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Pos, tavolo entro il 1° marzo. Ipotesi commissioni zero sui micropagamenti

Avviato il dialogo con gli operatori. Si ragiona sul taglio dei costi per le spese fino a 10 euro

(Davizro Photography - stock.adobe.com)

2' di lettura

Archiviata, per lo stop di Bruxelles, la cancellazione dell’obbligo di Pos per i pagamenti sotto i 60 euro e delle sanzioni per chi non accetta la moneta digitale (30 euro, più il 4% del valore della transazione), il governo è al lavoro per rispettare quanto previsto dalla legge di bilancio per il 2023 e trovare una soluzione che permetta di alleggerire le commissioni sui pagamenti elettronici.

Entro il 1° marzo il tavolo con le categorie

Alle transazioni con Bancomat o carte di credito sono dedicati i commi 386 e 387 dell’articolo 1 della legge di bilancio approvata dal Parlamento alla fine dello scorso anno, che stabiliscono una deadline chiara: entro 60 giorni dall’entrata in vigore, dunque entro il 1° marzo, dovrà essere adottato un decreto del ministro dell’Economia per istituire un tavolo permanente tra le categorie interessate (dall’Abi alle aziende che offrono servizi e prodotti per i pagamenti digitali) incaricato di «valutare soluzioni per mitigare l'incidenza dei costi delle transazioni elettroniche di valore fino a 30 euro a carico degli esercenti attività di impresa, arti o professioni che presentino ricavi e compensi relativi all'anno di imposta precedente di ammontare non superiore a 400.000 euro».

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L’eventuale contributo di solidarietà a carico dei gestori

Se il tavolo fallisse nella «definizione di un livello dei costi equo e trasparente» entro il mese successivo, scatterebbe la “punizione”, ossia un contributo straordinario da parte dei prestatori di servizi di pagamento e dei gestori di circuiti e schemi di pagamento pari al 50% degli utii, al netto degli oneri fiscali, derivanti dalle commissioni e da altri proventi per le transazioni inferiori a 30 euro ovvero al diverso limite di valore eventualmente individuato. Contributo che andrebbe ad alimentare un fondo taglia-costi per i commercianti e i professionisti.

Lo schema su cui si ragiona

Il fattore di persuasione per spingere tutti a trovare una soluzione, dunque, c’è. In questa ottica, il ministero dell’Economia guidato da Giancarlo Giorgetti ha avviato un primo dialogo con gli operatori. L’ipotesi sul tappeto, da verificare prima di istituire ufficialmente il tavolo, è quella di un azzeramento delle commissioni per i micropagamenti sotto i 10 euro (la classica colazione al bar) e di una riduzione flessibile per quelli fino a 30 euro. Tutto in via sperimentale per un anno.

Gli “sconti” in autonomia

Intanto, c’è già chi si muove in autonomia. Dal 2021 PagoBancomat ha azzerato tutte le commissioni sotto i 5 euro. Nexi ha attivato per il 2023 la promo “micropagamenti” che prevede un rimborso a cadenza semestrale delle commissioni fino a 10 euro. Dallo scorso novembre, Intesa Sanpaolo ha lanciato l’iniziativa CresciBusiness condivisa con le principali associazioni dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi: il piano, riservato alle piccole e piccolissime imprese clienti del gruppo (con fatturato fino a 2,5 milioni) e sempre della durata di un anno, include l’azzeramento per un anno delle commissioni sui micropagamenti tramite Pos in negozio fino a 15 euro e la gratuità per un anno del canone dei Pos e delle carte di credito commercial. Anche altri operatori offrono agevolazioni variabili, su canoni e commissioni. Ma districarsi nella giungla può non essere facile.

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