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Aspartame nel mirino Oms per possibile rischio cancerogeno

L’International Agency for Research on Cancer (Iarc), l’agenzia dell’Oms specializzata nella ricerca sul cancro, potrebbe presto classificare il dolcificante aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo”. È quanto anticipa la Reuters sul proprio sito citando fonti anonime

(Danijela - stock.adobe.com)

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L’International Agency for Research on Cancer (Iarc), l’agenzia dell’Oms specializzata nella ricerca sul cancro, potrebbe presto classificare il dolcificante aspartame come “possibile cancerogeno per l’uomo”. È quanto anticipa la Reuters sul proprio sito citando fonti anonime.

L’ufficializzazione della notizia è attesa per il prossimo 14 luglio, quando sarà resa disponibile la monografia Iarc dedicata all’aspartame e la valutazione sarà pubblicata sulla rivista Lancet Oncology. L’aspartame è uno dei più diffusi dolcificanti in commercio. È presente in numerosi prodotti, dalle bevande a cibi industriali fino ad alcuni farmaci.

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Una prima valutazione effettuata all’inizio degli anni Ottanta ne aveva confermato la sicurezza definendo la dose massima a 40 mg al giorno per chilo di peso corporeo. A più di 40 anni di distanza giunge oggi la nuova valutazione dello Iarc per decidere sulla capacità della sostanza di favorire lo sviluppo di tumori.

Il gruppo di lavoro si è riunito dal 6 al 13 giugno scorsi. Mentre in questi giorni (27 giugno-6 luglio 2023) è in corso la riunione di un diverso gruppo di lavoro Oms-Fao che dovrà decidere la dose sicura per la sostanza. «Le due valutazioni sono complementari», afferma lo Iarc. «Ecco perché il risultato delle valutazioni sarà reso disponibile insieme».

Il sistema di classificazione dell’agenzia dell’Oms prevede quattro categorie: il gruppo 1 è destinato alle sostanze per cui ci sono sufficienti prove di cancerogenicità; le sostanze inserite nei gruppi 2A (probabile cancerogeno) e 2B (possibile cancerogeno) sono considerate potenzialmente in grado di favorire lo sviluppo di tumori, ma con differenti livelli di forza delle prove scientifiche disponibili.

L’ultimo gruppo è riservato alle sostanze per cui non siano disponibili prove di cancerogenicità. Secondo l’anticipazione Reuters, l’aspartame sarebbe stato inserito nella categoria dei ’possibili cancerogeni’, in cui, al momento sono presenti 322 sostanze.

La reazione delle aziende
L’Associazione Internazionale dei Dolcificanti «nutre serie preoccupazioni per le speculazioni preliminari» sull’opinione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro «che potrebbero fuorviare i consumatori sulla sicurezza dell’aspartame». Lo sottolinea in una nota l’Isa, specificando come questo ingrediente sia uno dei più «studiati nella storia” ed è stato dichiarato sicuro da “oltre 90 agenzie per la sicurezza alimentare».

«L’International Agency for Research on Cancer, o Iarc, - spiega Frances Hunt-Wood, segretario generale dell’International Sweeteners Association - non è un organismo per la sicurezza alimentare. Il comitato congiunto Fao e Oms di esperti sugli additivi alimentari dell’Organizzazione mondiale della sanità sta conducendo una revisione completa della sicurezza alimentare dell’aspartame e non è possibile trarre alcuna conclusione fino alla pubblicazione di entrambi i rapporti».

L’aspartame, prosegue il segretario Isa, «è uno degli ingredienti più studiati nella storia, con oltre 90 agenzie per la sicurezza alimentare in tutto il mondo che ne dichiarano la sicurezza, inclusa l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha condotto la più completa valutazione della sicurezza dell’aspartame fino ad oggi».

Per questo Isa, aggiunge, ha «fiducia nel rigore scientifico dell’analisi completa della sicurezza alimentare dell’aspartame condotta da parte del Comitato Congiunto di Esperti Fao/Oms sugli Additivi Alimentari dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e attende con impazienza la pubblicazione completa di tali risultati nelle prossime settimane».

«Il mio consiglio è di far prevalere il principio di precauzione e su sostanze come l’aspartame è meglio, in generale, evitare il consumo abbondante e prolungato nel tempo». Lo afferma all’ANSA Giorgio Calabrese, nutrizionista e presidente del Comitato Nazionale Sicurezza Alimentare del ministero della Salute, sottolineando l’attesa anche nella comunità scientifica per le conclusioni dell’Oms in merito alla possibile cancerogenicità dell’aspartame, che dovrebbero essere rese note il 14 luglio.

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L’aspartame, spiega l’esperto, «è composto da due aminoacidi, l’acido aspartico e la fenilalanina. La dose consigliata al momento e ritenuta sicura è di 2,8 grammi al giorno per un uomo dal peso medio di 70 kg. Ora si avanzano dei dubbi ed è in atto un confronto per definire un dosaggio certo e sicuro, soprattutto in relazione all’acido aspartico». Tuttavia, rileva Calabrese «anche se l’Oms e la Fao prenderanno una decisione in merito, a mio parere non potrà comunque essere una posizione certa e definitiva e questo perché il problema non è solo la definizione della quantità giornaliera di aspartame da poter ingerire senza pericoli, ma anche capire se tale sostanza presa nelle quantità indicate risulti però sicura sul lungo periodo, ovvero se consumata continuativamente per molto tempo e anni. L’obiettivo, cioè, dovrebbe essere non solo definire l’esatto dosaggio per chilogrammo di peso corporeo, ma anche studiare gli effetti a lungo termine di cui si sa ben poco».

«Come nutrizionista - sottolinea - ho sempre sostenuto la migliore qualità dei prodotti naturali e credo che sia meglio utilizzare mezzo cucchiaino di zucchero, piuttosto che sostanze come l’aspartame o altri dolcificanti, con i quali si tende ad eccedere. Ciò anche in mancanza della prova certa di una loro cancerogenicità». Quindi un consiglio ai giovani: «non si facciano illudere dalle cosiddette bevande ’zero’. Sono comunque caloriche e stimolano la secrezione gastrica e la gastrite. Molto meglio l’acqua o succhi naturali di frutta».

Ad ogni modo, conclude Calabrese, «attendiamo le conclusioni dell’Oms e una volta arrivato il pronunciamento sottoporrò la questione al ministro della Salute, Orazio Schillaci , perchè si avviino degli studi di approfondimento su questo dolcificante».

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