servizi finanziari

Poste con Postepay sbarca nel Fintech

di Laura Serafini

(Fotogramma)

3' di lettura

Poste Italiane scalda i motori per assicurarsi una posizione in prima fila come operatore di Fintech quando sarà aperto l’”ultimo miglio” dei conti correnti bancari e postali. «Fiducia nel marchio Poste, forte posizionamento nei pagamenti digitali, capacità di innovazione e convergenza con la telefonia mobile ci consentiranno di consolidare il ruolo di leadership che già oggi abbiamo raggiunto nei pagamenti digitali sia in termini di crescita di ricavi e margini, in media del 10%, che di transazioni, pari al doppio della media di mercato», spiega al Sole24Ore Marco Siracusano, responsabile della divisione pagamenti, mobile e digital del gruppo dei recapiti.

Dal primo ottobre è operativa la nuova spa, Postepay, di cui il manager è ad, nata dalla fusione delle infrastrutture dei pagamenti scorporate dal Bancoposta con Poste Mobile. I ricavi a fine giugno hanno raggiunto 307 milioni (+10,4% su giugno 2017), l’ebitda 113 milioni (+7%), 18,6 milioni le carte Postepay (di cui 5,4 milioni le evolution collegate a un Iban), 550 milioni le transazioni con le carte (+19%),2,2 milioni i “digital wallets” (+83,3%). Sarà l’intermediario specializzato con il quale il gruppo intende solcare il mare del Fintech che si muoverà dal settembre 2019, quando la direttiva europea Psd2 prevede l’obbligo a carico di banche e delle stesse Poste di consentire l’operatività sui conti (leggi addebiti/accrediti) a soggetti terzi autorizzati dai clienti.

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«Postepay potrà fornire servizi innovativi “captive” per il gruppo Poste - racconta Siracusano - ma soprattutto potrà rivolgersi all’esterno, a clienti e aziende, fornendo servizi innovativi aggiuntivi con un’offerta aggregata pagamenti e telefonia mobile. Un operatore ibrido Fintech che non ha uguali in Europa. Solo per fare un esempio: dal 2019 la carta bancomat non sarà più quella della banca in cui si ha il conto corrente, ma può essere quella di qualsiasi altro operatore autorizzato ». I numeri che sinora hanno prodotto in Italia i grandi player over the top, come Amazon ,Samsung, Apple sbarcati, nel mondo dei pagamenti digitali lo scorso anno non sarebbero da capogiro: la transazioni si sono fermate attorno a 300 mila.

Postepay ha in serbo anche un altro jolly che lancerà sul mercato prima della fine dell’anno grazie a un’idea innovativa brevettata da Poste lo scorso anno: i clienti della comunità («consideriamo Postepay un ecosistema che è un driver per l’”inclusione” finanziaria e digitale degli italiani», dice Siracusano) potranno scambiarsi tra loro non solo i soldi, ma anche i giga di ricarica dei telefoni. Una madre, ad esempio, potrà passare la ricarica del suo telefono al figlio senza movimenti di denaro.

La formula sulla quale il gruppo guidato da Matteo Del Fante ha deciso di puntare, facendone il perno del piano Deliver 2022, scommette sulla convergenza tra tutti i suoi business, sia nella declinazione tradizionale che in quella digitale. A fine giugno i clienti che ogni giorno eseguono operazioni finanziarie negli uffici postali sono 1,5 milioni; quelli che eseguono transazioni sul web e le app di Postepay,che repplicano di fatto l’ufficio postale, sono arrivati a 1,4 milioni. «Ormai siamo alla parità tra ufficio fisico e virtuale - chiosa il manager -. Intendiamo andare oltre e puntiamo a crescere in tutte le forme di incassi da pagamenti. Le potenzialità sono elevate anche nell’e-commerce, che è convergenza tra spedizioni e pagamenti. Poste ha una quota del 30% del mercato della consegna dei pacchi e Postepay una quota del 25% nel mercato dei pagamenti per e-commerce».

In questa visione che ruolo assume Sia, la società partecipata al 15% Poste? La Cassa depositi e prestiti sarebbe interessata a cedere al gruppo dei recapiti la sua quota del 35% in cambio di pagamento cash, ma in alternativa anche con un aumento di capitale riservato che farebbe aumentare il peso della società guidata da Fabrizio Palermo nel capitale di Poste. «Non prevediamo di accrescere la nostra quota - commenta Siracusano -. Il piano Deliver 2022 prevedeva il lancio di un segmento dei pagamenti rivolto al consumatore e su questo ci stiamo concentrando. Nulla è previsto nel piano per Sia, che è un importante nostro fornitore, ma Poste rimane con una quota di minoranza. Del resto Postepay e Sia operano nello stesso segmento di business, ma con due finalità di diverse. Sia ha una base di clienti diversa: sono istituzioni finanziarie e banche centrali».

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