«Porteremo fogne e reti nei tanti quartieri in cui mancano ancora»
Renato Natale. Sindaco di Casal di Principe
di Vera Viola
3' di lettura
«Siamo stati favoriti dal criterio della vulnerabilità sociale e materiale e ciò ha fatto sì che venissero approvati due progetti del Comune di Casal di Principe. Questa si, è perequazione». Parole di Renato Natale, sindaco di frontiera _ al secondo mandato – di quel centro del casertano per decenni terra di dominio dei casalesi.
Una sorpresa sindaco vedersi finanziare due progetti di rigenerazione urbana per un totale di 5milioni?
Una piacevole sorpresa è vero. Registriamo una inversione di tendenza nel segno della perequazione, poichè nell’assegnare i fondi si è tenuto conto delle condizioni di partenza dei singoli comuni abbandonando, finalmente, il criterio della
spesa storica che premiava le città più ricche e più dotate. Ma non
è stato facile.
In che senso?
È stata valutata anche la qualità dei progetti. E con gli uffici comunali sottodimensionati questa è stata una sfida difficile. A Casal di principe vremmo bisogno di almeno cinque figure tecniche in più. Negli anni scorsi abbiamo fatto qualche assunzione, ma non abbiamo compensato le uscite. E oggi ci troviamo a fare progetti e partecipare a bandi impegnativi... ma con poche risorse. L’accesso ai fondi del Pnrr si gioca con i progetti: se il Sud non riuscirà a produrne rischia di non utilizzare le risorse che gli sono destinate. A esempio, stiamo lavorando molto sui progetti per l’utilizzo dei beni confiscati. Una sfida importante per Casal di Principe che ne gestisce già ben 56. E un investimento rischioso.
Perchè rischioso?
È semplice, il bilancio comunale è magro e per fare i progetti di fattibilità si investe senza avere la certezza che saranno approvati. Insomma, sia chiaro, i comuni, sopratutto al Sud hanno una difficoltà oggettiva nel concorrere ai bandi del Pnrr.
Quindi a Casal di Principe come siete riusciti ad aggiudicarvi i 5 milioni del bando per due progetti di rigenerazione urbana?
Abbiamo fatto l’impossibile, aiutati dalla politica, dal volontariato. E siamo orgogliosi del fatto che i nostri siano stati considerati progetti di qualità.
Cosa realizzerete?
Il primo progetto approvato e finanziato con una dote di 2,3 milioni prevede la riqualificazione di un pezzo importante della periferia della città, quella al confine con San Cipriano d’Aversa. Saranno costruite le fogne, la rete elettrica, quella idrica. In una parola, i servizi essenziali per un quartiere di 5mila abitanti circa. Questa, come altre zone del nostro Comune, ne sono ancora sprovviste. Il secondo progetto è stato approvato con riserva, a causa di un vizio di forma che abbiamo corretto. Ritengo che la riserva verrà eliminata presto. Anche in questo caso, con 3 milioni porteremo i servizi essenziali
in un altro quartiere.
Queste infrastrutture di base mancano del tutto? Come è possibile?
È così. Si tratta di zone in cui si è costruito abusivamente, quindi senza verde, servizi, strade, senza scuole. Si pensi che sono state emesse 1.300 ordinanze di demolizione di case abusive, 260 sono da abbattere con un finanziamento di 1,6 milioni di Cassa Depositi e Prestiti. Ma io sono del parere che non serva la demolizione per combattere l’abusivismo, anzi penso che le demolizioni – troppo costose per noi – avrebbero anche un costo sociale troppo alto. Piuttosto un pezzo alla volta cercheremo di migliorare la nostra città.
C’è speranza? Cosa è cambiato?
A Casal di Principe c’è stato una grande mobilitazione dello Stato che ha colpito la camorra dei casalesi dopo che per 40 anni aveva dominato. Magistratura e forze dell’ordine hanno fatto una grande opera di bonifica. A breve sarà inaugurato il commissariato di polizia il cui cantiere è stato chiuso un mese fa. Intanto, la società ha prodotto i suoi anticorpi: parlo di associazioni di volontariato, la Croce Rossa,
la Protezione civile sono molto attive. I cittadini vanno giustamente confortati.
Come si fa?
La riqualificazione urbana è ormai indispensabile. I nostri cittadini hanno diritto come gli altri a servizi, parchi pubblici. A scuole, asili, a una città più bella e riqualificata. Solo così potremo convincerli che non vale la pena di tornare indietro.
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