Porto di Livorno, al via task force ultimo miglio
Accolta la richiesta delle imprese: al ministero un tavolo sui nuovi collegamenti, soprattutto ferroviari, con lo scalo labronico
di Marco Morino
I punti chiave
- Al via task force ultimo miglio
- La reazione di Confetra Toscana
- Verso il raddoppio dei treni
3' di lettura
La costa toscana, lungo la quale sorgono i porti di Marina di Carrara, Livorno (4° posto nelle graduatoria dei porti italiani per tonnellate di merce movimentata) e Piombino, ha fame di collegamenti logistici di ultimo miglio: assi viari e raccordi ferroviari per far uscire rapidamente la merce dal porto e spedirla verso la destinazione finale. «Un territorio è logisticamente competitivo se è connesso» aveva detto lo scorso dicembre Gloria Dari, presidente di Confetra Toscana, nel corso di un convegno organizzato a Livorno. «Porti, interporti, aree industriali: urge una rete di collegamenti di ultimo miglio, che renda la costa toscana un vero hub logistico al servizio dello sviluppo economico del territorio» aveva spiegato Gloria Dari.
Al via task force ultimo miglio
Un appello, quello lanciato da Confetra Toscana, che non è rimasto inascoltato. Al Mims (ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile) si è appena insediato il tavolo “Emergenza ultimo miglio e connessioni” declinato su Livorno a partire dal progetto Darsena Europa, con cui proprio Livorno e il sistema portuale toscano puntano a conquistare nuove quote di traffico e dunque un ruolo più forte nel sistema portuale nazionale.
Lo annuncia sulla propria pagina Facebook la viceministra Teresa Bellanova. «Ne avevamo discusso – prosegue Bellanova – lo scorso dicembre nel corso di un convegno promosso da Confetra Toscana, dove avevo dato la mia disponibilità a un lavoro comune con tutti i soggetti istituzionali, a partire dalla Regione Toscana, e imprenditoriali interessati. Obiettivo: garantire la messa in rete di questo sistema portuale con gli interporti su cui insiste per aree di origine e destinazioni delle merci».
Bellanova ha convocato Rfi (Rete ferroviaria italiana), Regione Toscana, il sindaco di Livorno Luca Salvetti, il presidente dell’Autorità portuale, Confetra e Confindustria per avviare un focus sul tema.
La reazione di Confetra Toscana
Immediata la risposta di Gloria Dari: «Poco prima di Natale, al convegno promosso da Confetra Toscana sull’emergenza ultimo miglio e connessioni del porto, avevo chiesto alla viceministro Bellanova di insediare un tavolo permanente per monitorare lo stato di avanzamento delle diverse progettualità che riguardano i collegamenti retroportuali di Livorno: rispetto all’Interporto Vespucci, alla rete nazionale, ai Corridoi europei Ten-T».
Spiega Piero Neri, presidente di Confindustria Livorno-Massa Carrara: «Inutile ragionare solo di nuovi terminal, ampliamenti lato mare e dragaggi, se poi la merce non è in grado rapidamente di uscire dal porto per incamminarsi verso la destinazione finale o le aree industriali e produttive. Da sempre l’obiettivo di Confindustria Livorno- Massa Carrara, ribadito più volte e in più sedi, è la necessità di accelerare interventi e opere in grado di restituire al territorio attrattività per gli investimenti e competitività industriale».
La proposta, formalizzata poi in una lettera congiunta al ministero sottoscritta da Confetra Toscana e dalla Territoriale di Confindustria, è stata infine recepita dal governo. «Ringraziamo la viceministro a nome di tutta la comunità industriale e logistica livornese - aggiungono Gloria Dari e Piero Neri -. Finalmente gli operatori economici e le imprese presenti sul territorio, potranno avere un luogo istituzionale e rappresentativo ai massimi livelli di tutti i soggetti coinvolti, per capire come e quando i diversi interventi infrastrutturali previsti vedranno la luce».
Verso il raddoppio dei treni
Nel 2020 nel porto di Livorno sono stati movimentati 3.159 treni merci. Nel 2030 l’obiettivo è il raddoppio: il porto di Livorno dovrà movimentare (in ingresso/uscita) circa 6mila treni merci l’anno. La quota della ferrovia salirà dal 10% sul totale delle merci movimentate nel 2020 al 20% nel 2030. Il che equivale a circa 150mila Tir in meno l’anno in entrata e in uscita dal porto labronico.
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