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Prescrizione, verso il via libera della riforma alla Camera. Dal primo grado alla Cassazione: cosa cambia

Per la quinta volta in diciotto anni il Legislatore rimette mano alla materia

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3' di lettura

L’Aula della Camera ha iniziato la discussione generale sul ddl che riforma la legge Cartabia sulla prescrizione ripristinando la prescrizione sostanziale e rispetto a quella processuale. Il testo è stato illustrato dai due relatori in Commissione Giustizia, Andrea Pellicini (FdI) ed Enrico Costa (Azione). Per la quinta volta in diciotto anni il Legislatore rimette mano alla riforma della prescrizione.

Il centrodestra si ricompatta

Dopo l’ex-Cirielli del 2005 e le leggi dei Guardasigilli Andrea Orlando del 2017, Alfonso Bonafede del 2019 e Marta Cartabia del 2021, il testo che ha ottenuto a fine ottobre il via libera in commissione Giustizia della Camera di fatto riscrive la norma che regola l’istituto che porta all’estinzione del reato. Dopo alcune difformità di vedute iniziali il centrodestra è riuscito infatti ad arrivare a una soluzione condivisa.

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Cosa cambia

La proposta di modifica approvata prevede uno stop della prescrizione per 24 mesi dopo la condanna di primo grado e per 12 mesi dopo la conferma della condanna in Appello. Se la sentenza di impugnazione non arriva nei tempi previsti, la prescrizione riprende a decorrere e si deve calcolare anche il periodo in cui è stata sospesa. Anche in caso di successivo proscioglimento o annullamento della condanna in Appello o in Cassazione, il periodo di stop va conteggiato ai fini della prescrizione.

Ritorno all’impostazione Orlando

Si tratta, insomma, di una riedizione sostanziale della legge Orlando. Un cambiamento radicale rispetto al testo base di Pittalis (Forza Italia) che riproponeva di fatto un ritorno all’ex-Cirielli che aveva accelerato drasticamente i tempi di prescrizione. Nel 2017, Orlando provò a riallungarli prevedendo un “bonus” di 2 anni per l’Appello e di un anno per la Cassazione. Ma la norma non riuscì ad esplicare i suoi effetti perché nel 2019 Bonafede fece un’altra riforma che bloccava il corso della prescrizione dopo il primo grado. Nel 2021 Cartabia cambia le cose stabilendo che non c’è limite di tempo in primo grado, ma l’Appello non può durare più di 2 anni e 1 è il tetto per la Cassazione. Ora cambia tutto di nuovo e si torna all’impostazione della riforma Orlando.

Costa: riforma liberale che merita ampia convergenza

«Il tema della prescrizione è fondamentale nell’assetto del nostro processo penale, perché insiste su un elemento imprescindibile, che è quello del tempo. Il tempo è importante per la vittima, per chi viene assolto, ma anche per chi viene condannato, perché la ragionevole durata del processo si collega al tema della rieducazione della pena. Dal 1992 ad oggi, quasi trentamila cittadini sono stati risarciti per ingiusta detenzione: più è compresso il tempo entro il quale le persone sono assolte, meno quella cicatrice si imprime e rimane». Lo ha detto il deputato di Azione e relatore della proposta di legge sulla riforma della prescrizione Enrico Costa nel suo intervento in Aula alla Camera.

Delmastro: stop indagati a vita e rottamazione processi

«Sono soddisfatto del lavoro svolto dalla commissione e dai gruppi parlamentari volto a far ritornare la prescrizione sostanziale, agganciata alla gravità del reato e alla pericolosità del reo, archiviare la parentesi “bonafediana” di indagati e imputati a vita e abbandonare anche la stagione della improcedibilità, che secondo alcuni procuratori avrebbe rottamato 150mila processi in Italia». Così il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, intervenendo in Aula alla Camera nella discussione sulla proposta di legge sulla prescrizione. «Il testo pone fine al “fine processo mai”, che fuori dal perimetro culturale e antropologico del centrodestra e pone fine alla rottamazione dei processi in Appello, anche quella fuori dal perimetro del centrodestra», ha aggiunto Delmastro, rilevando che «la nostra non è una scelta tecnicistica ma politica. Politica dei diritti, politica criminale e politica di sistema. Mai più ircocervi e Frankenstein giuridici».

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