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Prime prove di maturità per il turismo responsabile

Sono sempre più ricercate le strutture green. Diversi Comuni del Veneto hanno aderito alla Carta Europea del Turismo Sostenibile e Siena punta a diventare prima città d’arte con il sigillo del Global Sustainable Tourism Council

di Gianni Rusconi

5' di lettura

Come sarà la prossima stagione turistica? Quanto ancora condizionerà l'onda lunga della pandemia? Sono alcune delle domande che ci ponevano l'anno passato, speranzosi di metterci alle spalle i ricordi di vacanze annullate all'ultimo momento, per riprendere a viaggiare. Ora per il turismo venturo il quadro sembra chiaro: prendono piede fenomeni come la “Worktation” o il “South working”; le destinazioni di prossimità all'insegna di enogastronomia, natura, e arte non passeranno di moda; le vacanze di lusso sono sempre più sinonimo benessere e tempo per sé stessi e i viaggi di lavoro occasioni perfette per concedersi brevi soggiorni di relax.

La via della sostenibilità

Gli ultimi 24 mesi hanno accentuato alcune tendenze già in atto e ne hanno presentate di nuove, rispetto a un denominatore comune: i viaggi sono (e saranno) sempre più sostenibili. Una conferma arriva dai dati del rapporto 2020 della Fondazione UniVerde, secondo cui questa forma di turismo è considerata la più sicura nella fase post-Covid dal 74% degli italiani (mentre per il 71% è quella eticamente più corretta e per l'84% anche come un'opportunità di sviluppo economico).

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Slow, responsabile e all'aperto: la ricetta del Veneto

La scommessa di un turismo non solo sostenibile ma anche responsabile e rispettoso dei luoghi è un'occasione di ripartenza che tutte le Regioni italiane devono fare propria. Il Veneto, in proposito, ha una sua personale ricetta, il cui principale ingrediente sono i siti Unesco presenti sul territorio, dalle Dolomiti all'Orto Botanico di Padova, da Venezia e la sua laguna a Verona, da Vicenza e le ville del Palladio ai siti palafitticoli, dalle Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene alle opere di difesa veneziane tra XVI e XVII secolo, fino al più recente, il ciclo di affreschi pittorici di Padova Urbs Picta. L'idea? Abbinare allo sviluppo turistico massima attenzione nei confronti del territorio e dell'ambiente. Diversi Comuni, invece, hanno aderito alla Carta Europea del Turismo Sostenibile, promossa dalla Regione grazie a 370mila euro di fondi europei e rivolta alla promozione del turismo lento e sostenibile lungo tutta la costa Adriatica. E, infine, l'offerta dedicata agli amanti del cicloturismo con progetti come “Cycling in the Land of Venice” e le proposte per gli appassionati di trekking (a piedi e a cavallo) e mountain bike, con i percorsi della via della Pre Alpi che spaziano dal Monte Grappa alla Valpolicella, dal Garda alle Piccole Dolomiti.

Siena punta a diventare prima città d’arte sostenibile

La città toscana, meta di un turismo culturale già da molti anni, è destinata a diventare la prima città d’arte in Italia sostenere. L'amministrazione ha infatti intrapreso il percorso verso la certificazione secondo i criteri del Global Sustainable Tourism Council, organismo internazionale nato dalla spinta del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) e dell'Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), per promuovere la sostenibilità e la responsabilità sociale del sistema turistico. Lo standard è riconosciuto a livello globale e la certificazione, una volta ottenuta, permetterà a Siena di entrare a far parte di una rete internazionale di destinazioni turistiche di eccellenza.

Destinazioni green offresi (e cercasi)

L'impatto Covid 19 sulle modalità di viaggiare e di pensare a vacanze e destinazioni lo abbiamo provato sulla nostra pelle e lo provano molti studi in materia. Quello che Booking.com ha realizzato l'anno passato su un campione di 30mila suoi utenti di 30 Paesi ha confermato che, in fatto di turismo sostenibile, si è arrivati al momento di passare dalla teoria alla pratica. Tanto che la stessa piattaforma di online travel ha lanciato lo scorso novembre il “Badge per i Viaggi Sostenibili”, iniziativa (prima nel suo genere) rivolta a tutte le strutture ricettive (dagli appartamenti ai B&B, passando per le case vacanze, gli hotel, i resort e anche le case sugli alberi) che abbiano implementato una serie di pratiche per raggiungere lo status di destinazione di sostenibilità. Tema caldo, quello degli alloggi con bollino “green”, perché nonostante siano nei pensieri di oltre l'80% dei viaggiatori in partenza nel 2022, gli ostacoli non mancano. Più della metà dei rispondenti al sondaggio di Booking.com, infatti, è dell'idea che non ci siano ancora abbastanza opzioni di viaggio sostenibili a disposizione mentre il 68% ammette di sentirsi a disagio, se il posto in cui soggiorna non permette di farlo in modo sostenibile. E solo un terzo delle strutture comunica i propri sforzi in chiave “green” in modo proattivo ai potenziali ospiti (in particolare al momento del check-in), sebbene tre su quattro affermino di aver implementato almeno qualche pratica a tutela dell'ambiente.

Italiani in cerca di esperienze autentiche

Se guardiamo all'Italia, più della metà del campione oggetto di indagine (circa mille persone) ha confermato di aver ricevuto dalla pandemia lo stimolo per viaggiare in futuro in modo più responsabile per l'ambiente, il 79% vuole vivere esperienze autentiche e rappresentative della cultura locale e il 92% pensa sia cruciale aumentare il livello di conservazione del patrimonio culturale della Penisola. Tre traveller tricolori su quattro, inoltre, assicurano di voler evitare destinazioni e attrazioni più popolari per ridurre i rischi di sovraffollamento e contribuire allo sviluppo delle località (e relative comunità) meno visitate. Il punto, ora, è dare ulteriore concretezza alle buone intenzioni partendo dal fatto che il 57% dei viaggiatori italiani ha confermato di non aver soggiornato in una struttura sostenibile nel corso degli ultimi 18 mesi, mentre il 31% non sapeva nemmeno che esistessero questo tipo di opzioni e il 34% non le ha trovate nella meta del proprio viaggio.

Turismo bleasure e la ripartenza dei viaggi d’affari

Trova sempre più spazio anche il fenomeno “bleisure”, ovvero la combinazione fra i business travel e i viaggi di piacere, anche questa conseguenza della pandemia e una risposta alla crisi conclamata dei primi (l'ex numero di Microsoft, Bill Gates, prevede che nel mondo post-coronavirus si ridurranno della metà). Ma proprio il turismo “bleisure” ha già dimostrato di essere, per l'Italia e in particolare per Milano, una risorsa a cui prestare molta attenzione. La capacità di offrire a chi è in viaggio d'affari diverse occasioni di svago – culturale ma anche e soprattutto in fatto di lifestyle - può fare insomma la differenza e al capoluogo lombardo i requisiti (fra musei, ristoranti, negozi) certo non mancano. Nel 2019, Milano è entrata nel novero delle principali destinazioni superando gli 11 milioni di turisti e un quarto delle presenze complessive era legata ad eventi aziendali e congressi, con un giro d'affari complessivo per i viaggiatori business (sommando anche le loro spese sostenute di tempo libero) di circa 1,7 miliardi di euro. L'idea è, non a caso, quella di entrare entro il 2023 nella top ten globale delle città che ospitano eventi MICE (acronimo di Meetings, Incentives, Conferences, Exhibitions) anche se per tornare al numero di visitatori pre-Covid sotto la Madonnina bisognerà aspettare come minimo il 2024.

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