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Portafogli Esg. Al 40% entro il 2025

Il dato nel report McKinsey-Assoreti che scatta una foto sulle strategie sostenibili delle Reti

di Vitaliano D'Angerio

(NicoElNino - stock.adobe.com)

3' di lettura

Prodotti Esg sempre più presenti nei portafogli delle reti di consulenti finanziari italiani. È quanto segnala il rapporto McKinsey-Assoreti dal titolo: «Modelli di business vincenti per le Reti di consulenti finanziari in ambito Esg» che sarà presento al Salone del Risparmio.

Nel dossier si stima che dall’attuale percentuale del 15-20% di strumenti allineati ai temi Esg, si passerà entro il 2025 a quota 35-40%. Gli analisti di McKinsey hanno intervistato i manager e alcuni gruppi di consulenti di reti che rappresentanto il 90% del mercato italiano. «Ci si attende una crescita importante delle masse Esg gestite dalle Reti – spiega Cristina Catania, senior partner McKinsey –. Il sustainable investing figura infatti tra le loro priorità per i prossimi anni. Quasi tutti gli operatori stanno portando avanti varie iniziative per incentivare la penetrazione dei prodotti di investimento Esg nei propri portafogli e sensibilizzare gli investitori sulle tematiche di sostenibilità. Il tutto in conformità con i recenti sviluppi normativi sul tema». La guerra in Ucraina ha però aumentato lo scetticismo intorno ai prodotti finanziari sostenibili. «Nonostante l’attuale situazione geopolitica e la crescente incertezza dei mercati finanziari – ribadisce Catania –, l’interesse dei clienti verso i prodotti Esg non sembra essere diminuito. Dalla survey che abbiamo effettuato tra gli investitori italiani, emerge che dall’inizio del 2022 l’interesse è aumentato per la maggior parte dei clienti e per oltre il 70% di quelli più facoltosi».

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Questionario aggiornato

Nei prossimi mesi, però, il vero tema da affrontare per le reti sarà la modifica del questionario Mifid come richiesto da Esma, l’authority Ue che vigila sui mercati finanziari. Dal 2 agosto, infatti, ai clienti bisognerà sottoporre il questionario Mifid aggiornato con le preferenze di sostenibilità: i potenziali investitori dovranno dunque spiegare se e quali prodotti finanziari Esg vogliono inserire nel portafoglio.

Dal report McKinsey (vedi anche tabella sopra) emerge che il 44% delle reti ha già realizzato le modifiche inserendo nel questionario le tematiche Esg. Fra coloro che hanno risposto affermativamente, nel 20% dei casi utilizzano degli strumenti specifici (tool) «per analizzare le informazioni fornite»; inoltre nel 67% dei casi, le nuove domande sulla sostenibilità inserite nel questionario sono quelle richieste dalla normativa. Vedremo gli sviluppi nel corso dell’anno.

Prodotti e reputazione

Altro elemento interessante del report è relativo a chi seleziona gli strumenti Esg da inserire nell’offerta delle reti. Il 22% dei network ha dichiarato di avere un team dedicato per selezionare i prodotti “Esg compliant” mentre gli altri, per scegliere questi strumenti finanziari, utilizzano la stessa struttura che individua i prodotti tradizionali.

La selezione degli strumenti finanziari Esg è fondamentale per tanti motivi ma quello più importante è il contenimento del rischio reputazionale. Nel documento McKinsey viene spiegato che «il rischio reputazionale è rilevante soprattutto in relazione alla sostenibilità dei prodotti di fabbriche non-captive. Fondamentale in questo senso il processo di selezione dei fondi Esg di terze parti». L’obiettivo è di evitare il greenwashing, la verniciata di verde di alcuni prodotti che potrebbe rivelarsi un boomerang per la Rete di consulenti che li distribuisce.

Consapevolezza e formazione

«Gli investimenti Esg sono un percorso obbligato, lungo e complesso di cui nessuno conosce l’approdo anche perché ci sono tante variabili da affrontare– spiega Marco Tofanelli, segretario generale di Assoreti –. Per quanto riguarda la nostra associazione, posso dire che c’è grande consapevolezza fra le reti sul tema della sostenibilità. Lo dimostra il fatto che due anni fa abbiamo modificato il codice di comportamento dell’associazione includendo aspetti Esg. È un codice obbligatorio per gli iscritti». Sul versante formazione, Assoreti è da sempre in prima fila. «Abbiamo realizzato un corso di formazione della durata di 6 ore su tutte le nuove normative che impattano sulla sostenibilità – ricorda Tofanelli – e, nell’ambito della formazione obbligatoria, sarà frequentato da 10mila consulenti. Inoltre abbiamo realizzato l’Efpa Esg Advisor per i consulenti che vogliano una certificazione sulla loro formazione Esg».

10 MAGGIO
Ore 17:45/18:45
Ruolo e valore della consulenza finanziaria nella transizione sostenibile
Relatori
Cristina Catania - McKinsey
Francesca Gostinelli - Enel
Chiara Mosca - Consob
Paola Pietrafesa - Allianz Bank Financial Advisors
Conferenza organizzata da: Assoreti

Riproduzione riservata ©

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