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Post-Draghi e pre-Fed, lo yen debole spinge il Nikkei

dal nostro corrispondente Stefano Carrer

1' di lettura

L'indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso in rialzo dell'1,48% a 19.604,61 punti dopo una accentuata debolezza dello yen nel post-Draghi e pre-Fed.
Il mercato azionario nipponico si e' indirizzata a un netto progresso nella sessione conclusiva dell'ottava, stimolata da un indebolimento della valuta nazionale su dollaro ed euro, che ha trainato i titoli delle aziende votate alle esportazioni.

Gli investitori ora attendono dagli imminenti dati Usa sull'occupazione una riprova della prospettiva sempre più concreta di un altro rialzo dei tassi americani gia' settimana prossima.
Fin dalla prima fase delle contrattazioni, il Nikkei ha superato un guadagno dell'1%, in coincidenza con un rialzo del dollaro ai massimi da fine gennaio sullo yen oltre quota 115 (112,3 sull'euro). Oltre agli esportatori, sono in spolvero i titoli del comparto finanziario, a partire da quelli assicurativi. L'ascesa dei tassi Usa, ampliando il differenziale con quelli giapponesi, appare negativa per lo yen e positiva per la Borsa nipponica. I finanziari beneficiano anche del sell-off globale di bond seguito alle indicazioni arrivate ieri dalla Banca centrale europea, che ha sostanzialmente escluso l'introduzione di nuovi stimoli.

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Intanto la Borsa di Seul non ha registrato scossoni per la decisione della Corte Costituzionale di confermare l'impeachment della presidente Park Geun-hye rimuovendola dal ruolo di Capo dello Stato: la reazione e' stata leggermente positiva, anche perché ora si avranno elezioni anticipate entro due mesi, evitando il protrarsi di una lunga fase di stallo istituzionale.

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