Prezzi del latte a picco. Produttori in allarme
Appello di Coldiretti al ministro Bellanova: monitoriamo le quotazioni del Grana
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È scontro sul prezzo del latte. A fronte di un aumento dei consumi di latticini in aumento del 7% nei primi nove mesi del 2020, gli allevatori contestano ai caseifici un crollo delle remunerazioni della materia prima che raggiunge anche punte del 30%. L’allarme è partito dai fornitori del Grana Padano, che con oltre 1,5 miliardi di euro a valore rappresenta la più grande Dop d’Italia e fa da ago della bilancia di tutti i prezzi del comparto.
L’ultima denuncia, in ordine di tempo, arriva dalla Confagricoltura sezione di Piacenza, una delle 32 provincie in cui si produce il Grana: «Il prestigioso formaggio – rileva il presidente, Filippo Gasparini - è ben valutato dai mercati, ma i buoni riscontri vengono ottenuti con una politica di riduzione delle produzioni anziché con la conquista di nuovi spazi commerciali. Intanto il latte eccedente, prodotto con i costi e i requisiti necessari per essere conferito a Grana, si ritrova a competere sul mercato con l’indifferenziato latte d’importazione. Il risultato non può che essere il decremento del prezzo del latte alla stalla».
La denuncia di Confagricoltura Piacenza arriva pochi giorni dopo la lettera che il presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini, ha inviato alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, e che punta il dito contro lo stesso problema. «Stiamo seguendo con molta attenzione le criticità sollevate dai produttori di latte - ha fatto sapere ieri la ministra Bellanova, rispondendo alla sollecitazione della Coldiretti -. Credo sia importante che lo stesso Consorzio, al di là delle responsabilità indicate nel Piano dell’offerta 2019-2021, voglia svolgere un’azione più incisiva per garantire una remunerazione equa del latte utilizzato, non esclusa l’applicazione di adeguate penalizzazioni verso chi è inadempiente e, nel caso di latte pagato sotto i costi di produzione, si rende responsabile di pratiche sleali e anche di violazioni perseguibili per legge». Nella sua lettera la Coldiretti ricordava che, con valori all’ingrosso del Grana Padano a nove mesi di 7,50 euro al chilo, la valorizzazione del latte potrebbe spingersi fino ai 49 centesimi al litro più Iva, in ogni caso ben oltre i 36 centesimi offerti oggi dal consorzio.
Alle accuse i vertici del Consorzio del Grana Padano rispondono ricordando che negli ultimi due anni la produzione di forme è aumentata del 6,4%, il che significa l’assorbimento di 160mila tonnellate di latte in più. Inoltre, dicono, il Piano produttivo ogni anno viene approvato dall’assemblea consortile, la quale è composta al 62% dagli allevatori stessi: e l’ultimo piano risulta approvato con una maggioranza superiore al 90 per cento.
Anche da Assolatte fanno sapere che il prezzo del latte non è diminuito soltanto in Italia, ma in tutta Europa, e che in ogni caso quello nazionale resta il più alto garantito a livello europeo. Nonostante l’aumento degli acquisti di latticini nei supermercati - + 7% nei primi nove mesi del 2020 - quello che si è appena concluso è stato un anno difficile per colpa del crollo dei consumi nei bar e nei ristoranti: «Ciò nonostante - sostengono da Assolatte - le imprese del settore hanno sempre cercato di ritirare tutto il latte prodotto dai fornitori».
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