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Poste, crescono profitti e fatturato. Del Fante: «Se lo Stato cede parte della sua quota potranno entrare i grandi fondi internazionali»

Ricavi in salita del 6,8 %, risultato operativo in aumento dell’1,5% (2,1 miliardi) e utile netto a 1,5 miliardi (+5,8%)

3' di lettura

Poste Italiane chiude i primi 9 mesi del 2023 con risultati ancora una volta in crescita, spinti dall’aumento dei tassi di interesse e dalla revisione del prezzo della consegne della posta ai grandi clienti corporate. I numeri, che vedono ricavi in salita del 6,8 % a 8,9 miliardi, risultato operativo in aumento dell’1,5% (2,1 miliardi) e l’utile netto a 1,5 miliardi (+5,8%), consentono al management di alzare da 2,5 a 2,6 miliardi l’obiettivo di risultato operativo per la fine del 2023 e di distribuire un dividendo in aumento del 13% (l’acconto pari a 0,237 euro sarà staccato il 22 novembre). Non solo: la società ha annunciato il riconoscimento di un bonus un tantum da mille euro ai dipendenti, in pagamento questo mese e che peserà complessivamente per 90 milioni sui conti, per fare fronte al carovita. Ma che rappresenta anche, come ha spiegato l’ad Matteo Del Fante, un riconoscimento ex post per lo sforzo fatto dal personale nel garantire le consegne e gli uffici postali aperti durante la pandemia. Forte dei risultati e delle previsioni comunque solide per il 2024, il management guarda con tranquillità anche alla eventualità di una privatizzazione. «L’abbiamo letto sui giornali – ha risposto Del Fante agli analisti – Non commentiamo, perché è una decisione che spetta agli azionisti. Quello che possiamo dire è che un aumento della quota del flottante nel range del 10-20% potrebbe consentire anche ai grandi fondi di investimento internazionali di entrare nel capitale. Oggi non possono farlo, perché sarebbero limitati a investimenti sotto i 100 milioni: le attuali dimensioni del flottante di Poste rendono complicato smobilitare in tempi sostenibili quote di capitale superiori a quelle dimensioni». I grandi investitori, ha continuato il manager, ragionano su taglie maggiori: «attorno a 300 milioni di euro». Dunque un’ulteriore tranche sul mercato (e lo Stato potrebbe cedere fino al 30%) aumenterebbe la liquidità del titolo e quindi le prospettive di crescita di valore in borsa.

Piano industriale il 20 marzo

Del Fante ha annunciato che il nuovo piano industriale verrà presentato il prossimo 20 marzo. Lì è attesa la rivoluzione del business che dovrebbe trasformare il gruppo in un operatore della logistica a 360 gradi. Giocherà un ruolo chiave la revisione del contratto che dovrebbe consentire una maggiore flessibilità nelle consegne. La Cisl Poste nega, però, che il negoziato sia partito e peraltro chiede adeguamenti salariali a fronte dell’aumento degli utili. Un tema sarà anche la revisione del contratto con Cdp per la remunerazione della raccolta postale. Tra le fine del 2022 e i primi due trimestri del 2023 c’è stato un aumento dei riscatti dei prodotti di risparmio postale a seguito della repentina crescita dei tassi di interesse. Cdp ha cercato di correre ai ripari, migliorando i rendimenti di prodotti come il libretto postale, ma un restyling più ampio è previsto nel nuovo accordo. In occasione del piano verrà annunciata un’eventuale revisione al rialzo della dividend policy.

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Il bilancio dei vari settori

Tornando ai conti, i ricavi da corrispondenza e pacchi sono pari a 2,8 miliardi (+4%); il gruppo ha annunciato il break even del risultato operativo a fine anno. I ricavi dei servizi finanziari, che beneficiano dell’aumento dei tassi di interesse, sono pari a 1,4 miliardi nel terzo trimestre 2023, in calo del 3,1% per effetto di minori plusvalenze e minori proventi della raccolta postale (+3,9% pari a 4,5 miliardi su base annua). I ricavi dei servizi assicurativi sono pari a 371 milioni nel terzo trimestre del 2023, in crescita del 6,5% rispetto al terzo trimestre del 2022 (-0,1% su base annua e pari a 1,1 miliardi nei primi nove mesi del 2023), con una raccolta netta positiva nel ramo vita e un tasso di riscatto contenuto, secondo il gruppo inferiore alla metà del tasso di mercato. I ricavi da pagamenti e mobile sono pari 1,1 miliardi (+44,2%). La vendita di energia ha portato 82 milioni di ricavi e un impatto negativo sull’Ebit di 28 milioni. I contratti sono a quota 400 mila. «I risultati dei primi nove mesi del 2023 vanno oltre il nostro piano strategico, con ricavi in crescita su base annua del 7%, pari a circa 9 miliardi di euro, e un risultato operativo che ha raggiunto 2,1 miliardi. Tutto ciò è stato ottenuto anche grazie ad una continua razionalizzazione dei costi», ha chiosato Del Fante.


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