Porto Marghera, Eni investe 750 milioni per i nuovi progetti
Obiettivo transizione energetica diversificando i prodotti ottenuti
di Barbara Ganz
3' di lettura
Un impianto in grado di trattare 190mila tonnellate di fanghi da depurazione civile - più o meno la metà di quanto prodotto in Veneto annualmente - che attualmente, conferiti dai consorzi di gestione idrica, finiscono in discarica oppure, grazie a una deroga di legge, vengono dispersi sui terreni agricoli, senza alcuna possibilità di monitorare da quale lotto provenga una eventuale contaminazione.
Non sarà un termovalorizzatore
Il progetto presentato da Eni Rewind - vent’anni di competenze in gestione di rifiuti da bonifica e industriali - anche per conto di Eni rappresenta il secondo impianto del genere, per un investimento di circa 140 milioni, in Italia dopo quello ormai prossimo a entrare in funzione vicino a Milano. Il modello è quello di un analogo impianto operativo a Zurigo: «Non un termovalorizzatore, perché non si bruciano rifiuti di provenienza diversa come plastiche, e non un inceneritore perché non produce cenere: il fango viene essiccato, con un processo che si sostiene autonomamente perché il calore produce energia in parte anche utilizzabile gli altri siti Eni: le scorie residue, considerando che l’80% di questi fanghi è acqua, vengono avviate a discarica o usate per materiali da costruzione come sottofondi stradali», spiega Paolo Grossi, amministratore delegato della società.
Il progetto, su cui già si annunciano battaglie ambientaliste, verrà presentato lunedì 3 aprile ai comuni di Venezia e Mira in una assemblea pubblica in programma al centro civico di Malcontenta (con la possibilità si seguire anche da remoto): «Il tema non è se i fanghi contengano inquinanti come i famigerati Pfas: oggi di fatto quel materiale sfugge a ogni controllo, e se disperso in ambito agricolo finisce certamente per entrare nella catena alimentare. Questo progetto consente anche un controllo che oggi manca».
Le assunzioni
È solo un tassello del piano Eni per la diversificazione e trasformazione di Porto Marghera, che prevede a oggi 750 milioni di euro di investimenti - sui 520 iniziali - e occupazione per 366 persone. L’obiettivo è arrivare agli obiettivi di transizione energetica agendo su più fronti: aumentare le materie prime trattate nel segno della sostenibilità, accrescere la capacità produttiva per rispondere a un mercato in crescita e diversificare i prodotti.
In questo senso va la scelta di alimentare la bioraffineria Eni - il primo esempio di riconversione di una raffineria tradizionale al mondo - «con scarti e residui vegetali e animali sempre nuovi, mentre da ottobre scorso, in anticipo sull’obbligo di legge, non viene più utilizzato l’olio di palma, perché il suo impiego rischiava di minacciare aree forestali e agricole destinate a coprire il fabbisogno alimentare», sottolinea Michele Viglianisi, responsabile delle attività di bioraffinazione, che mette l’accento sulla necessità di diversificare i prodotti destinati al complesso sistema dei trasporti: «In alcuni casi, ad esempio il trasporto aereo, ragionare in termini di elettrificazione non è possibile».
Intanto Versalis, la società chimica di Eni, sta avviando in questi giorni le attività preliminari di cantiere per quello che sarà il primo impianto per il riciclo meccanico avanzato delle plastiche post consumo. L’impianto, acquisito insieme alla tecnologia da Ecoplastic, produrrà polimeri stirenici da materia prima riciclata, che giungerà già selezionata e pretrattata. Si otterranno polistirene espanso e compatto con un contenuto riciclato fino al 100% a partire da materia prima seconda ricavata da rifiuti in polistirene espanso selezionati dai settori industria e commercio. I nuovi prodotti, che arricchiranno la gamma Versalis Revive, saranno destinati a settori applicativi per i quali i requisiti di sostenibilità e circolarità sono essenziali, come packaging ed edilizia.
Il piano prevede anche una ulteriore fase di sviluppo a seguito dell’'acquisizione, nel luglio 2022, della licenza per la realizzazione di un impianto per il riciclo meccanico avanzato di rifiuti plastici selezionati ottenuti dalla raccolta differenziata, in particolare polistirene e polietilene alta densità, con una capacità di trasformazione di circa 50 mila tonnellate/anno.
Ancora, «a Porto Marghera Versalis realizzerà, sulla base di una tecnologia proprietaria, il primo impianto in Italia per la produzione di alcool isopropilico, che oggi viene totalmente importato dall’estero e che viene impiegato in numerosi settori di mercato, in particolare disinfettanti e cosmetica - spiega il responsabile industriale Paolo Baldrati -. La capacità del nuovo impianto, 30mila tonnellate/anno, può coprire interamente la domanda del mercato nazionale e rappresenta per Versalis un passo strategico per la specializzazione del portafoglio di prodotti». Le relative autorizzazioni sono già state ottenute, mentre a maggio 2022 Eni ha avviato l’iter autorizzativo per la realizzazione di una nuova unità di produzione di idrogeno.
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