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Prezzi, ecco come sono calati a maggio benzina e gasolio. Verso una frenata anche per la pasta

Si riunisce la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo di questo prodotto che a marzo ha registrato un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente

Pasta alle stelle, prezzi oltre i 2 euro al chilo

4' di lettura

Una seduta al rialzo per le quotazioni internazionali di benzina e diesel ma le medie dei prezzi praticati sulla rete italiana continuano comunque a scendere a valle dei ribassi decisi dagli operatori nei giorni scorsi. E un nuovo taglio dei prezzi raccomandati arriva oggi, giovedì 11 maggio, con Tamoil (-1 centesimo su benzina e diesel). Verso una frenata anche per il prezzo della pasta: secondo il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, i prezzi torneranno a essere più bassi nelle prossime settimane. Ma le associazioni dei consumatori non condividono lo scenario delineato dal ministro.

I prezzi alla pompa

Venendo al dettaglio dei prezzi alla pompa, in base all'elaborazione di Quotidiano Energia dei dati comunicati dai gestori all'Osservaprezzi del Mimit aggiornati alle 8 di ieri 10 maggio, il prezzo medio praticato della benzina in modalità self è 1,822 euro/litro (1,825 nella precedente rilevazione), con i diversi marchi compresi tra 1,802 e 1,827 euro/litro (no logo 1,824). Il prezzo medio praticato del diesel self è 1,667 euro/litro (contro 1,672), con prezzi medi compresi tra 1,648 e 1,674 euro/litro (no logo 1,668).

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Pasta, Urso: prezzi giù in poche settimane

Per quanto riguarda invece la pasta, si riunirà nelle prossime ore la Commissione di allerta rapida per analizzare la dinamica del prezzo di questo prodotto che a marzo ha registrato un aumento del 17,5% rispetto all’anno precedente. È la prima riunione della commissione creata con il decreto Trasparenza. «Ascolteremo le aziende della filiera della pasta in un confronto che sono convinto sarà positivo - ha spiegato Urso -. In ogni caso, un primo risultato lo abbiamo ottenuto: molte imprese hanno già assicurato che l’aumento della pasta è solo temporaneo. I prezzi attuali, dicono le aziende, sono dovuti allo smaltimento delle scorte, realizzate quando il costo delle materie prime era più alto. E che quindi, in poche settimane, i prezzi saranno ribassati, essendosi notevolmente ridotti i costi di produzione, oltre al fatto che il costo delle materie prime è sempre più basso, così come quello dell’energia», ha concluso Urso.

Assoutenti: calo energetici non si riflette sui prezzi degli alimentari.

Ma le associazioni dei consumatori la pensano diversamente. Sul tavolo della riunione di oggi Assoutenti presenterà un dossier che evidenzia alcune gravi storture sul fronte dei listini al dettaglio in Italia. Il documento elaborato dall'associazione dimostra, ad esempio, la totale asimmetria tra l'andamento dei beni energetici e quello dei beni alimentari, prodotti che continuano a registrare rincari record a danno di milioni di famiglie.Per quanto l'aumento dei costi energetici abbia avviato il suo percorso ad inizio 2021, raggiungendo picchi elevati fin da subito, l'effetto sul mercato alimentare si è iniziato timidamente a manifestare solo a partire da giugno 2021, con una crescita costante solo a partire dal dicembre 2021 – analizza nel suo dossier Assoutenti - Nell'aprile 2022 la curva dei beni energetici ha iniziato a subire delle inflessioni fino all'ottobre 2022 in cui c'è stata una totale inversione di tendenza verso il basso. A tale mutazione però, non è seguita la medesima discesa dei prezzi di generi alimentari, i quali hanno visto il loro prezzo aumentare costantemente. Crescita che perdura ancora oggi. Lo studio di Assoutenti rileva poi come le famiglie, per far fronte ai rincari, siano state costrette a modificare le proprie abitudini, rinunciando a mettere in tavola alcuni beni specifici. Tra i prodotti per i quali nel 2022 si è registrato il più forte calo dei consumi figurano carni fresche, uova e salumi, prosciutto crudo, arance, patate surgelate, melanzane, lattuga, pesce fresco, olio d'oliva e di semi, e alcolici come vino e birra. «Per affrontare il fenomeno inflazionistico, anticipandolo e limitandolo, e per riportare l'inflazione al tasso programmato del 5,9%, è necessaria un'azione trasversale che coinvolga il territorio – spiega il presidente Furio Truzzi - Per tale scopo proporremo oggi al Ministro Adolfo Urso di creare in accordo con Mister Prezzi degli osservatori locali che contribuiscano ad individuare i settori ad alta tensione inflattiva, capaci di analizzare le storture nella filiera del prezzo ‘dal campo alla tavola' e la distribuzione del rischio, ed individuare il paniere ritenuto di prima necessità in quel momento sul quale adottare interventi concertati per il suo contenimento, ad esempio attraverso una scontistica limitata ad un determinato periodo di tempo, concordata con le associazioni della categoria di riferimento».

Ricarichi superiori al 570%, esposto Codacons all’Antitrust

Il Codacons ha inviato un esposto all'Autorità per la concorrenza e all'ICQRF (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari, istituito presso il Masaf) chiedendo di indagare sulle anomalie che si registrano in Italia sul fronte dei listini al dettaglio della pasta. «Il grano duro per la pasta viene pagato in Italia circa 36 centesimi al chilo ad un valore che non copre i costi di produzione ed è inferiore di oltre il 30% rispetto allo stesso periodo scorso anno, mentre il prezzo della pasta è aumentato il doppio dell'inflazione – scrive il Codacons nell'esposto - Una distorsione che appare chiara anche dall'andamento dei prezzi medi al consumo che secondo l'Osservatorio del Ministero del Made in Italy variano per la pasta da 2,3 euro al chilo di Milano ai 2,2 euro al chilo di Roma, dai 1,85 di Napoli ai 1,49 euro al chilo di Palermo, mentre le quotazioni del grano sono pressoché uniformi lungo tutta la Penisola».

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