Premio Altagamma, i protagonisti del futuro Due imprese milanesi tra le eccellenze scelte
di Giulia Crivelli
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Ricambio generazionale o anche, semplicemente, offerta di opportunità ai giovani: l’Italia non è esattamente un esempio virtuoso in questo. Forse qualcosa però sta cambiando, forse in un futuro – speriamo assai prossimo – l’Italia sarà più simile a una meritocrazia e meno a una gerontocrazia. Se succederà, sarà anche grazie a iniziative come quella di Fondazione Altagamma, che nel 2015 ha istituito il Premio giovani imprese Altagamma-Believing in the Future, proprio con l’obiettivo di valorizzare le aziende italiane emergenti nei diversi settori rappresentati dall’associazione. Nata nel 1992, oggi la Fondazione comprende 109 brand di sette settori – moda, design, gioielleria, alimentare, ospitalità, motori e nautica – che hanno una caratteristica comune: promuovono nel mondo l’eccellenza, l’unicità e lo stile di vita italiani.
Trasversali come l’associazione sono i vincitori dell’edizione 2021 del Premio Altagamma, annunciati alla fine dello scorso anno, tra i quali ci sono anche due imprese lombarde: La Double J (www.ladoublej.com) per il settore e moda e Sabba per i gioielli. Gli altri premiati sono Internoitaliano (design), So-Le Studio (gioielli, a pari merito con Sabba), Portofino Dry Gin (alimentare), Moto Parilla, Fragile Cosmetics (hotellerie & wellness) e Orange Fiber (innovazione).
Il premio non è un mero riconoscimento, punta a offrire alle aziende e ai creativi-imprenditori che le hanno fondate strumenti per il loro percorso di crescita e nuove opportunità relazionali, grazie a quello che potremmo definire l’ecosistema italiano dell’alto di gamma: la selezione finale della settima edizione del Premio Altagamma è avvenuta dopo aver valutato circa cento aziende. Giovani, certo, ma non necessariamente start up. Alcune si erano candidate spontaneamente, altre sono state identificate dall’advisory board del premio e dai soci di Altagamma.
Tornando alle aziende lombarde, La Double J ha in realtà una “doppia anima”: la sua fondatrice e attuale ceo è J.J. Martin, nata in California ma da molti anni in Italia. Il marchio è stato fondato nel 2015 e nel 2021 ha aperto un grande spazio in via Sant’Andrea, la strada del quadrilatero della moda di Milano dove ci sono, solo per fare alcuni nomi, Chanel, Kiton, Miu Miu, Roger Vivier (gruppo Tod’s) e Church’s. La Double J spazia dal pret-à-porter a tessuti e accessori per la casa, con un fil rouge, che potremmo definire un coloratissimo massimalismo (inteso come contrario del minimalismo che ciclicamente “colpisce” la moda). Ogni pezzo La Double J è al 100% made in Italy, grazie alla collaborazione con Mantero per seta e tessuti, Salviati di Murano per i bicchieri, Mascioni per la biancheria da tavola e con tante altre eccellenze artigianali del nostro Paese.
L’altro vincitore lombardo del Premio Altagamma, Sabba, è una maison di alta gioielleria fondata da Alessandro Sabbatini nel 2014. Ogni gioiello è prodotto in un solo esemplare e realizzato da poche e selezionate mani italiane e francesi. Sabbatini iniziò la sua carriera come designer da Cartier, dove ha lavorato fino quando ha deciso di fondare Sabba, che usa metalli preziosi come oro e platino, ma anche titanio, abbinati a pietre a loro volta spesso uniche. I gioielli sono in alcuni casi ispirati alle forme della natura, in altri al design, in un mix tra alta gioielleria “classica” e gusto contemporaneo, quasi futuristico. Seppur poco digitale Alessandro Sabbatini vive tra l’Italia e Parigi, ma il suo marchio non ha un sito, anche se i social sono pieni di citazioni dei suoi gioielli, da Pinterest a Instagram, passando per i siti di riviste come Robb Report.
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