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Prada Cup, la nuova sfida che porta alla Coppa America

di Antonio Vettese

(Reuters)

3' di lettura

Giovedi sera presso lo Yacht Club de Monaco c'è stata una grande serata per presentare la Prada Cup. L'evento è epocale? Dopo molti anni l'evento voluto da Patrizio Bertelli va a sostituire la ben nota Louis Vuitton Cup per premiare le regate di selezione degli sfidanti alla America's Cup e quindi definire il diritto a incontrare il defender nel più antico trofeo velico.

Gli italiani che lo hanno fatto sono stati il Moro di Venezia di Raul Gardini nel 92 e Luna Rossa di Patrizio Bertelli nel 2000. Bertelli, per presentare la Coppa, ha scelto un luogo che in qualche modo può essere considerato neutro: avrebbe potuto scegliere una delle due meravigliose sedi della Fondazione Prada (Milano o Venezia) dove il peso della cultura e il valore delle opere d'arte avrebbe potuto indurre in soggezione i compagni di regata: anche questa, nella guerra totale della Coppa America, sarebbe stata una mossa importante. Con lui era Marco Tronchetti Provera, che riporta il marchio Pirelli sulle vele di Luna Rossa.

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In questi giorni in realtà si gioca una partita decisiva per e forse un poco sottovalutata per il destino della Coppa, i team che hanno già presentato la sfida sono tre e stanno lavorando alacremente: Luna Rossa che è anche il Challenger of Record, American Magic che testimonia la volontà del New York Yacht Club di riportare la Coppa nelle sale dove è rimasta “inchiodata” per 132 anni e Ineos, il desiderio inglese (casa reale compresa) di riportarla dove è nato tutto: il Royal Yacht Squadron di Cowes. Ma nella notte scadeva l'ultima possibilità di presentare una sfida e il New Zealand Royal Yacht Squadron ha ricevuto otto nuove sfide che restano secretate, una è considerata valida (se pagherà la tassa di iscrizione entro dieci giorni, potrebbe essere olandese) sette pongono condizioni preliminari che potrebbero richiedere la modifica impegnativa del Protocollo già operante.

Quanti sindacati italiani e quanti stranieri? I due italiani che finora hanno cercato di entrare dovrebbero essere della partita, anche se ampiamente modificati nei contenuti e non con le caratteristiche e i nomi iniziali (Adelasia e Columbus) . Di sicuro sono tutti in ritardo, italiani e non, nella ricerca di denaro e nel design. Un tema è che purtroppo la Coppa non viene sempre riconosciuta un buon territorio per le sponsorizzazioni e ci vuole una iniezione di passione da parte di un tycoon che ci crede. Tuttavia… proprio l’Italia ci insegna che chi partecipa può avere grandi vantaggi sia sul piano personale che su quello aziendale. Lo è stato per Azzurra e il consorzio di investitori, lo è stato per Montedison e il Moro, successo mai dichiarato dai manager per le note vicende che hanno creato forti errori di prospettiva, ma basta dire che ancora in tanti si ricordano delle notti in tv: lo è stato e lo è per Prada al punto che siamo alla sesta sfida di Luna Rossa.

Certo c'è una dose di rischio e la Coppa non piace a chi vuole amministrare un rapporto costi benefici codificabile e quasi certo, in fondo per essere della partita bisogna esprimere almeno 50 milioni di euro. Si può forse condividere che nelle ultime edizioni ci sono state troppe novità, troppe incertezze, talvolta troppo silenzio. I neozelandesi vogliono costruire un evento più grande di quello che potrebbe essere con soli quattro sfidanti e riempire il Viaduct Basin di Auckland con più basi e più sfide. Cosa serve? Tempo e quindi forse un rinvio della Coppa che sarebbe giustificato anche dalle difficoltà che una barca così nuova porta nel suo processo progettuale. Chi non vuole dare tempo e non lo darà rendendo questa ipotesi irrealizzabile? Beh, la risposta è facile: chi sta lavorando duro come Luna Rossa, American Magic e Ineos. Chi sta navigando in basi segrete, ma non serve perché le spie sono brave, chi sarebbe quasi pronto. Fanno male? Si lavora per vincere e nella Coppa si usa tutto per vincere, impedire agli avversari di avere tempo è un'arma.

Che altre condizioni hanno posto i potenziali sfidanti? La più gettonata pare essere quella di realizzare un evento in casa. Ragionevole, ma probabilmente quasi inutile alla esposizione degli sponsor nell'era dei social e della super tv, vista la grande internazionalità dell'evento. La vicinanza al pubblico è un problema, certo, perché lo sport ha bisogno di pubblico, tuttavia non pare essere “il” problema in questo caso. Ci sono aspetti decisamente più complessi per la partecipazione di un team alla Coppa.

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