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Primarie in Wisconsin con la mascherina per paura del coronavirus

Lunghe code di persone con la mascherina nei pochi seggi aperti. Il governatore ordina il rinvio ma la Corte Suprema ha deciso di consentire il voto

di Riccardo Barlaam

(EPA)

4' di lettura

In un clima surreale, nel pieno della pandemia del Covid-19, si sono svolte le primarie in Wisconsin. Lunghissime le code ai seggi a causa del distanziamento sociale. Le persone hanno rischiato la vita per andare a votare. Il Wisconsin, lo stato del Midwest, chiamato “America Dairyland’s”, la terra dei formaggi e del latte, a maggioranza bianca, abitato da poco più di cinque milioni di abitanti, adagiato nella regione dei grandi laghi, è stato l’unico a non aver spostato in avanti la data delle elezioni per il coronavirus, come hanno fatto gran parte dei 26 stati dove si deve ancora votare per scegliere il candidato per le presidenziali del 3 novembre.

Si votava non solo per le primarie democratiche e repubblicane ma anche per una lunga serie di altre cariche locali, come la scelta dei giudici della Corte suprema dello stato. C’è stata una battaglia tutta politica dietro la decisione di votare, nonostante l’emergenza sanitaria in corso: i rappresentanti locali dei democraticichiedevano il rinvio del voto seguendo le indicazioni degli esperti di sanità pubblica, mentre i repubblicani erano di avviso contrario, perché vedevano lo spostamento del voto come una limitazione della libertà.

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Il verdetto finale è spettato così alla Corte Suprema del Wisconsin ha dato ragione ai repubblicani. La conseguenza è stata lo svolgimento di un turno elettorale surreale che è stato criticato dagli stessi candidati democratici per le condizioni estreme che hanno messo a rischio la salute delle persone.

Lo stesso candidato democratico Bernie Sanders che in Wisconsin cercava un’occasione di rilancio, e che qui aveva vinto nelle primarie del 2016, ha detto con chiarezza che non se la sentiva di incoraggiare i suoi sostenitori ad andare a votare.

Fino all'ultimo minuto il voto è stato in forse. Il governatore democratico Tony Evers aveva emesso un ordine per posticipare le primarie il 9 giugno a causa del virus. Nella decisione il governatore ha messo in evidenza il fatto che nessun cittadino del Wisconsin deve essere chiamato a scegliere fra l'esercitare il proprio diritto costituzionale di voto con quello di essere al sicuro e in salute. «Non posso consentire che ci siano assembramenti in grado di causare una ulteriore diffusione del virus e mettere vite a rischio», ha scritto il governatore.

Ma la Corte Suprema del Wisconsin con quattro voti a favore e due contrari ha bloccato l'ordine del governatore e ha disposto lo svolgimento delle elezioni. Così ieri per tutta la giornata migliaia di persone con mascherina, guanti, fazzoletti disinfettanti, cercando di attuare il distanziamento sociale, sono rimaste in fila per ore e ore pur di poter esercitare il loro diritto di voto, mettendo a rischio però la propria e la altrui salute. Si sono create lunghissime code, già da molto prima dell'apertura dei seggi alle sette di mattina. Code che sono peggiorate durante la giornata e sono continuate sino alla chiusura dei seggi, alle 21.

Code interminabili lunghe anche cinque isolati, favorite oltreché dall'esigenza di attuare il distanziamento sociale dal fatto che i seggi elettorali aperti sono stati ridotti a causa del virus: in tutta Milwaukee, la città più grande del Wisconsin, i seggi aperti erano solo cinque, contro i 180 seggi aperti di solito in occasione dell'Election day locale.

Il voto più importante in Wisconsin era quello per le primarie democratiche dove sono in palio 84 candidati. Ma in questo contesto di emergenza la competizione elettorale è diventata di colpo meno importante, anche per gli stessi candidati.

Joe Biden guida la corsa per la nomination democratica con 1217 delegati, contro i 914 delegati di Bernie Sanders. Per vincere la nomination sono necessari almeno 1991 delegati.
Le primarie democratiche sono state rinviate nei 26 stati dove non si è ancora votato a causa del Covid-19. La stessa Convention nazionale del partito democratico che si terrà proprio a Milwaukee è stata spostata dal 12 luglio al 17 agosto.

Sanders aveva vinto in Wisconsin nelle primarie del 2016 contro Hillary Clinton. Il voto di ieri dagli osservatori veniva visto come un'occasione per il senatore del Vermont per mostrare un tentativo di ripresa verso la corsa di Biden che sembra inarrestabile. L'ex vice presidente di Barack Obama gode di un “momentum” favorevole, sostenuto dall'establishment del partito e dalla gran parte dei candidati democratici che hanno abbandonato la corsa elettorale.

Ieri è arrivato l'ultimo endorsement a Biden dall'icona dei diritti civili John Lewis. Il parlamentare della Georgia da oltre 30 anni, che oggi ha 80 anni ed è malato di un tumore al pancreas allo stato terminale, è un simbolo della lotta non violenta degli afroamericani: ha lavorato con Martin Luther King nell'organizzazione della marcia per i diritti civili a Washington del 1963. Lewis ha definito l'ex vice presidente «un amico, un uomo coraggioso e coscienzioso». Lo ha spinto ad avere coraggio nella ricerca di un vice presidente: «Sarebbe bello avere una donna di colore. Sarebbe bello avere una donna. Sarebbe bello avere una donna che somiglia al resto dell'America».

Tornando alla surreale tornata di primarie in Wisconsin, non sono stati diffusi gli exit poll del voto. I risultati si conosceranno solo il 13 aprile, il giorno dopo Pasqua. Per quello che può valere, nell'ultimo sondaggio pubblicato da Politico, Biden era dato in deciso vantaggio con il 62% delle preferenze, rispetto a Sanders fermo al 34% dei voti, con solo un 4% di indecisi. Ma, come detto, lo stesso Sanders in coscienza ha chiesto ai suoi sostenitori di non andare a votare con queste condizioni, nel pieno dell'emergenza coronavirus.

Il front runner della corsa democratica Biden ieri tra l’altro ha detto di essere contrario all'ipotesi di uno spostamento delle elezioni presidenziali del 3 novembre, avanzata da ambienti repubblicani che chiedono la proroga della presidenza Trump: «Non possiamo ritardare o spostare in avanti una elezione che è garantita dalla Costituzione americana», ha spiegato intervistato dalla Nbc. Biden spera che i cittadini possano votare di persona, ma «dipenderà dalla situazione del momento», ha detto non escludendo la possibilità di trovare modalità alternative.

PER APPROFONDIRE:

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