Privacy, notificati al Garante 1.351 violazioni dei dati, riscosse sanzioni per oltre 9 milioni di euro
Nel settore pubblico (31,2 % dei casi), le violazioni hanno riguardato soprattutto comuni, istituti scolastici e strutture sanitarie, nel settore privato (68,8% dei casi) sono stati coinvolte sia piccole e medie imprese e professionisti che grandi società del settore delle telecomunicazioni, energetico bancario e dei servizi
di Andrea Carli
I punti chiave
4' di lettura
Nel 2022 sono stati notificati al Garante per la protezione dei dati personali da parte di soggetti pubblici e privati 1351 data breach, ovvero una violazione di sicurezza che comporta in modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati.
Nel settore pubblico (31,2 % dei casi), le violazioni hanno riguardato soprattutto comuni, istituti scolastici e strutture sanitarie, nel settore privato (68,8% dei casi) sono stati coinvolte sia piccole e medie imprese e professionisti che grandi società del settore delle telecomunicazioni, energetico bancario e dei servizi. Nei casi più gravi sono stati adottati provvedimenti di tipo sanzionatorio. È quanto si legge nella relazione dell’attività svolta dall’Autorità (composta da Pasquale Stanzione, Ginevra Cerrina Feroni, Agostino Ghiglia, Guido Scorza) presentata oggi presso l’Aula dei Gruppi parlamentari della Camera.
Oltre 9mila reclami e segnalazioni
Nel 2022 sono stati adottati 442 provvedimenti collegiali. L’Autorità ha fornito riscontro a 9.218 reclami e segnalazioni riguardanti, tra l’altro il marketing e le reti telematiche; i dati online delle pubbliche amministrazioni; la sanità; la sicurezza informatica; il settore bancario e finanziario; il lavoro. I pareri resi dal Collegio su atti normativi e amministrativi sono stati 81 e hanno riguardato la digitalizzazione della Pa; la sanità; il fisco; la giustizia; l’istruzione; funzioni di interesse pubblico. Sono stati una dozzina i pareri su norme di rango primario: in particolare, riguardo a digitalizzazione della Pa, giustizia, sanità e lavoro. Le comunicazioni di notizie di reato all’autorità giudiziaria sono state 5 e hanno riguardato violazioni in materia di controllo a distanza dei lavoratori e falsità nelle dichiarazioni e notificazioni al Garante. I provvedimenti correttivi e sanzionatori sono stati 317.
Circa 9 milioni 500 mila euro sanzioni riscosse
Le sanzioni riscosse sono state di circa 9 milioni 500 mila euro. Le ispezioni effettuate nel 2022 sono state 140, quasi triplicate rispetto a quelle dell’anno precedente in cui ancora si subiva l’impatto dell'emergenza pandemica. Gli accertamenti svolti, anche con il contributo del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza, hanno riguardato diversi settori, sia nell’ambito pubblico che privato: in particolare, telemarketing, cloud pubblico, siti web ed uso dei cookie, videosorveglianza, anche sul posto di lavoro. Effettuate le verifiche periodiche al VIS (Visa Information System), il sistema sui visti d’ingresso nello spazio Schengen.
Le richieste di chiarimenti
Per quanto riguarda l’attività di relazione con il pubblico si è dato riscontro a oltre 16.400 quesiti, che hanno riguardato, in maniera preponderante, gli adempimenti connessi all’applicazione del Regolamento Ue e all’attività dei Responsabili del trattamento, seguiti dalle questioni legate al telemarketing indesiderato; al rapporto di lavoro pubblico e privato; alla videosorveglianza; alle problematiche poste dal web; alla salute e alla ricerca. Oltre 4 milioni e 300 mila gli accessi al sito dell’Autorità.
I pericoli per i minori nel web
Nella relazione introduttiva, il presidente Stanzione ha posto l’accento sui pericoli per i minori sul web. «Le relazioni intrattenute sui social - ha ricordato - possono determinare il coinvolgimento del minore in sfide potenzialmente anche letali, nella cessione di scatti intimi poi utilizzati a fini estorsivi, in incontri pericolosi, non più solo virtuali. Solo quest'anno, sono stati ben 4618 i casi trattati dal Centro Nazionale per il Contrasto della Pedofilia Online relativi ad adescamento, pedopornografia e altri reati correlati all’abuso sessuale, tecnomediato, di minori. 430 sono risultati, invece, i casi di adescamento online, di cui ben 264 in danno di infratredicenni. Tra il 2021 e il 2022, la circolazione di materiale pedopornografico autoprodotto è cresciuta, a livello internazionale, del 374% rispetto ai livelli pre-pandemici, in virtù anche del maggior uso della rete da parte dei minori».
Stanzione: «Sì all’IA ma si tuteli la dignità della persona»
Quanto invece allo sviluppo dell’intelligenza artificiale, secondo Stanzione va indirizzato «in una direzione compatibile con la tutela della persona. Alla infinita volontà di potenza della tecnica, a ciò che si è definito il playing God, deve porsi un indirizzo e un limite, etico e giuridico, a tutela della dignità della persona - ha sottolineato -. Il rischio, altrimenti, è che le tecniche divengano sempre più opache, mentre le persone sempre più trasparenti, secondo l’idea dell’uomo di vetro cara a sistemi tutt’altro che democratici».
«Sì a norme che garantiscano l’oblio oncologico»
Sì all’introduzione nel nostro ordinamento di norme che garantiscano l’oblio oncologico: è l’auspicio del presidente dell’Autorità per la privacy. «Tra le molteplici istanze legate al corpo l’oblio oncologico assume una rilevanza particolare. Pazienti ormai da tempo guariti - ha sottolineato Stanzione nella Relazione al Parlamento - si vedono negare la concessione di mutui a lungo termine, mutare radicalmente le condizioni di assicurazione, affievolirsi la possibilità di stipulare un contratto di lavoro o persino di adottare un bambino. Sembra insomma, come si è scritto, che sia possibile guarire dalla malattia, ma impossibile liberarsi del suo stigma, come se proiettasse la sua ombra sulla vita futura del paziente. Proprio per questo, per impedire che la persona sia risolta nella sua malattia, il Parlamento europeo, - ha ricordato - ha raccomandato agli Stati membri l’adozione di norme (già presenti in alcuni Paesi) che vietino la richiesta di informazioni sulle patologie pregresse, dopo un tempo ragionevole in assenza di recidive. L’introduzione, nel nostro ordinamento, di norme analoghe - proposte in vari progetti di legge, già dalla scorsa legislatura - contribuirebbe a garantire il diritto della persona di prescindere dal male che ha sofferto».
«È necessario uno statuto delle neotenologie»
Infine un passaggio sulle neotecnologie. «Con l’urgenza delle più forti istanze democratiche emerge, progressivamente più chiara, la necessità di uno statuto, giuridico ma anche etico, delle neotecnologie, che ne promuova massimamente lo sviluppo, ma al servizio della persona, della solidarietà, dei diritti fondamentali», ha detto il presidente dell’Autorithy.
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