Preraffaelliti: poesia e bellezza al Palazzo Reale di Milano
La mostra raccoglie circa 80 opere, tra cui la celebre Ofelia di John Everett Millais, provenienti dalla Tate di Londra
di Stefano Biolchini
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Dolente e sinuosa La Dama di Shalott va incontro al suo destino funesto: non vedrà mai Lancillotto e troverà la morte. La forza misteriosa delle donne, la loro sensualità dirompente ma anche la necessità di veder loro riconosciuti diritti che la società vittoriana neppure contemplava, e ancora l’ambientazione attenta in una natura dettagliata e selvaggia sono tra i temi più cari ai Preraffaelliti e ai loro seguaci. In principio furono 7. Correva l’anno 1848, anno di rivolte popolari nei paesi europei, quando Dante Gabriel Rossetti, suo fratello William Michael, Thomas Woolner, William Holman Hunt, John Everett Millais, James Collinson e Frederic George Stephens diedero vita al Pre-Raphaelite Brotherhood, la
Claudio e Isabella di Hunt nella loro ambientazione medievale sono un esempio di immediatezza sorprendente, quasi che il sacrificio della sorella si compia nel presente. Il tema della fine d’amore impegna Hughes nel capolavoro di Amore d’Aprile con il linguaggio dei fiori che vede prevalere le rose che appassiscono sull’edera fedele e sul lillà amoroso. Sempre di Millais è il portentoso e placido La valle del riposo con le due suore, una delle quali anticonvenzionalmente e brutalmente intenta a lavorare con la pala in un placido camposanto che si stempera in luci crepuscolari. Ugualmente anticonvenzionale e scandaloso il Cristo bruto lavoratore di Madox Brown nel Gesù lava i piedi di Pietro . E’ del gran sacerdote dei preraffaelliti Hunt La Nave oltre al ritratto del critico del gruppo, George Stephens. Conclude il percorso il bellissimo La Dama di Shalott di John William Waterahouse del 1888.
Tra fedeltà alla natura, poesia, mito e bellezza la mostra Preraffaelliti amore e desiderio - prodotta dal Comune di Milano-Cultura, Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE è organizzata in collaborazione con Tate e curata da Carol Jacobi - è al palazzo Reale di Milano fino al 6 ottobre.
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