Preatoni, investimento da 40 milioni per la Niki Lauda Tower a Dubai
Il progetto riguarda un grattacielo di 26 piani da ultimare a marzo 2026. Previsto un incasso totale di 230 milioni dalla vendita di tutti gli appartamenti
di Laura Cavestri
3' di lettura
Corre sul mercato di Dubai – e non può essere altrimenti chiamandosi “Niki Lauda” Tower – l’ultima iniziativa imprenditoriale del Gruppo Preatoni. La sfida è portare a termine – «in realtà c’è solo il lotto e tutto il resto è da costruire», precisa lo stesso Ernesto Preatoni – un grattacielo di 26 piani venduto sulla carta per il 39% e di fatto mai realizzato, che porta il nome del celebre ex pilota di Formula 1 (ai cui eredi il precedente sviluppatore pagò una consistente royalty per l’utilizzo del nome).
Il progetto e i vincoli
In questi giorni, infatti, lo special judicial Committee dell’Emirato Arabo – che si occupa di gestire il completamento di distressed asset (cioè degli edifici incagliati in fallimenti, procedure esecutive e concorsuali) – ha sancito il subentro della Preatoni Real Estate Development al precedente sviluppatore, Define Properties (LLC), in tutti gli obblighi e le tempistiche necessarie a chiudere l’opera.
«In pratica – ha spiegato Preatoni – si tratta di costruire completamente un grattacielo di 26 piani per una superficie lorda complessiva di quasi 50mila metri quadrati. Un investimento globale tra i 30 e i 40 milioni di euro da completare al 100% – comprese le certificazioni degli organi competenti – entro 36 mesi». Ovvero, tra febbraio e marzo 2026.
«Solo dopo aver completato il 30% del progetto – ha aggiunto Ernesto Preatoni – si potrà avviare la commercializzazione delle unità che non erano ancora state vendute e richiedere agli attuali acquirenti il pagamento dell’eventuale saldo residuo su cui hanno versato caparre e acconti». Pagamenti che devono essere effettuati su un fondo vigilato dalla Real Estate Regulatory Agency (l’Authority regolatoria di Dubai Land Department).
«Con il completamento, qualche anno fa, della Preatoni Tower – ha detto ancora Preatoni – abbiamo dimostrato alle Autorità degli Emirati di avere le capacità di gestire con idee nuove situazioni difficili sul mercato locale, ricevendo la fiducia di chi ha investito e delle autorità di Dubai. Con questa sinergia tra pubblico e privato (cessione a titolo gratuito del terreno all’investitore in cambio dell’impegno a ultimare la costruzione, veniamo incontro a un’esigenza delle autorità locali e ai tanti clienti che altrimenti avrebbero perso caparre e investimenti. Il recupero dei cantieri incompiuti, a Dubai, è certamente un’attività rispetto alla quale siamo diventati un punto di riferimento». Il progetto della Niki Laura Tower è stato affidato a Killa Design, uno degli studi di architettura più dinamici nell’area, fondato da Shaun Killa nel 2015. Il progetto dovrebbe essere ultimato tra settembre e ottobre. A quel punto, la costruzione dovrà prendere un’accelerata.
«Gli appartamenti – spiega ancora Preatoni – avranno diverse metrature, saranno venduti a circa 4500 euro al metro quadrato per un valore complessivo, se verranno tutti venduti, di circa 230 milioni di euro. Sarà anche una splendida vetrina per esaltare le finiture e i complementi della filiera manifatturtieria dell’arredo Made in Italy ».
Dubai al top per i prezzi
Del resto, come emerge anche dall’ultimo “The Wealth Report 2023” di Knight Frank (l’analisi pubblicata con cadenza annuale dall’agenzia di consulenza immobiliare indipendente) Dubai continua ad attrarre i super ricchi. I prezzi delle abitazioni prime nella città emiratina, infatti, hanno registrato un’accelerazione del 44,2% nel 2022. La città resta, così, al vertice del Prime International Residential Index, che monitora i prezzi degli immobili di alta fascia in 100 mercati.
L’esperienza di Preatoni Tower
Per Preatoni non si tratta della prima esperienza di recupero di un immobile dismesso nel Paese del Golfo. Nella primavera del 2018, il Gruppo aveva annunciato di aver ultimato i lavori della torre che oggi porta il suo nome – la Preatoni Tower – composta da 554 unità immobiliari suddivise in 45 piani, alta 190 metri e con uffici fino al 25° piano 25 e abitazioni fino al 45° piano. Nel 2006, infatti, la società a capitale tedesco Alternative Capital Invest (Aci) aveva lanciato il progetto di costruzione della torre chiamata Dubai Star, raccogliendo le quote caparra di investitori indiani, pakistani e di altri paesi asiatici.
Con la crisi – conseguente allo scoppio negli Usa dei mutui subprime – il costruttore aveva abbandonato il progetto, realizzato al 35%, e gli investitori. Solo nel 2012, l’incontro tra Preatoni e uno dei proprietari degli appartamenti, che aveva creato un comitato degli investitori per cercare di venire a capo della vicenda, aveva indotto il Gruppo a prendere in mano l’iniziativa, che ora potrebbe diventare un filone di business più strutturale.
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