Powell «falco»: Fed pronta a strette più aggressive se l’inflazione lo richiederà
Il chairman della Federal Reserve parla al Congresso nella testimonianza semestrale sulla politica monetaria americana
di Marco Valsania
2' di lettura
Jerome Powell avverte che la Federal Reserve, per combattere l'inflazione e moderare la forza dell'economia, potrebbe decidere di accelerare nuovamente la manovra di rialzi dei tassi di interesse. E portare il costo del denaro negli Stati Uniti ad un livello più elevato di quanto finora previsto.
Fed pronta a stringere ancora i tassi
Il chairman della Fed, parlando alla Commissione bancaria del Senato in occasione di due giorni di testimonianza semestrale al Congresso sull'outlook dell'economia e della politica monetaria, ha affermato che «i più recenti dati economici sono stati più robusti di quanto anticipato, suggerendo che il livello finale dei tassi di interesse sarà più alto di quanto ipotizzato in precedenza». Powell ha aggiunto: «Se la totalità dei dati dovesse indicare che sono richieste strette più rapide, siamo pronti ad aumentare il passo dei rialzi», vale a dire ad azioni più aggressive. La Fed intende inoltre mantenere i tassi elevati per «qualche tempo».
«Molta strada da fare per riportare inflazione al 2%»
Il chairman ha precisato che la Banca centrale rimane flessibile nella sua strategia. «Continueremo a prendere decisioni incontro dopo incontro. Anche se l'inflazione ha conosciuto una moderazione nei mesi recenti, il processo per far tornare l'inflazione al target del 2% ha molta strada da compiere e probabilmente sarà un processo accidentato».
Dato di gennaio in controtendenza
«Siamo coscienti» dell'impatto dell'inflazione nel Paese, ha riconosciuto Powell. E «abbiamo ancora lavoro da svolgere». I dati di gennaio, anche se influenzati da fattori stagionali quali un clima mite, hanno in particolare evidenziato una «parziale inversione» rispetto a tendenze alla moderazione, con «pressioni inflazionistiche maggiori delle attese e nettamente superiori all'obiettivo di lungo periodo» del 2 per cento.
Già 8 rialzi in un anno
La Federal Reserve, nell'arco di un anno, ha alzato i tassi interbancari per otto volte consecutive, al 4,50%-4,75 per cento. Nell'ultimo vertice a inizio febbraio ha deciso una stretta di un quarto di punto, frenando una manovra che era stata caratterizzata da una serie di interventi di 75 punti base e da un intervento di 50 punti base a dicembre. Ad oggi i suoi esponenti hanno previsto in media di portare i tassi quest'anno fino al 5%-5,5% e di mantenerli su simili livelli anche durante il 2024. Il prossimo vertice di politica monetaria sarà il 21 e 22 marzo.
«Alzare il tetto sul debito federale»
Powell, intervenendo sul tema scottante del tetto del debito federale che a sua volta incombe sul futruro dell’economia e della stabilità dei mercati, ha affermato che «il Congresso deve alzare il tetto sul debito in modo tempestivo. Le conseguenze altrimenti potrebbero essere molto gravi». Gli Stati Uniti hanno raggiunto il massimo dell’indebitamento consentito per legge e grazie a manovre contabili possono evitare problemi probabilmente fino all’estate. In assenza di un aumento del tetto allora potrebbero però scattare rischi di default o paralisi del governo. Il Presidente Joe Biden e i democratici chiedono un aumento senza condizioni del tetto, i repubblicani chiedono in cambio forti tagli alla spesa pubblica.
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