ASSEGNATO IL DEa pLANETA

Possono i premi letterari risollevare l’annus horribilis dell’editoria?

Parte la stagione dei premi letterari: si comincia con il DeA Planeta che riconosce a Federica De Paolis e al suo “Le imperfette” 150 mila euro. Ma quanto nel tempo del Covid-19 questo genere di riconoscimenti può essere risolutivo ? Tra Europa e Usa un confronto tra i premi più noti

di Serena Uccello

(ANSA)

3' di lettura

Se questo non fosse l'anno del Covid, se questo fosse il 2019 o il 2021, il mondo dell'editoria proprio in queste settimane comincerebbe il suo periodo più vorticoso: quello dei saloni, dei festival e soprattutto dei premi. Lo Strega scalderebbe i muscoli, il Campiello comincerebbe a guardarsi attorno. Ad aprire la stagione sarebbe il DeA Planeta che tenta nel nostro Paese di ricreare la fortuna che ha avuto in Spagna. Ora poiché è l'anno del Covid di “vorticoso” c'è poco ma l'appuntamento con i Premi, fortunatamente per lettori, autori, editori e librai resta. Quindi esattamente come se fosse il 2019 o il 2021 si comincia dall'assegnazione della seconda edizione del DeA Planeta.

A scorrere i nomi che negli anni hanno vinto in Spagna, il Planeta, ci sono molti degli autori che hanno portato la letteratura ispanica stabilmente sugli scaffali di mezzo mondo. C'è un'autrice da best seller come Clara Sanchez e un'autrice che, nella traduzione italiana, ha fatto dopo Andrea Camilleri la fortuna di Sellerio, cioè Alicia Giménez-Bartlett. Ma dentro c'è anche quel mostro della letteratura mondiale che è Mario Vargas Llosa (premio Nobel per la letteratura nel 2010). Ed ancora Manuel Vázquez Montalbán, alla cui scrittura hanno fatto riferimento non pochi giovani (ma anche meno giovani) autori italiani. E poi Eduardo Mendoza, Lorenzo Silva, Javier Moro, Terenci Moix. Autori che grazie a questo premio hanno trovato una conferma e autori che invece hanno potuto costruire carriera e al tempo stesso, visti i numeri di vendita, rafforzare il mercato. Da questa all'altra parte dell'Oceano.

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C'è da chiedersi quanto, in generale, i premi possano determinare la carriera di un autore o il destino di un libro. Partiamo ad esempio da quello che nell'immaginario si porta dietro l'allure maggiore e che peraltro è stato appena assegnato, il 4 maggio (per la fiction a Colson Whitehead con I ragazzi della Nickel): il Pulitzer. Ecco negli Stati Uniti è chiaramente il premio (anche se è da attribuire al National Book Award il successo di autori come William Faulkner, John Cheever, Philip Roth) che più di altri fa schizzare un titolo. Un esempio? Nel 2002 per Richard Russo con il romanzo Il declino dell'impero Whiting le vendite negli Usa aumentarono del 6500 per cento. Qualche anno dopo, il mondo editoriale assistette all'esplosione di Olive Kitteridge di Elizabeth Strout, che passò da 1.200 a oltre 11mila copie a settimana dopo aver vinto l'edizione del 2009.

In Francia l’ansia del mondo editoriale si focalizza, dal 1902, sul Goncourt: un riconoscimento che davvero può far lievitare le vendite di un libro. Come accadde nel 1984 con L'amante di Marguerite Duras: 700mila copie reggiunte dopo la vincita. Medesimo risultato per un romanzo complesso e monumentale - non propria a misura di grande pubblico - come Le Benevole di Jonathan Littel che divenne un caso editoriale internazionale. In Gran Bretagna Julian Barnes che con il romanzo Il senso di una fine vinse nel 2011 il Man Booker Prize vive questo passaggio: la settimana prima della vittoria vende poco più di duemila copie a settimana, la settimana successiva alla vittoria sale a oltre 14 mila.

In questo contesto si inserisce il DeA Planeta. L'impressione è che ad aver determinato il suo successo è stata l'inversione di paradigma: il riconoscimento non va cioè a premiare un romanzo uscito ma un inedito; il secondo aspetto riguarda la trasversalità: esordienti e autori strutturati sono sul medesimo piano. Ed infine la valorizzazione: il Premio più che certificare un successo prova a crearne uno nuovo. Certo con un investimento economico importante (150mila euro), il più ambizioso nel panorama europeo. Ma soprattutto attraverso l'attivazione di un tour promozionale internazionale e garantendo la traduzione, che è la porta d'accesso per entrare nel più remunerativo dei mercati, quello anglosassone. Nell'anno del Covid la parte promozionale è in stallo, tuttavia proprio per questo il resto del pacchetto rimane appetibile. E fa per certi versi emergere ancora di più come il giusto mix tra commerciale e qualità, può essere risolutivo per l’intera filiera.

Quest’anno il Premio DeA Planeta, è stato assegnato a Federica De Paolis: 150mila euro al suo Le Imperfette. Federica De Paolis ha partecipato con lo pseudonimo di Paola Punturieri. A lei, già autrice di alcuni romanzi pubblicati da Fazi, Bompiani e Mondadori, viene assicurata la pubblicazione in Italia con DeA Planeta e in lingua spagnola presso case editrici del Gruppo Planeta, insieme alle traduzioni in inglese e francese.

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