Primavera e tempo di semina. Consigli per l’arte moderna del giardinaggio
Non solo gadget, sensori e app che ti dicono quando e dove coltivare. L’agricoltura in appartamento o all’aperto di ortaggi, frutta e fiori resta una attività antica, analogica e a volte faticosa
di Luca Tremolada
3' di lettura
È primavera. Se hai il pollice verde o anche se non ce l'hai e non ti arrendi a volere coltivare a tutti costi fiori, piante e ortaggi, sai che stiamo entrando nel periodo più indaffarato dell'anno. Un giardino è uno dei pochi posti rimasti dove possiamo ancora dare libero sfogo alla nostra creatività. Ma anche un balcone e gli spazi interni della casa grazie anche all’idroponica possono diventare una palestra di sperimentazione green.
Il pensiero automatico va allo smart gardening, cioè a quell’offerta di gadget progettati per rendere più semplice la cura del verde. Per quanto il combinato disposto di sviluppo dei sensori e digitale abbia reso alcuni processi propri dell'agricoltura misurabili in modo più accurato non tutti i prodotti cosiddetti smart sono davvero utili soprattutto per chi ha accumulato un po’ di esperienza nel campo.
Ecco perché la breve guida che vi proponiamo (indoor e outdoor) sarà più analogica del solito. Partiamo dalle basi, anzi dai semi. Questo è il momento migliore dell'anno per iniziare a coltivare. Per iniziare consigliamo la campanella o ipomea blu, la zinnia e le fragole (perfette da piantare in aprile) ma anche fagioli, fagiolini, ceci, piselli e fave. Per i più esperti ci sono anche pacchetti di verdure rare nel senso che non si trovano più. Quando comprate una bustina di semi sigillati un consiglio è quello di verificare la germinabilità versando le sementi in un bicchiere d'acqua e dopo qualche minuto scartate quelli che sono rimasti sulla superficie. Per avere una visione più ampia per chi è alle prime armi un'app indispensabili è Plantsnap che vi aiuta a identificare con una foto i fiori e le piante che trovare in giro. Per ciascuna di esse viene offerta una guida piuttosto completa sulla semina.
Chi ha la fortuna di avere uno spazio verde all'aperto deve poi dotarsi di decespugliatore, tagliaerba, e tagliabordi. Il primo è per cespugli ed erba alta più folta, il secondo se volete il giardino all'inglese e il terzo serve diciamo per rifinire il lavoro del tagliaerba. Li trovate a motore a scoppio o alimentati con le batteria. I primi sono di solito più potenti e hanno una autonomia maggiore. Quelli elettrici sono meno rumorosi e più adatti per chi non è esperto.
Per i tecnologi un consiglio è quello di affidarsi ai robot tagliaerbe. Un esempio? Robomow RT300 è quasi completamente autonomo e copre un'area di quasi 300 metri quadrati. Non costa poco, il prezzo di listino è di 799 euro ma in compenso non c'è moto da faticare. Sempre per chi intende delegare alle tecnologie la fatica dei campi possono venire in aiuto i sensori per tenere sotto controllo le coltivazioni.
Sul mercato ce ne sono di diverso tipo, il sensore di umidità smart Netro ti dice quando le piante hanno bisogno d'acqua. Può inviarti un’e-mail quando i tuoi arbusti hanno bisogno di un drink (puoi anche controllare se corri il rischio di annegarli). Può anche via smartphone governare l'irrigatore così non fai neanche la fatica di accendere e spegnere il rubinetto.
Chi invece insiste in una interpretazione più analogica del mestiere del giardiniere esistono oggetti bellissimi nel loro essere antichi e multiculturali. Come il falcetto per invaso giapponese Kama. Lama liscia o seghettata da 6 o 12 cm per tagliare rovi ed erbacce. Quello del produttore Niwaki non lo trovate su Amazon ma è il più bello. Hori Hori è invece un coltello da scavo giapponese (questo si trova facilmente online). Anzi, è tre strumenti in uno: coltello, una zappa e una cazzuola. Lo usano da secoli e pare vada benissimo anche per i terreni argillosi più ostici. Ho-mi o Homi è invece uno strumento coreano composta da una lama curva con una punta affilata per sfoltire le piantine ed estrarre le erbacce. Sarebbe complicato considerare questi utensili indispensabili per la salute del proprio giardino ma rendono certamente il giardinaggio una esperienza antropologicamente più ricca.
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