ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùPagamenti elettronici

Pos, passi avanti per il taglio delle commissioni: resta un mese di tempo per la soluzione

Si cerca una nuova formula che consenta di ridurre a zero le commissioni a carico dei commercianti per l’uso del Pos nelle transazioni digitali sotto i 10 euro e per ridurle sotto i 30 euro

di Laura Serafini

Obbligo Pos, Meloni: "Se posso dare una mano ai commercianti lo farò"

3' di lettura

Resta ancora un mese di tempo per trovare una nuova formula, per quanto all'inizio sperimentale e temporanea, che consenta di ridurre a zero le commissioni a carico dei commercianti per l'uso del Pos nelle transazioni digitali sotto i 10 euro e per ridurle sotto i 30 euro. Dopodiché, trascorso il termine del 31 marzo senza una soluzione, scatterebbe la tagliola prevista dalla legge finanziaria varata a fine dicembre 2022 che prevede l'introduzione di una tassazione, un contributo straordinario a carico dei prestatori di servizi di pagamento e dei gestori di circuiti e schemi di pagamento pari al 50% degli utili, al netto degli oneri fiscali, derivanti dalle commissioni e da altri proventi per le transazioni inferiori a 30 euro. In realtà, però, tra i prestatori dei servizi di pagamento, tra i quali ci sono anche le banche, questa volta si respira aria di ottimismo.

Il Mef ha avviato incontri bilaterali con gli operatori

Il ministero dell'Economia si è portato avanti e ha in qualche modo invertito le priorità individuate dalla legge. La quale prevedeva l'emanazione di un decreto da parte del ministero entro il primo marzo, per individuare le modalità di costituzione presso il dicastero di un tavolo di confronto con gli operatori del settore, quindi banche, circuiti internazionali, soggetti che processano i pagamenti, come Sia, piattaforme come Nexi, Satispay e così via. Le strutture tecniche del ministero hanno però già avviato confronti bilaterali con i singoli soggetti per valutare da subito la percorribilità di soluzioni concrete, per poi arrivare alla fase del confronto collettivo tra tutte le parti con un progetto definito da limare nei dettagli.

Loading...

Lo scoglio dei circuiti internazionali, da Visa ad Amex

La difficoltà maggiore in questo percorso di taglio dei costi è rappresentata dal ruolo dei circuiti internazionali, come Visa, MasterCard, American Express, Bancomat, i quali applicano commissioni analoghe o simili in tutti i paesi del mondo nei quali sono presenti. L'introduzione di un modello diverso di ricavi in Italia comporterebbe un'asimmetria destinata a ripercuotersi anche sugli altri mercati. I pagamenti digitali hanno costi che vengono ribaltati sull'esercente. Ogni transazione è soggetta a commissioni che remunerano i vari soggetti coinvolti.

Commissioni dello 0,7% sul bancomat; l’1,2% per le carte di credito

La legge stabilisce che le banche possano trattenere lo 0,2% per le transazioni con carta di debito o bancomat e lo 0,3% per quelle con carta di credito. Poi ci sono i circuiti di pagamento, di cui parlavamo in precedenza, che prevedono commissioni dello 0,2% per il bancomat e fino allo 0,5% per le carte di credito. C'è poi il costo del Pos, con una commissione dello 0,3/0,4 per cento. La stima è che le transazioni con il bancomat abbiano costi medi per l'esercente dello 0,7% che arrivano all'1,2 per cento per la carta di credito. Nel caso dei micropagamenti, sotto i 10 euro, molte banche già prevedono zero commissioni; il circuito Bancomat aveva già azzerato le commissioni sotto i 5 euro fino al 2023.

Obiettivo: costi zero per i commercianti sotto i 10 euro

L'obiettivo del governo è fare quel salto in più che consenta di arrivare a zero costi per i commercianti sotto i 10 euro. Ma non potrà imporlo, e un eventuale impegno di banche e altri operatori dovrà risultare su base volontaria, perché altrimenti, come già avvenuto negli anni scorsi, l'Antitrust potrebbe aprire un'istruttoria per verificare l'esistenza di cartello, un accordo tra gli operatori dei pagamenti, che potrebbe limitare la concorrenza. Un equilibrio tutt'altro che facile.

\Se il rischio, in Italia, per i circuiti internazionali è quello di ritrovarsi con un nuovo balzello potrebbe accadere che la disponibilità a tagliare i costi sia compensata da qualche contropartita che lo Stato potrebbe riconoscere, in termini di facilitazione o alleggerimento fiscale. Ma su una simile eventualità, al momento, non c'è alcuna conferma. Certo, viene da pensare, se il progetto di introdurre l'euro digitale, al quale sta lavorando la Bce, subisse un'accelerazione, tutto questo lavoro non sarebbe più necessario di punto in bianco. I pagamenti eseguiti con la valuta digitale della banca centrale non sarebbero soggetti a commissioni e tutti questi operatori da riunire attorno a un tavolo per discutere di Pos perderebbero parte della loro ragion di essere e soprattutto dei loro ricavi.

Prima la soluzione, poi il tavolo sul Pos

Il decreto del ministero per l'istituzione del tavolo, in ogni caso, potrebbe anche non essere varato entro il primo marzo; per il dicastero l'importante è arrivare alla definizione della soluzione prima della fine di marzo. Una volta raggiunto quell'obiettivo, che dovrebbe introdurre un modello sperimentale della durata di un anno, tutto il resto diventa una questione di forma e non di sostanza.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti