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Prigozhin, che cosa ha detto il capo della Wagner che sfida Putin

Gli ultimi interventi di Prigozhin, il capo del gruppo mercenario Wagner che da alleato stretto di Putin ora lo sfida apertamente

Prigozhin, capo del gruppo paramilitare Wagner (Reuters)

3' di lettura

Il capo dei mercenari Wagner Yevgeny Prigozhin nella serata di venerdì 23 giugno ha accusato l’esercito russo di aver attaccato gli accampamenti militari dei suoi miliziani uccidendo un numero “enorme” di combattenti. Secondo Prigozhin, a ordinare gli attacchi sarebbe stato il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu. “Hanno effettuato attacchi, attacchi missilistici, sui nostri accampamenti arretrati. Un numero molto elevato di nostri combattenti è stato ucciso”, ha detto Prigozhin in un messaggio audio trasmesso dal suo servizio stampa, promettendo di “rispondere” a questi bombardamenti.

L’ex «cuoco di Putin» ormai entrato in rotta di collisione con lui ha poi detto che il suo gruppo paramilitare avrebbe compiuto «una marcia per la giustizia» fino a Mosca, negando di voler ordire un colpo di Stato. Prigozhin ha quindi annunciato che intende “fermare” i vertici militari di Mosca ed ha invitato i russi a non resistere alle sue forze.

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L’incursione a Rostov

In seguito, nella notte tra venerdì e sabato ha annunciato che i suoi uomini erano a Rostov sul Don e si apprestavano a marciare su Mosca. Le sue truppe, ha ammonito, sono pronte a «distruggere qualunque cosa» si trovi sulla loro strada. «Stiamo andando avanti e andremo fino alla fine», ha detto Yevgeny Prigozhin, precisando di aver abbattuto un elicottero delle forze regolari di Mosca.

Il leader del gruppo paramilitare Wagner ha affermato di essere giunto nelle prime ore di questa mattina al quartier generale dell’esercito russo a Rostov, centro chiave per l’assalto russo all’Ucraina, e di aver preso il controllo di siti militari, compreso un aeroporto. «Siamo al quartier generale, sono le 07:30” (6.30 in Italia ndr), ha detto in un video trasmesso su Telegram, «i siti militari di Rostov sono sotto controllo, compreso l’aeroporto», aggiunge, mentre dietro lui si vedono camminare uomini in uniforme.

In marcia verso Mosca

Le sue truppe, ha minacciato, sono pronte a marciare su Mosca se il ministro della Difesa, Sergei Shoigu e il generale Valery Gerasimov, non accetteranno di incontrarlo. «Siamo arrivati qui, vogliamo vedere il capo di Stato Maggiore e Shoigu. Se non vengono, bloccheremo la città di Rostov e ci dirigeremo verso Mosca», ha detto.

«Putin ha tradito la Russia»

Ha poi accusato Vladimir Putin di aver «tradito Mosca per ambizione personale».

“Tutti noi siamo pronti a morire. Tutti e 25 mila, e poi altri 25 mila”. E’ questo il testo del messaggio audio pubblicato su Telegram. I mercenari del Gruppo Wagner sono “pronti a morire” nella loro azione contro l’esercito russo, una scelta che è stata fatta “per il popolo russo”.

Un video diffuso da Grey Zone, uno dei canali Telegram vicino al Gruppo Wagner, mostra Yevgeny Prigozhin e i suoi mercenari presso il quartier generale delle Forze armate russe a Rostov-sul-Don mentre stanno avendo colloqui con il colonnello generale Yunus-Bek Evkurov, viceministro della Difesa russo (a sinistra nella foto qui sotto), e con il tenente generale Vladimir Alekseev, vice capo del Gru, l’intelligence militare russa (a destra).

Nel video i militari discutono di quello che sta accadendo in Russia, in particolare della scelta di Prigozhin di prendere Rostov. “Mi rattrista che per colpa vostra ci sarà una festa di champagne a Kiev per tre giorni”, dice il viceministro a Prigozhin, che risponde di essere venuto qui “per prendere il capo di stato maggiore russo (Valery Gerasimov ndr) e Shoigu”. In un secondo video pubblicato dal canale si vede Prigozhin nel quartier generale che sostiene che il Gruppo Wagner controlla l’edificio stesso e che ha il controllo del campo d’aviazione per impedire agli aerei da combattimento di decollare. Dietro di lui si muovono calmi civili e militari.

In più di un’occasione Prigozhin si rivolge al vice ministro in toni autoritari chiedendo che gli si rivolga in maniera «rispettosa» ed Evkurov ammonisce. Alcuni commentatori hanno definito «umiliante» per i vertici militari russi il trattamento che hanno subìto dal capo della Wagner.

La retromarcia sabato sera

La retromarcia, inattesa, arriva sabato sera intorno alle 19.30 ora italiana, quando Prighozin annuncia il dietro front delle sue truppe dopo un colloquio con il presidente bielorusso Lukashenko. «Volevano sciogliere Wagner. Il 23 giugno siamo partiti per la ‘Marcia della giustizia'. In un giorno abbiamo marciato a poco meno di 200 km da Mosca.
In questo periodo non abbiamo versato una sola goccia di sangue dei nostri combattenti. Ora è il momento in cui il sangue può essere versato. Rendendoci conto di tutta la responsabilità per il fatto che darebbe stato versato sangue russo, abbiamo deciso di fermare le nostre colonne e recarci in direzione opposta verso gli accampamenti secondo il piano». Quale sarà la sua prossima mossa?

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