il gusto della clientela straniera e poi perché l’aceto balsamico si è imposto come eccellenza italiana a fianco di prosciutto crudo, parmigiano reggiano e mozzarella». Più difficile invece esportare l’aceto di vino viste le diverse tradizioni, tanto che Ponti sta lavorando ad un piano di Education e promozione per ampliare l’utilizzo anche di questo prodotto, sia in Italia che all’estero.

Nelle politiche del Gruppo riservate al tema della sostenibilità c’è anche il lancio di due prodotti a filiera controllata. Il primo è l’aceto di mele da prodotto 100% italiano, linea per la quale è stata utilizzata la blockchain per il tracciamento, dal campo alla bottiglia, tramite Qr Code presente sulle bottiglie, con filiera corta grazie alle mele lavorate nel Cuneese. Il secondo prodotto è l’aceto di riso nato da una rete realizzata con due famiglie imprenditrici, realizzato attraverso lo scarto del riso prodotto in provincia di Vercelli, per valorizzare un approccio di economia circolare. «Mettere insieme percorsi di digitalizzazione con i temi legati alla sostenibilità ci interessa molto» aggiunge Lara Ponti. Migliorare guardando avanti, dunque.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti